La permacultura ha una storia quarantennale ed è ormai un movimento di respiro globale. Come descriveresti il movimento allo stato attuale? Che fase sta attraversando?
La permacultura è una pratica globale. C’è stato un grande cambiamento, da una scena internazionale a maggioranza maschile a una situazione in cui sempre più donne sono coinvolte nella permacultura. Ad esempio, nel corso di design di permacultura che tengo ogni anno nella città di Glasgow, in genere abbiamo 2-4 uomini su 20 partecipanti.
Un altro grande cambiamento, credo, è che la permacultura sta diventando parte integrante nella psiche della nazione [la Scozia NdT], in quanto c’è una percentuale crescente di persone che si rendono conto che il collegamento alla natura, e la connessione al nostro cibo sono essenziali per il nostro benessere fisico e mentale (che la chiamano permacultura oppure no). Credo che stiamo raggiungendo un punto di svolta, spero solo che ci arriviamo prima possibile per evitare il punto di non ritorno del cambiamento climatico.
Più nello specifico, ci descrivi lo stato di salute della permacultura nel tuo Paese?
La permacultura è ancora in crescita nel nostro Paese. Ci sono 2-5 PDC ogni anno in Scozia, e la maggior parte dei partecipanti sono persone del luogo. Permacultura Scozia è una rete in crescita di anno in anno. Organizziamo degli eventi annuali in modo che le persone possano condividere competenze ed esperienze.
Secondo te quali sono i punti di forza del movimento e quali le sue aree di miglioramento oggi per crescere e diffondersi sempre di più?
La permacultura presenta soluzioni a tutti i problemi globali, dal cambiamento climatico ai campi profughi; dalla scarsità d’acqua alle inondazioni. Si può applicare sia alle persone nel Sud del mondo e del Nord, sia alle nazioni ricche che a quelle emergenti. Anche se le persone benestanti sembrano non troppo sensibili a questi problemi.
Per crescere e diffondersi la permacultura dovrebbe essere integrata nel programma scolastico, dovrebbe essere insegnata ad un livello di base ad ogni persona che frequenta qualsiasi scuola o istituto scolastico. Questo è essenziale, perché attualmente solo coloro che hanno il tempo, i soldi e la voglia di conoscere la permacultura frequentano un Corso di Design di Permacultura. L’integrazione della permacultura nella formazione di ogni bambino può cambiare il paradigma dominante in favore di uno nuovo centrato sulla sostenibilità.
Ci ha colpito il titolo del tuo workshop all’EUPC2016. Ti va di parlarcene?
Children in Permaculture è un progetto europeo che riconosce che il cambiamento passa attraverso l’educazione delle prossime generazioni. Quando siamo adulti non è facile smettere di fare qualcosa, disimparare e cambiare le nostre abitudini. Ecco perché abbiamo bisogno di cambiare l’educazione che i bambini ricevono. Il nostro progetto mira a fornire reti, risorse e ispirazione per sostenere una formazione in permacultura dei bambini.

Massimo d’Azeglio, un personaggio storico del nostro Paese, quando l’Italia fu unificata, nel 1861, disse: “Ora che abbiamo fatto l’Italia, dobbiamo fare gli Italiani”. Ci è capitato di pensare che ogni permacultore attivo è concittadino di un mondo migliore alla cui partecipazione sta contribuendo e per questo dovrebbe essere fiero di sé. Ti chiediamo: ora che abbiamo fatto la permacultura, come possiamo fare i permacultori?
Mi piace questa domanda!
Tutto dipende dal modo in cui vediamo il mondo, con la consapevolezza che ogni cosa che fai ha delle ripercussioni su altre persone e altre specie. Se lo capisci in profondità, allora puoi influenzare ciò che scegli di fare. Quindi, come possiamo permettere alle persone di pensare e vedere il mondo in modo diverso?
David Sobel dice: “Se vogliamo che i bambini rifioriscano e diventino gli uomini e le donne del futuro, dobbiamo permettere loro di amare la terra prima di chiedere loro di salvarla.”
Uno dei principi della permacultura è “lavorare con la natura“. Quindi dobbiamo prima imparare come funziona la natura in modo che possiamo lavorare con lei. Children in Permaculture ha creato un programma per i bambini sulla permacultura. Stiamo creando case studies, sessioni di formazione, attività e altre risorse per sostenere gli educatori (compresi i genitori) in modo da condividere la permacultura con i bambini, date un’occhiata al sito: www.childreninpermaculture.com
Ambiente urbano o rurale. Dove pensi che la Permacultura avrà un maggiore impatto in futuro.
