I campi appena concimati rigurgitano l’odore intenso della fertilità quando arriviamo
all’interno di un’azienda agricola che risuona abbondantemente dello stesso aroma e, si sa, che lo dice anche De André, “dai diamanti non nasce niente…” solo che, nonostante questa prepotenza olfattiva, ci metto un po’ a focalizzare che forse, tutto questo, altro non fa che parlare, in più lingue complementari, della fertilità di questo momento.
Ma andiamo con ordine.
18 marzo, Modena. Incontro Nazionale di Promopaglia
All’incontro nazionale di Promopaglia siamo in molti, più di 100 persone da 14 regioni italiane. L’incontro serve a presentare la giovane associazione culturale per la promozione e la diffusione della paglia in architettura, ingegneria e costruzioni e ad introdurre l’ESBG, incontro internazionale sulle costruzioni in paglia che avverrà a giugno a Venezia, organizzato dalla suddetta associazione.

Tutto inizia con un classico cerchio di presentazione sintetica “chi sono, da dove vengo e di cosa mi occupo/perché sono qui”. Non siamo tutti presenti al cerchio ma siamo comunque già in molti e alla ola di nomi, provenienze e occupazione riconosco persone che conoscevo solo nel virtuale grazie alle pagine ed ai gruppi facebook dedicati all’argomento delle costruzioni in balle di paglia ed inizio ad associare i nomi a facce reali.
Una sensazione di umanizzante piacere
La prima annotazione che faccio mentalmente è la parità: ingegneri e architetti che prima popolavano in maniera preponderante questo tipo di incontri, vengono quasi uguagliati in numero da artigiani ed imprese; in questo incontro in particolare quasi tutti i presenti sono persone che hanno già lavorato, a diverso titolo e per diverso tempo con la paglia come materiale da costruzione, secondo dato che appunto.

Già solo per queste due informazioni questa giornata è unica nel suo genere.
Le costruzioni in balle di paglia in Italia, stanno via via, sempre più diffondendosi
Nell’incontro si è parlato di una stima approssimativa di circa 300 case sul territorio nazionale, un dato importante che cresce via via nel tempo.
Crescendo questo dato, cresce anche il numero di professionisti che con ruoli diversi si occupano del tema e con questo cresce anche la professionalità degli stessi.

E sembra un gioco di parole ma quando, agli inizi del 2000, questo tipo di edilizia ha fatto la sua comparsa per la prima volta nel nostro paese, c’era poco o niente di professionale, molta passione, molta motivazione, molto desiderio di imparare erano gli ingredienti grazie a quale questo campo è via via cresciuto.
Oggi il mondo delle costruzioni in paglia è un mondo che per sua natura è legato alla sostenibilità (la comune balla di paglia che nelle costruzioni può essere vista come “blocco in fibra vegetale precompressa” arriva comunque da uno scarto della lavorazione dei cereali e quindi è un materiale naturale, spesso locale, riciclabile al 100%) e come altri settori legati a questa tematica si trova ad affrontare la sfida del mercato, sfida che è intesa nella ricerca costante e continua di risorse ed energia, anche economiche, per continuare a vivere.
Come professionisti infatti esistiamo solo se c’è un mercato entro cui svolgere la nostra professione
Nella presentazione dell’associazione ricorre più volte la parola “mercato”, come un mantra che identifica il punto focale attorno al quale ruotano gli altri argomenti: sensibilizzazione, divulgazione, informazione, diffusione, ricerca e sviluppo.
E’ sempre più attuale quindi la domanda: cosa possiamo fare per aumentare questo mercato? Qual’è il nostro ruolo all’interno di un sistema complesso in cui viene attribuito un valore alla sostenibilità? Chi sceglie questo valore? Chi paga er questo?
Stefano Soldati e Carlo Micheletti ci raccontano di come l’associazione voglia iniziare a dare una risposta identificando una linea di azione verso un servizio di consulenza ed informazione che sia il più oggettivo possibile, ancora da decidere le modalità di azione e di lavoro dell’associazione.

Mentre li ascolto e continuo a respirare nell’aria questa fecondità, mi lascio ispirare dal contesto, dall’essere qui ora e dalla ricchezza di questo momento condiviso, e penso che forse è questo che possiamo iniziare a fare, adesso. Stare insieme.
A Modena, sabato, eravamo in tanti ed eravamo insieme
Non c’è stata occasione di un confronto vero e proprio rispetto ai tanti argomenti sollevati anche solo di sfuggita dagli interventi della platea – dato il fitto ordine del giorno e il limitato tempo a disposizione – eppure sentivo nelle domande poste ad alta voce durante la presentazione e nelle conversazioni avute con alcuni dei partecipanti nei momenti di scambio conviviale un desiderio di parlare delle nostre esperienze, di conoscerci e di capire quello che facciamo (oltre a quello che scriviamo sulle nostre pagine social), una volontà di cercare di avere attraverso i racconti degli altri un quadro più ampio, un punto di vista differente.
Il desiderio di affrontare tematiche importanti per la nostra sopravvivenza in questo settore come la definizione di un prezziario regionale, la continua formazione (delle imprese, dei progettisti), il coinvolgimento dei tecnici locali, le università, argomenti che ad oggi ognuno affronta per se e da se, spesso pagando sulla propria pelle attraverso la propria esperienza il raggiungimento – a volte precario – di qualche equilibrio, anche se in molti sappiamo quanto insieme potremmo davvero fare la differenza.
Sarebbe bello per me partire da qui, dal creare momenti di incontro e di confronto, che rendano fertile questa relazione.
E pensavo che è vero che la relazione è faticosa e necessita di motivazione, e che siamo diversi, abitiamo lontano e gli interessi personali e di mercato non sempre coincidono, eppure sento che in fondo questa è la nostra occasione.
La paglia arriverà anche quest’anno
Se sarà un’annata buona lo scopriremo a giugno per questo possiamo solo aspettare. Quello che possiamo fare, invece, adesso è seminare.
Il concime ce l’abbiamo, la giornata di oggi ne è la prova, il terreno è pronto, i semi siamo noi; come e dove vogliamo fiorire possiamo sceglierlo, è uno dei vantaggi di non essere piante.
PS Un grazie agli organizzatori della giornata per aver reso possibile questa ventata di possibilità, per averci dato l’occasione di essere insieme ed iniziare a conoscerci. Grazie a tutti i partecipanti perché la presenza di ognuno di noi è stata preziosa.
E grazie anche a quelli che non sono venuti e avrebbero voluto esserci perché ci fanno sapere che non siamo in tanti, siamo ancora di più.