ConTOorto e la rivoluzione dei margini

ConTOorto, orto urbano sinergico, progetto di inclusione sociale di persone con dipendenza patologica e ruolo attivo in quartiere a Torino

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ConTOorto orto sinergico torino
ConTOorto è un orto sinergico di 240 mq sito nell'orto urbano de la Bela Rosin, Mirafiori Sud, Torino.

ConTOorto è un orto sinergico di 240 mq sito nell’orto urbano de la Bela Rosin, uno dei più grandi di Torino, si trova a Mirafiori Sud, un quartiere difficile, specie negli anni caldi della lotta operaia e poi della diffusione delle sostanze stupefacenti, quartiere che rivendica però una posizione strategica, immerso nel verde al limitare del fiume Sangone, affacciato sulla cornice delle Alpi, dove svetta il Monviso.

Il 2 Aprile 2015 nasce ConTOorto, perché le vite delle persone che lo frequentano lo sono state e perché il movimento delle radici e delle acque non è mai lineare, ma nell’andare curvilineo si carica di energia e di nuove possibilità. E’ stato sede di un corso di agricoltura sinergica di primo livello per circa 20 persone, condotto da Anna Satta e Luciano Mastroleo che ha rilasciato un attestato riconosciuto dalla Libera scuola di Agricoltura Sinergica Emilia Hazelip.

ConTOorto orto sinergico mirafiori torinoSperimentiamo la creazione di un ecosistema che si automantiene

Non usiamo diserbanti, nè pesticidi, lasciamo coperta la terra e stimoliamo la presenza di insetti utili, consociamo gli ortaggi, i fiori e le aromatiche, affinchè gli uni siano di aiuto agli altri e ci piace pensare che questa sia una bella metafora delle relazioni umane.

ConTOorto nasce dopo una notte su internet cercando esperienze di orti in città, sono un educatore e lavoro all’Asl, in un servizio per le dipendenze da sostanze, alcol e gioco d’azzardo, ho conosciuto il mondo della permacultura e della orticoltura nel 2012, osservato alcuni progetti, sognato di vivere in un ecovillaggio o in una comune, ma lo scontro con la realtà mi ha permesso di capire che dalla terra dove poggiavo i piedi dovevo iniziare e stanca di fare del mio lavoro un colloquificio, sono ripartita da me, dalla mia infanzia, dagli odori dell’erba tagliata e dalla raccolta dei semi nell’orto di mio padre.

L’ergoterapia non è una scoperta nuova, la terra da sempre viene usata a fine educativi nelle comunità terapeutiche, ma l’idea di coltivare un orto in una realtà cittadina, mi piaceva, permettere ai pazienti che seguivo di vedersi non solo come il loro problema, ma di assumere un ruolo attivo nella loro vita e nella vita di quartiere dove sono cresciuti, relazionandosi come persone con gli altri ortisti e così in maniera garibaldina e senza grosse certezze siamo partiti; di orti sapevo ben poco, se non raccogliere dorifere e semi di portulaca, attività principale della mia infanzia…

Ho chiesto ad Alessandro Valente, che allora era poco più di un conoscente e ora fido alleato di vita nella nostra Associazione Educare al Cambiamento, di seguirci per alcuni mesi nella costruzione di un progetto, ma non avevamo nemmeno l’orto, bensì un gruppo sgarrupato di idealisti e curiosi. Ci ha affiancato la Cooperativa Gineprodue e la Circoscrizione che le ha affidato un primo orto nel 2015 e il giorno del compleanno di mio padre, morto l’anno prima, il mio primo ortista, il 2 Aprile 2015 siamo entrati in ConTOorto.

Era una distesa di gramigna e di materiali abbandonati, ma un primo corso con Antonio De Falco in Maremma mi aveva illuminato il percorso qualche giorno prima e da lì tutto è cominciato. Quanti errori fatti, ma quanto sono serviti e servono ancora! Una spirale voluta assolutamente perché non si nega mai al primo orto della propria vita una spirale energetica, dei bancali nati col tempo su ispirazione di alcuni ragazzi, l’impianto di irrigazione goccia a goccia, che adesso sostituirei con i biorollo dopo aver conosciuto Luciano Furcas in un corso di permacultura. E poi il capanno degli attrezzi, le mangiatoie per gli uccelli e i nidi autoprodotti, l’albergo degli insetti, e ancora nel 2016 una nuova area orto, nata dopo aver ridato vita a quel pezzo di terra di passaggio, la M di madre natura, l’asparagiaia, nuovi bancali costruiti da chi il corso non l’ha mai fatto, ma si è letto tutto il manuale e spiega a chi ci viene a trovare cosa significa ritrovare sinergia tra le piante e le persone.

