21 Storie di Transizione. Il Potager Alhambra

Rob Hopkins ci racconta come in un quartiere a luci rosse di Bruxelles la comunità locale con l'aiuto del gruppo in Transizione abbia dato risposto con la creazione di un nuovo giardino urbano commestibile!

0
2540

Articolo originale pubblicato il 28 ottobre 2015

Il giardino “Potager Alhambra” è il primo soggetto delle nostre 21 storie di Transizione (potager in francese significa orto e Alhambra è il quartiere dell’area “1000 Bruxelles”). Sono stato a Buxelles di recente e ho vistato il giardino, dove sono stato salutato da alcuni membri del gruppo, il più affascinante e devoto gruppo di Transitioner che abbia incontrato. Eccovi l’intervista che ho rivolto a Sebastien Mathieu, vicino al piccolo ma splendido orto.


Stare nel giardino illuminato dai lampioni locali è stata una esperienza magica. È uno di quei momenti in cui puoi sentire il tuo cervello ricalibrarsi. Sei in una strada in una delle più grandi città di una delle parti più urbanizzate d’Europa, ma allo stesso tempo sei circondato di cassoni rialzati, piantine di insalata, piante di pomodori al termine della loro stagione e le ultime zucchine. Ci si sente fuori luogo, incongrui, ma anche molto bene. Davvero molto bene. Ho ricevuto in dono un vaso di marmellata di pomodori verdi, fatta con i pomodori del giardino. Era come tenere in mano qualcosa di raro, prezioso come l’oro. Marmellata di una strada di Bruxelles:

Bruxelles Città in transizione street jam
“Brussels Street Jam”, marmellata prodotta nel Potager Alambra di Bruxelles.

Per me la domanda che emerge con forza da questo progetto, e da tutti i progetti di produzione alimentare nelle ’21 Transition Stories’ è: che cosa hanno coltivato? In un progetto in cui ogni famiglia ha un pezzo di terra di un metro per un metro nessuno si avvicina nemmeno all’autosufficienza. Ma questo è un giardino in cui cresce molto di più. Vi cresce una comunità. Vi cresce fiducia in se stessi e la consapevolezza di poter cambiare il mondo in torno a sé. Molte delle persone che hanno fondato l’orto, un anno dopo hanno dato il via a notevoli risposte comunitarie alla crisi dei rifugiati. Vi crescono la convivialità e un luogo sicuro. In una strada in cui normalmente i bambini non si avventurerebbero mai, mi hanno detto che adesso quando la gente lavora nell’orto, la raggiungono in pochi minuti i bambini che vogliono conversare e aiutare. Vi cresce l’incoraggiamento. La gente delle strade circostanti stanno già cominciando a chiedere come possono creare i propri giardini.

L'orto commestibile in città costruzione di comunità
I letti rialzati del Potager Potager Alhambra. Esempio di Permacultura Urbana.

Tutto ciò mi porta ad alcune riflessioni sul numero 13. Il Potager Alhambra contiene 13 letti rialzati. Quando i vicini delle vie limitrofe si avvicinano al gruppo a chiedere di realizzare la propria versione del Potager, gli viene detto che il primo passo è coinvolgere 13 abitanti della strada che si impegnino a prendersi cura di uno degli orti. Come qualcuno ha sottolineato nel corso di una presentazione in cui ho raccontato questa storia, il 13 è un numero interessante. E’ abbastanza piccolo da sentire che è possibile, realizzabile. E’ solo 13. Ma allo stesso tempo coinvolgere 13 persone richiede un certo sforzo per uscire fuori della nostra zona di comfort. Il numero 13 ti invoglia a bussare alla porte dei tuoi vicini. Ci spinge  a presentare noi stessi agli altri. Quindi, solo il processo di trovare gli altre 12 giardinieri è già un passo affascinante nella sfera della transizione.

Messaggio per COP21:“Siamo pronti a cambiare. Abbiamo già cominciato nel nostro quartiere ed è fantastico!”
Sébastien Mathieu, 1000 Bruxelles in Transizione

Tradotto da Flavio Troisi
Fonte: https://cop21.transitionnetwork.org/potager-alhambra/