A cura di Massimo Giorgini
“Sono diventata profondamente consapevole del fatto che quando è facile articolare ciò che è interessante in un nuovo approccio al cambiamento, è probabile che non ci sia nulla di nuovo in esso.”
Nora Bateson
In diverse occasioni ci è stato detto che non è semplice capire cos’è il “Corso permacultura personale e sociale” e a cosa serve. Questa difficoltà di comprensione in parte è dovuta al fatto che possiamo migliorare nella comunicazione, ma in parte è dovuto al fatto che partecipare a questo corso permette alle persone di fare esperienze che sono molto diverse da quelle che sì possono trovare normalmente in un corso di formazione. Riprendendo la frase di Nora Bateson, gli aspetti originali e autenticamente trasformanti del nostro corso sono difficili da comunicare, proprio perché vanno a toccare aspetti solitamente non trattati in questo tipo di percorsi.
Colgo quindi l’occasione di una esperienza profonda e significativa che abbiamo vissuto di recente durante un weekend di formazione, per provare a descrivere cosa sì può imparare partecipando al “Corso di permacultura personale e sociale”.
Senza entrare troppo nel dettaglio racconto quello che è successo, passando dalle premesse, allo stato d’animo delle partecipanti, alla nostra risposta come facilitatori del processo, agli effetti nel gruppo.
Il mese precedente avevamo comunicato ai partecipanti un compito da preparare in vista dell’ultimo incontro del corso. A posteriori abbiamo capito che non avevamo sufficientemente preparato il terreno per questo tipo di compito e che non tutti sì sentivano pronti per svolgerlo. Il disagio di alcuni ha creato delle discussioni ed una polarizzazione all’interno del gruppo, che ha fatto emergere giudizi incrociati e un inizio di conflitto fra le parti. Nel consueto feedback di inizio weekend del sabato mattina tutto questo malessere è emerso con parole ed emozioni molto forti e profonde.
In quel momento ci siamo posti le domande. Che fare adesso? Come proseguire? Qual è la scelta migliore per accompagnare il gruppo ed i singoli in questo momento di crisi?
Non abbiamo avuto dubbi, non avrebbe avuto senso, per quello che insegniamo in questo corso, andare avanti come se nulla fosse con la sessione teorico-pratica in programma, rimandando ad un secondo momento la risoluzione dei problemi e dei conflitti emersi.
Il gruppo nel suo complesso aveva bisogno di una risposta a questo malessere nel qui ed ora di quel momento; se noi facilitatori non l’avessimo colta avremmo tradito gli stessi principi di cura delle persone e delle relazioni che sono alla base della scuola, avremmo mancato di integrità. Come spesso ho visto fare in corsi dedicati alla crescita personale o alla facilitazione dei gruppi, sì insegnano concetti bellissimi durante le lezioni e poi, di fronte a situazioni come questa, sì dimenticano e non sì mettono in pratica, tagliando corto per un’esigenza di produttività e di efficienza.
Ma non è proprio questo eccesso di produttività ed efficienza uno dei grandi problemi della nostra società attuale, dove tutto viene macinato e consumato in fretta perché non c’è tempo di vivere pienamente le esperienze?
Quindi ci siamo immersi in questa esperienza di rigenerazione profonda delle relazioni nel gruppo: l’abbiamo definita così dopo averla vissuta ma in quel momento non era così chiaro cosa sarebbe emerso. Pur provando anche noi facilitatori forti emozioni, siamo stati sorretti da una fiducia di fondo nelle capacità rigenerative dell’ascolto reciproco, dell’empatia e del dialogo profondo.
A poco a poco le emozioni e le parole sì sono trasformate; la separazione tra le persone, tra i vissuti ed i punti di vista, abbastanza netta all’inizio del dialogo, sì è man mano sfumata grazie ad una maggiore comprensione reciproca. Ciascuno ha ricevuto ciò che gli era mancato: chi non sì era sentito ascoltato e compreso ha ricevuto ascolto e comprensione, chi sì era sentito giudicato sì è sentito accolto ed accettato, chi sentiva di aver ragione ha potuto riconsiderare le opinioni degli altri e ampliare la propria visione, chi aveva sentito una separazione nel gruppo ha potuto sentire il gruppo più unito e coeso.
Ancora una volta abbiamo osservato con stupore il potere dell’ascolto e del dialogo profondo, la meraviglia di ritrovare l’armonia perduta, il piacere di condividere un percorso comune dove la cura delle relazioni ha un effetto benefico su tutto il gruppo.
In analogia con quanto avviene negli ecosistemi naturali, il dialogo ci ha permesso di compostare le emozioni difficili trasformandole in gioia, piacere di sentirsi parte del gruppo, soddisfazione per aver trovato una risposta ai propri disagi.
Al termine di questo processo tutti i presenti erano d’accordo nel dire che questa esperienza vissuta è stata una vera e propria lezione dalla quale tutti quanti abbiamo imparato tanto. Come spesso accade, vivere l’esperienza ci ha fatto toccare e comprendere profondamente aspetti che difficilmente avremmo potuto comprendere in altro modo. In altre parole, abbiamo colto l’occasione unica di questi disagi emersi nel gruppo per approfondire il bagaglio esperienziale dei presenti nell’ambito della facilitazione dei gruppi, del benessere e della cura delle relazioni.
Ciò che abbiamo appreso ha permesso anche di trascendere una dicotomia che era emersa nel gruppo tra chi frequenta il corso prevalentemente per fare un’esperienza di crescita personale e chi lo frequenta per conoscere metodi e strumenti di facilitazione di gruppi e progetti sociali. L’esperienza fatta ha mostrato come i due aspetti siano strettamente collegati: non possiamo utilizzare correttamente strumenti e metodi di facilitazione di gruppo se non siamo attenti alla crescita ed al benessere delle persone e, al tempo stesso, una appropriata facilitazione del processo di gruppo può favorire un maggiore benessere e una crescita personale degli individui.
E questa è una delle caratteristiche peculiari della nostra scuola difficili da comunicare e da far comprendere: l’importanza di integrazione tra la facilitazione dei processi di gruppo e la crescita ed il benessere personale. Questa esperienza è stata una bellissima occasione per vivere insieme a tutto il gruppo cosa significa questa integrazione nella sua trasformante concretezza.
Colgo l’occasione per ringraziare i partecipanti al corso per averci stimolato e per aver accolto la nostra proposta di immergerci pienamente in questa esperienza di apprendimento profondo.