aglio-perenne-ortosinergicoNon si può raccontare con le parole l’energia che si respira in quel pezzo di terra, pacciamato con la paglia, ma anche con le foglie del luogo, i gerigli di nocciolo, gli sfalci d’erba, il trifoglio e la gramigna che spesso fa il lavoro che noi per le difficoltà del momento non facciamo e quindi la togliamo e la ringraziamo per aver reso più radicata la terra quando noi non c’eravamo…

In ConTOorto la produzione non è il primo obiettivo

Anche se ci cibiamo dei suoi frutti e ci stupiamo che l’insalata sappia di insalata, il primo obiettivo è ridare fertilità a una terra che è sterile, perché è stata maltrattata, violentata, dimenticata, sfruttata, come le vite di chi gravita dentro quel luogo. Sorridevamo quando ci hanno criticato, ma sapete, non lo fanno più, dicevano costruissimo i cerchi nel grano, ma è così bello non riuscire ad arrivare all’orto ora, perché nel frattempo ti fermano e ti chiamano, gli altri ortisti ci regalano piantine, ci raccontano pezzi di vita loro, ascoltano affascinati quando sentono la passione che fuoriesce dai pori e dai sorrisi, provano a consociare e pacciamare e a lasciare le radici nel terreno, noi le limacce non le uccidiamo, pratichiamo la non violenza e stiamo in ascolto del canto dell’orto, i gasteropodi sono cosi’ affascinanti, piuttosto condividiamo un po’ di lattughe, mettiamo piante sentinelle per le formiche, coltiviamo verbena perché ci hanno detto che è il fiore dell’amore.

Nel nostro capanno degli attrezzi abbiamo la carriola di Nicola che a 86 anni arriva in bici e gli lasciamo mettere il verderame sul pesco anche se io non vorrei, ma la relazione con lui è più importante e nella nostra biodiversità cresciamo …l’orto è stato luogo di teatro e di laboratorio per bambini e chissà per quanto altro ancora. Spesso arrivano volontari, osservano la presenza del caos ed è bello aiutarli a individuare nella foresta di piante quante erbe spontanee ci siano e a cosa servano, vedere la loro diffidenza iniziale sciogliersi in stupore di bambini cresciuti.

Il futuro sta nei margini e nei margini dei margini, in chi può sperimentare questo passaggio osmotico da un luogo di vita ad un altro, da una vita faticosa a una nuova possibilità di essere felici, la rivoluzione è anche questo…

Per ulteriori info sull’Associazione Educare al Cambiamento
https://www.facebook.com/educarealcambiamento

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Mi chiamo Annalisa Rolfo. Ho due figli Siddharta e Lorenzo che sono giovani uomini in cammino. Sono un educatore e lavoro nell’ambito delle dipendenze dopo aver perlustrato ambienti educativi variegati dall’infanzia alla psichiatria. Sono formata alla conduzione di gruppi tramite i metodi attivi e il playback theatre, ho costituito una Aps con una Compagnia teatrale il cui nome era Intrecciastorie nel 2012, che mi ha permesso di imparare a conoscere e ad amare la mia parte femminile, ho conosciuto nello stesso anno l’agricoltura sinergica e il mondo degli ecovillaggi, innamorandomene follemente! Mi considero un’ortista artistica! Nel 2014 ho proposto un progetto all’avanguardia all’Asl di Torino in cui lavoro ed è nato ConTOorto, un orto urbano sinergico, in collaborazione con una cooperativa sociale. Mi sono formata alla Scuola di Agricoltura Sinergica Emilia Hazelip, concludendo il mio percorso per la docenza, ho condotto molti corsi e conosciuto anime e volti meravigliosi in questi anni. KarmaOrto nato all’interno di un progetto di orti collettivi nelle terre di Libera, RisOrto in Valtellina in collaborazione con una Cooperativa di Milano, in un progetto di integrazione dei richiedenti asilo politico in un orto collettivo. I nomi si susseguono, ma dietro ci sono storie, sogni, esperienze di resilienza e resistenza, di sistemi complessi... A giugno 2016 ho partecipato al pdc 72 ore della Accademia di Permacultura con Saviana Parodi e Luciano Furcas. Ora sono in tirocinio attivo per poter entrare tra i docenti di permacultura, anche se nell'animo sento di esserlo stata sin da bambina. Insomma chissà quante altre cose farò e imparerò, sono in un percorso curvilineo, grata alla vita per le persone che incontro e la bellezza che sprigionano, un giorno mi dissero che nel calendario Maya io sono Stella Cosmica e che il mio compito nel mondo è di vedere la Bellezza nei Margini ed è così che mi piace vivere…