Il giardino sotto casa è rimasto abbandonato per tanto tempo. Ha la forma di un semicerchio, delimitato da una parete di arenaria e da un cordolo in cemento. Ho cominciato a prendermene cura circa cinque anni fa.
Essendo da sempre un “appassionato della terra”, come mi disse un anziano contadino, ho cercato di progettarlo secondo i principi che ritengo consoni a un giardino, ovvero interagendo il meno possibile1.
Ti starai sicuramente chiedendo in che modo l’abbia progettato, se non ho affatto interagito, no? Be’, sarò chiaro: ho un’idea tutta mia di progettazione. Ritengo che progettare significhi mettere in equilibrio le varie parti di un insieme2. Quale migliore progettazione, dunque, che lasciare all’insieme “Natura” la libertà di immaginare – per me – il giardino?
Mi sono permesso di ripulirlo dall’immondizia, di riparare le reti metalliche di protezione, di scavare alcune conche intorno alla Yucca, al Pino, al Ficus, al Salice; e di potare un po’ le Rose, le uniche due Rose, che somigliano a due orgogliose muse profumate.

Ecco, questa è la mia idea di progettazione. Preferisco che sia il giardino stesso, simile a un palco3, a regalarmi le sue scene durante l’anno; lo preferisco per sorprendermi di ciò che crescerà4.
Propongo alcuni esempi. In questo periodo, tre anni fa, c’era la Borragine che appassiva piano piano tra la Reseda e il Crisantemo campestre. L’anno successivo, invece, apparvero la Fumaria e l’Erba medica, le quali punzecchiarono il giardino di piccoli puntini bianchi, rossi e gialli. Lo scorso anno, infine, esplose un fresco tappeto di Acetosella, qua e là aggraziato dal Pisello odoroso e dai Papaveri.
Quando ero bambino ricordo che c’era l’Erba vajola5: una bellissima spontanea amata dalle api. Appena la incontravo, coglievo i suoi fiori tubolari per succhiarne il nettare.
Adesso il giardino è pieno di Sulla, Viperina e Avena selvatica. I frutti del Becco di gru sono pronti per nascondersi nel terreno, e la Malva apre al sole le ampie foglie, ombreggiando la piccola Filigrana.
Queste scene mi piacciono e mi impauriscono. La scena che mi strappa più pensieri corre tra la fine dell’inverno e l’inizio della primavera; per la precisione, tra fine febbraio e inizio aprile.
Il mio giardino confuso6 annuncia l’arrivo di questa scena con lo sbocciare delle Fresie, profumatissimi fiori della famiglia delle Iridaceae. I bulbi li avrà piantati un saggio giardiniere7, distanziandoli meno di un palmo di mano l’uno dall’altro, in un’area inconsueta.
Quattro giorni fa ha piovuto. Le Fresie, sporgendosi dal cordolo in cemento, si specchiavano su una pozzanghera. Nonostante la torbidezza dell’acqua, il giallo intenso dei petali scintillava. Sento che questi giorni vicini alla primavera doneranno loro, oltre all’amicizia e alla nostalgia, un nuovo simbolo: il simbolo di una primavera “custodita” da un decreto8.
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1 Hai mai provato ad ampliare i quattro pilastri dell’agricoltura naturale di Masanobu Fukuoka al giardinaggio? I risultati sono sorprendenti. Mi riferisco soprattutto il primo pilastro, “Nessuna lavorazione”: «Quando il suolo viene lavorato l’ambiente naturale è alterato oltre ogni possibilità di comprensione», M. Fukuoka, La rivoluzione del filo di paglia, Libreria Editrice Fiorentina, p. 59. È l’utile ricordare gli altri tre pilastri: “Nessun concime chimico né composto preparato”, “Nessun diserbo, né con l’erpice, né coi diserbanti”, “Nessuna dipendenza da prodotti chimici”.
2 Ho trovato qui un riscontro confortante: «Progettare vuol dire connettere tra loro i vari elementi di un sistema. Non si tratta di considerare uno specchio d’acqua, una gallina o un albero come elementi isolati; ma il modo in cui l’acqua, la gallina e l’albero sono in relazione tra loro», B. Mollison, R.M. Slay, Introduzione alla permacultura, Terra Nuova Edizioni, p. 11.
3 «Il giardino è per eccellenza il regno dell’illusione teatrale», P. Grimal, L’arte dei giardini. Una breve storia, Feltrinelli, 72.
4 Dello stesso avviso è Russel Page: «Più del risultato, mi hanno procurato soddisfazione soprattutto le trasformazioni», R. Page, L’educazione di un giardiniere, Allemandi, p. 53. In un saggio, Joseph Addison testimonia che: «Gli scrittori che hanno descritto la Cina ci narrano che gli abitanti di quel paese ridono delle piantagioni di noi europei, concepite con regolo e corda, perché, a loro dire, chiunque è capace di disporre alberi in file uguali, con disegni uniformi. Essi preferiscono mostrare il loro genio […] celando l’arte da essi scelta a guida. Hanno una parola, pare, nella loro lingua, con la quale esprimono la particolare bellezza di una piantagione che così colpisce immantinenti l’immaginazione, senza svelare quale sia la cosa che produce un effetto così gradevole», J. Addison, I piaceri dell’immaginazione, Aesthetica, p. 41.
5 Detta anche Erba Tortora, Succiamele o Scarlattina.
6 Confuso, certo. Eppure indispensabile: «Il giardino dove, in un sapiente disordine, cresce tutto ciò di cui si ha bisogno, dove si può trovare tutto quello che è necessario, non soltanto per nutrirsi, ma anche per curarsi e per agghindarsi, assomiglia molto, ancora oggi […], ai più antichi giardini conosciuti, e persino a quel giardino dell’Eden, che etimologicamente significa giardino della voluttà, in cui l’uomo è nato, dove avrebbe potuto vivere appagato e forse anche immortale», J. Brosse, La magia delle piante, Edizioni Studio Tesi, p. 113.
7 In merito, William Morrris scrive che è efficace porre i bulbi: «nei punti incolti o semi-incolti delle nostre residenze di campagna e nelle zone più accidentate di un giardino, indipendentemente dal luogo ove si trova o dal modo in cui è disposto. Un uso che produrrà effetti interessanti e belli più di ogni altro», W. Morris, Il giardino naturale, Orme editori, p. 27.
8 Dpcm del 9 marzo 2020: «Articolo 1. Misure urgenti di contenimento del contagio sull‘intero territorio nazionale. 1) Allo scopo di contrastare e contenere il diffondersi del virus COVID-19 le misure di cui all’art. 1 del decreto del Presidente del Consiglio dei ministri 8 marzo 2020 sono estese all’intero territorio nazionale. 2) Sull’intero territorio nazionale è vietata ogni forma di assembramento di persone in luoghi pubblici o aperti al pubblico».