Iniziare la riproduzione. Regole base per evitare ‘lo sterminio del primo anno’. Ovvero Assicurati un Raccolto e Usa Soluzioni Piccole e Lente.
La riproduzione delle sementi è un ciclo!
Non esiste un inizio e una fine. Semina, crescita, raccolta, conservazione è un mantra che continua all’infinito.
Per me tutto è iniziato però con il seminare; provare a trasformare il seme in pianta e, a dirla tutta, i primi anni di esperimenti per apprendere come seminare hanno portato allo sterminio di tanti tanti semi e piantine. Insomma, non tutti possono avere il pollice verde dalla nascita…ma tutti possiamo “coltivarlo”.
Chi si è già cimentato con il semenzaio sa bene che la semina non è una scienza esatta. Riprodurre le condizioni di germinazione da manuale per ogni tipologia di seme è quasi impossibile ed altrettanto impossibile è creare condizioni standardizzate per ogni tipologia di pianta (tranne in sterili laboratori). La sperimentazione necessaria a comprendere il microclima della propria campagna, semenzaio, davanzale di finestra o orto passa attraverso successi e fallimenti …ci vuole qualche anno di osservazione accorta per riuscire a ‘sentire come un seme’.
Questo non è un articolo su come seminare, si trovano molti tutorial e spiegazioni su questo; vorrei piuttosto trasmettervi 9 piccoli trucchi che di solito non sono menzionati.
Ecco nove suggerimenti pratici per evitare troppi insuccessi; quelli che farete saranno comunque importantissimi per imparare.
1. Se puoi vai da chi lo fa già
In Sicilia diciamo “Mettiti cù chiddi megghiu ì tìa e pagaci i spisi” (Mettiti con quelli meglio di te e pagagli le spese). Vale anche in questo frangente. Molti di voi avranno già studiato come seminare, ma vederlo e farlo con chi già semina con successo è uno dei modi più immediati di apprendere. Ricordando però che le condizioni di germinazione e crescita dipendono da molto fattori i quali cambiano da luogo in luogo.
2. Seleziona semi sani
Evita di seminare ciò che è danneggiato, ammuffito, malamente deformato o macchiato. Insomma seminare semi non sani si può fare nel caso in cui quelli a disposizione siano veramente pochi, evita di dover prestare cure ancora più specifiche di quelle che già i piccoli germogli necessitano.
3. Scegli la terra
Il terriccio di semina è importante; che sia leggero, friabile, spugnoso per mantenere tanta acqua.
Ricordiamo inoltre che i semi hanno una scorta di cibo interna che è sufficiente dalla germinazione fino alla nascita di 3-4 foglioline vere. Dunque il terriccio di semina non deve essere troppo carico di nutrienti (che rischiano di bruciare il germoglio) ma piuttosto povero.
Per creare il terriccio giusto osserva bene da dove nascono i semi in natura, cerca le piccole nicchie di depositi di polveri fini e frammenti di foglie, i cumuli umidi di materia decomposta e impara.
4. Rispetta le temperature di germinazione e il periodo di semina
I primi tempi evitate di seminare fuori stagione, le primizie lasciatele ai contadini esperti per ora.
Quando il seme è impiantato nel periodo giusto sarà molto più facile portarlo a diventare una bella e sana pianta. Online troverete le tabelle con le temperature di germinazione, sono utilissime perché, indipendentemente dalla zona geografica, ti dicono la temperatura ideale per lo sviluppo di quella particolare pianta.
5. Meglio poche ma buone
Questo è piuttosto importante. Soprattutto le prime volte si tende a seminare molto più di quanto si riesca a gestire, sia in fase di germoglio che in fasi successive.
