Empedocle e le fave

Dario Orphée La Mendola ci illustra una singolare affermazione di Empedocle, noto filosofo siciliano, sulle fave.Secondo Empedocle questa leguminosa era un mezzo di comunicazione tra l'Ade, il regno degli inferi, e la terra, dimora degli uomini.

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In un frammento delle sue Purificazioni, Empedocle elencò in versi una serie di insegnamenti derivati dalla «sapienza sovrumana» di Pitagora: uomo puro, in grado di ricordare perfettamente le vite precedenti. Il precetto giunto fino a noi, spesso tradotto non casualmente insieme a un grasso punto esclamativo, suona all’incirca così: «Sciagurati, del tutto sciagurati, tenete le mani lontano dalle fave!».

E perché mai il filosofo dello Sfero, che cantava i suoi poemi sulle sponde «del biondo Acragante», volle obbligare i concittadini all’astinenza di tale squisitezza?

Le motivazioni, avvolte dalla leggenda, sono lontane nel tempo. Fonti narrano che le fave non furono donate da Demetra, dea dell’agricoltura, ai Fenati; che per i pitagorici la pianta era un mezzo di comunicazione tra l’Ade, il regno degli inferi, e la terra, dimora degli uomini; e che il frutto, esposto al sole appena masticato, emanasse l’odore del sangue umano. Ma tra tutte, questa è la tesi più curiosa: e cioè che le fave causassero una “ventosità” tale da intorpidire i sensi e ottundere finanche la mente durante il sonno, allontanando dalla ricerca della verità.

Fava empedocle permaculturaA rimarcare ciò troviamo infatti la considerazione negativa di un autore del II secolo d. C., Artemidoro di Daldi, il quale, nel Libro dei sogni, sosteneva addirittura che soltanto sognare le fave fosse «indizio di discordia», essendo, oltre che “fastidiose”, bandite dai riti sacri.

Tuttavia, seppure l’avvertenza di Empedocle non sia affatto infondata, alle fave dobbiamo riconoscere due meravigliosi aspetti: primo, arricchiscono di azoto il terreno su cui sono cresciute quando è praticato il sovescio; secondo, cucinate secche in modo prolungato, frantumano lentamente la loro forma come un sogno al mattino, trasformandosi in “macco“, una delicatissima crema dal sapore avvolgente.

Informazioni. La Vicia faba fa parte della famiglia delle Leguminose. La semina viene effettuata in autunno, mentre la raccolta in primavera. I frutti, crudi, sono ricchi di proteine vegetali, acido folico, sali minerali e vitamine, utili al stemma immunitario; apportano fibre e contengono levodopa, amminoacido che coadiuva i movimenti corporei; hanno proprietà diuretiche e contrastano la stitichezza, il colesterolo e la glicemia.

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