Entrambi, o non importa. Abbiamo bisogno di dare voce alla permacultura nei cuori e nelle menti delle persone e nelle loro interazioni con tutte le altre specie. Se si inizia a produrre cibo in città allora significa che si coltiva meno cibo in campagna, in questo modo abbiamo l’impatto della permacultura sia in città che in campagna.
Se la permacultura viene utilizzata in un ambiente urbano, le persone vivranno in modo più sostenibile secondo le etiche: cura della terra, la cura delle persone, equa condivisione delle risorse.
Ad esempio smettere di prendere l’aereo comporta un piccolo cambiamento nella nostra vita. Eppure crea un effetto enorme sul nostro impatto ecologico. Se più persone lo fanno, allora l’effetto si farà sentire nelle aree urbane, rurali e atmosferiche, con una riduzione dei cambiamenti climatici a livello globale.
Troppe persone vivono attualmente nei centri urbani, di certo nel mio paese, dal momento che sono state allontanate dalla terra per far posto alle pecore, ci sono molte case bruciate dove abitavano intere famiglie, clan, tribù. Abbiamo bisogno di più persone che ritornino alla terra, per invertire l’attuale sistema dove poche persone posseggono la maggior parte dei terreni di proprietà. Questo si traduce in un disastro ecologico.
In molte parti del mondo il mercato del lavoro sta subendo un ridimensionamento drammatico e ci sono sempre meno opportunità lavorative. La permacultura può essere la soluzione?
Ci sono diverse possibilità in futuro – la permacultura offre la speranza – la speranza per la vita, per la gente, per il rispetto, il valore che viene da un buon lavoro ben fatto. La gente ha bisogno di valorizzare il vero significato della ricchezza, che non vuol dire avere un sacco di soldi, si tratta di avere abbastanza risorse per soddisfare le nostre esigenze di base e di condividere qualcosa con i nostri amici e parenti.
La permacultura è generalmente una corrente di pensiero contro il materialismo e l’accumulazione infinita di beni, danaro e piacere…se non ha una natura materialista, possiamo dire che ha una dimensione spirituale?
La permacultura non è spirituale, anche se è appagante.
In quale specifico campo della permacultura stai lavorando al momento?
Insegnamento della Permacultura; Sviluppo del Permaculture Scotland Network; Children in Permaculture.
In Italia per diverse persone non è ancora chiaro quali siano i requisiti che un insegnante di permacultura deve rispettare per impartire il PDC di 72 ore e quale sia il percorso di studi per conseguire il diploma in permacultura valido internazionalmente. Purtroppo ci sono state diverse diatribe. Considerata la tua esperienza, qual è la tua risposta in merito alle caratteristiche che un buon insegnante e un buon corso di studi dovrebbero soddisfare per garantire l’adeguato livello qualitativo in tutto il mondo?
Guardate l’ultima revisione delle qualifiche richieste per essere un insegnante PDC del Regno Unito – ci sono diversi percorsi:
https://www.permaculture.org.uk/education/who-can-award-our-pdc-certificates
La nostra rivista online sta proponendo gli articoli di tanti permacultori internazionali, tradotti in italiano. In questo modo speriamo di contribuire alla creazione di uno spirito di appartenenza al movimento internazionale della permacultura. Che cosa ci consigli di fare per riuscirci sempre meglio?
State facendo un buon lavoro, continuate cosi. Assicuratevi che le traduzioni vengono effettivamente lette, traducete il materiale prodotto da Children In Permaculture, mettete i sottotitoli ai video e pubblicateli online con YouTube o Vimeo.

Lusi Alderslowe ha ottenuto un Honours degree in Psicologia ed un riconoscimento speciale per il suo Master in Science in Human Ecology. Nel 2005 ha messo al mondo il suo primo bambino e ha completato il suo PDC con un neonato fra le braccia. Questa combinazione l’ha portata, da quel momento, a lavorare con i bambini in permacultura. Nel 2009 ha riavviato Permaculture Scotland, organizzando riunioni annuali (inclusa una convergenza con 200 partecipanti) e coordinato il progetto ScotLAND. Lusi gestisce attività all’aria aperta con i bambini della sua scuola locale e alla Fun Outdoors, un progetto doposcuola che ha co-fondato nel 2012. Durante gli ultimi 10 anni Lusi è stata tata, “genitore nella foresta”, insegnante a casa, Capo della Scuola nella Foresta (livello 3), madre, giardiniere scolastico, ispettrice, coordinatrice, giardiniere forestale, organizzatrice di raccolte fondi e divertimento!