Si tende ad eccedere sia per numero di semi che per tipologia di varietà, mi spiego meglio…
La gestione del semenzaio è un lavoro pari o maggiore alla cura di una pianta in crescita. Il semenzaio è energivoro, richiede cura costante per almeno un mese, per cui il mio consiglio, specialmente per il primo anno di sperimentazione, è di seminare meno di 10 varietà di semi e di ognuna di queste non più di 10 o 15 semini per volta (questo è davvero il massimo, cercate si seminare meno!!!). Ovvero se semino solo 15 pomodori a scocca, 10 peperoni a cornetto, altri 10 pomodori ma da salsa, 15 basilici, 10 tagete, ho più probabilità di portare a frutto con successo queste piante piuttosto che tante varietà in grande numero. L’abbondanza si potrà perseguire quando si ha più esperienza e si è trovato un modello di “produzione” efficace per il proprio microclima. Insomma meglio pochi e ben curati che tanti mezzi morti.
Sembra una banalità ma quando avrete 20 tipi di semi e li vorrete piantare tutti subito ricordate questo consiglio!
6. Semina rado
Se i semi sono freschi (prodotti nell’ultimo anno) la loro germinazione sarà efficace (per conoscere il livello di germinabilità dei tuoi semi puoi fare i test, cerca : come fare un test di germinazione. Youtube o google). Dimenticate quello che vi hanno detto al vivaio, tranne i legumi, i semi vanno seminati singolarmente. Evitate di mettere più di un seme per volta in ogni alveolo o, se in cassetta o vaso, seminatene meno di quelli che vorreste. Ogni seme compete con gli altri per luce , acqua e poi nutrienti. Se gli lasciate lo spazio ogni piantula crescerà bene e forte.
Inizialmente mettevo 2-3 semi nello stesso buco, dovendo poi sacrificare l’eccesso…questo è uno spreco di seme, la competizione indebolisce tutti e l’eradicazione dell’eccesso disturba la piantula che vogliamo tenere.
7. Vetro o ombreggiante?
La scelta dipende dalla latitudine.
Al sud, dove già in Marzo il sole è molto caldo, il vetro serve esclusivamente d’inverno, per le semine precoci o per il tropicale. Trovo molto più efficace ombreggiare la zona semenzaio con telo ombreggiante bianco. Non parliamo dunque di ombra vera e propria ma di luce soffusa, smorzata, come un sottobosco illuminato gentilmente. Ricordate che se durante la germinazione il terriccio intorno al seme diventa secco o troppo caldo il germoglio muore, sono delicatissimi in questa fase e necessitano di molta cura.
8. Segna i nomi
Segnala bene che semi hai messo e dove. Dopo innumerevoli docce anche i pennarelli più tenaci cedono e sbiadiscono. Ancora non ho trovato il metodo ecologico definitivo per sapere sempre dove ho seminato cosa. Se si usano gli alveoli di polistirolo il pennarello indelebile rimane, ma se utilizzo contenitori riciclati e materiale di recupero non funziona.
Trovo efficace creare una mappa cartacea o digitale con il nome e la posizione in semenzaio di ogni varietà.
9. Tieni un calendario
Il diario di semina aiuta a memorizzare gli esperimenti fatti e a comprendere meglio le temperature e le stagionalità del proprio microclima. Annotare periodo, temperatura, varietà seminate, successi ed insuccessi, crea una mappa mentale dal valore inestimabile. Serve principalmente i primi anni per prendere la mano.
Insomma! Seminare con successo richiede pratica, intuito e cura.
Buona semina!
Leggi gli altri articoli di Eva Polare
- Salviamo le verdure
- Il mondo dei semi, introduzione (aspetti meno comuni) Ovvero Usa e Valorizza Energie Rinnovabili
- Iniziare la riproduzione. Regole base per evitare ‘lo sterminio del primo anno’. Ovvero Assicurati un Raccolto e Usa Soluzioni Piccole e Lente
- La semina intuitiva. Come connettersi prima dell’azione. Ovvero Osserva e Interagisci e Applica l’Autoregolazione
- Come creare un giardino di riproduzione con la permacultura. Ovvero Lavora dal Modello al Dettaglio
- Semi domestici. Ovvero Usa e Valorizza la Diversità.
- Come raccogliere le selvatiche e seminarle in selvaggio. Ovvero Usa i Limiti e Valorizza i Margini
- Conservare e divulgare. Ovvero Cattura e Immagazzina Energia