Articolo originale pubblicato il 20 Novembre 2015
Ceinture Aliment-terre (“cintura alimentare” in francese) è stata fondata sull’idea che un cambiamento significativo, a Liegi, ha bisogno di essere un cambiamento sistemico, e richiede un pensiero più imprenditoriale e professionale.
In una città con una lunga tradizione industriale e nella produzione di acciaio, gran parte della terra urbana è troppo contaminata per la coltivazione di cibo, così l’idea di Ceinture Aliment-terre è quello di ricollegare la città con il suo territorio periferico, di utilizzare un rilancio della produzione alimentare locale per ri-immaginare l’economia locale . La regione ha perso molti dei suoi piccoli produttori negli ultimi anni, mentre l’agricoltura intensiva è cresciuta. E ‘una storia raccontata nel video qui sotto, realizzato appositamente per 21 Storie di transizione.
Lavorando con un certo numero di organizzazioni partner, Ceinture Aliment-terre ha avuto inizio con un grande evento di lancio, sostenuta dalla Regione. L’evento ha posto la domanda: “Come gestire, in 25-30 anni, la trasformazione del sistema alimentare locale in modo da renderlo più democratico, locale ed ecologico?” Sono stati individuati due filoni per il suo lavoro, creando in primo luogo “nuove intelligenze” attorno alla produzione di cibo, nuovi modelli e modi di pensare, e in secondo luogo creando progetti reali e nuove infrastrutture sul campo. Ecco un filmato sull’evento del lancio:
Svariate nuove imprese stanno già emergendo, una per la crescita di funghi sui fondi di caffè, una per la produzione di semi, ed è allo studio il lancio di un negozio collaborativo gestito dai suoi membri. Un progetto pilota del Ceinture Aliment-terre, la nuova cooperativa Les Compagnons de la terre (‘I Compagni della Terra’) ha creato due orti.
Uno, a Ecotopia, un sito di 10 acri (4 ettari) posto sul limite della città, già sede di un gruppo di artisti, una scuola materna Montessori e un progetto di Agricoltura supportato dalla comunità, sta fornendo cibo a sufficienza con casette di ortaggi per 40 famiglie a settimana.
Eì in corso inoltre un secondo giardino, in una piccola fattoria didattica ecologica. Al momento entrambi sono gestiti da volontari, ma dall’inizio del 2016 la cooperativa prevede di creare 3 posti di lavoro. Il progetto ha un afflusso costante di volontari che non sono stati precedentemente coinvolti nella Transizione.
Nel 2016 prevedono di aggiungere anche un sito di 74 acri (30 ettari). Il loro scopo è creare 20 posti di lavoro qualificati entro 5 anni, un modello, che se replicato nella regione della Wallonia, potrebbe creare 44.000 posti di lavoro.
Ciò potrebbe generare 3.9 miliardi di euro nutrendo 3,5 milioni di persone su un terzo dei terreni agricoli della zona. Quando siamo andati in stampa con 21 Storie di transizione, la cooperativa aveva già 150 membri e aveva guadagnato 90.000 euro. In aggiunta, una fondazione privata, Terre de Vie, ha appena deciso di investire 225.000 € per i prossimi tre anni! E il principale settimanale del Belgio, nella parte francofona della nazione (Le Vif / L’Express) ha pubblicato un grande articolo (vedi sotto) sulla “richiesta di investimento cittadino” del gruppo.
Messaggio per COP21: “Abbiamo bisogno di andare oltre l’idea che non ci sia, come Margaret Thatcher disse: “Nessuna alternativa”. Vogliamo dimostrare che l’alternativa può essere seria, professionale, e un vero e proprio sostituto del modello economico oggi esistente. Può creare posti di lavoro e nutrire la gente”. Christian Jonet, Liège en Transition.
Traduzione di Simona Caracciolo
Fonte: https://cop21.transitionnetwork.org/les-compagnons-de-la-terre/