Intervista a Carmen Ruello

Marco Matera intervista Carmen Ruello, Biologa Sistemica, freelance, scrittrice, conferenziera, docente presso una scuola di naturopatia, terapeuta “olistica”, direttore scientifico di un’associazione ma soprattutto una Sognatrice.

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Carmen Ruello Ferment Academy
Carmen Ruello di Ferment Academy

Ho avuto la fortuna di conoscere Carmen Ruello a tavola!

Dopo una giornata rovente nel messinese a lavorare per la futura casa di canapa di Sementi Indipendenti di Eva Polare è spuntato il team di Ferment Academy a deliziarci con un Menu di Fitoterapia Alimentare.

Ecco la sequenza delle bontà.

– Insalata verde con salsa probiotica bacche di sambuco e pepe rosa.
– Tagliatelle gluten free al pesto genovese con patate e fagiolini.
– Focacce gluten free con verdure miste (zucche, fiori di zucca, tenerumi, cicoria, farinaccio, paesanella, cipolle, pomodori).

Dessert: conoscere Carmen Ruello.

Ciao Carmen, ci vuoi parlare un po’ di te? Chi sei? Come sei approdata al mondo della permacultura?

Chi sono? Essenzialmente uno Spirito Libero! Sono una scienziata atipica, mi piace la multidisciplinarietà, mi interessa guardare le cose da più angolazioni, superare la parcellizzazione del sapere e l’imperialismo disciplinare che dominano il panorama scientifico mondiale e che favoriscono l’attuale deriva di senso tipica ad esempio della medicina ufficiale.

Sono una Biologa Sistemica. Sono anche una “visionaria”, un’utopista convinta che l’essere umano possa trovare il suo posto nel mondo in armonia con se stesso, con gli altri animali e con l’intera Biosfera.

La prima volta che ho sentito parlare di Permacultura è stato negli anni novanta da Pippo Barrile il cantante dei Kunsertu, ai tempi impegnato anche nelle vesti di permacultore in un progetto di riqualificazione del Forte San Jachiddu, a Messina.

Mi avvicinai alla sua postazione piena di piantine e gli chiesi di cosa si trattasse. Poche parole che mi aprirono un mondo! Cominciai immediatamente ad approfondire con lo studio poiché mi sembrò subito che la permacultura potesse essere il sistema ideale per organizzare la produzione di cibo, il modo di abitare un territorio, la gestione delle acque, il rapporto con gli altri esseri viventi e più in generale con la materia abiotica. Insomma la via per stare al mondo nel rispetto assoluto degli ecosistemi.

Cosa rispondi quando la gente ti chiede “Che lavoro fai”?

Rispondo che sono una Biologa Sistemica, sapendo che questa risposta è enormemente riduttiva e che non bastano poche parole per descrivere il mio lavoro.

Sono ricercatrice freelance, scrittrice, conferenziera, docente presso una scuola di naturopatia della mia città, terapeuta “olistica”, direttore scientifico di un’associazione ma, soprattutto, sono e resto una Sognatrice.

Di recente hai facilitato due laboratori sulle fermentazioni “Calabria in Fermento” e “Lucania in Fermento”. Ci vuoi raccontare tu come è andata?

Il sud Italia è un universo affascinante e vivo, variegato e tenace, bellissimo e a tratti ancora molto selvaggio. Le persone che qui sono nate o che hanno scelto di viverci portano il “sole” nel cuore: grande fisicità, coinvolgimento emotivo nelle situazioni di loro interesse, calore e molta determinazione poiché sono consapevoli di muoversi in territori stupendi ma difficili.

I miei laboratori nel sud Italia sono sovente più ridotti nel numero di partecipanti ma sono comunque molto intensi, generano onde di entusiasmo e si creano fili invisibili che si estendono ben oltre la durata dei corsi.

Con i partecipanti rimaniamo sempre in contatto, nasce un legame profondo che testimonia la nostra interdipendenza, il desiderio di sentirsi ancora e confrontarsi, la fiducia nelle mie capacità di curandera, e soprattutto la gioia di camminare fianco a fianco e di impegnarsi insieme per un nobile scopo.
In Lucania tornerò presto per proseguire il lavoro appena abbozzato, abbiamo già fissato una nuova data.

Mi ha incuriosito il tuo progetto “Ferment Academy”. Ce ne vuoi parlare?

La Ferment Academy è un progetto molto ambizioso, uno di quelli partoriti dal mio emisfero visionario. Non si tratta solo di formare docenti preparati nelle tecniche di fermentazione e nei principi dell’ecologia microbica che è lo scopo più evidente, il primo che viene percepito.

Si tratta piuttosto di trasformare ciascun docente in un “fermento sociale” capace di agire nei territori nei quali andrà ad operare, seminando speranza e fiducia, promuovendo un risveglio delle potenzialità umane assopite e contaminando positivamente tutte le persone con le persone
con le quali entrerà in contatto proprio come fanno i Microrganismi, al fine di propagare in modo centrifugo e frattale le conoscenze acquisite: non solo come si prepara un kimchi o un FerVìda ma anche le teorie del Pianeta Simbiotico e del SuperOrganismo e la prassi della cooperazione.

Si tratta di costruire un nuovo paradigma in grado di portarci fuori dal vicolo cieco nel quale ci siamo cacciati, di far comprendere che il modello cooperativo è quello dominante sul nostro pianeta ed è più efficiente e conveniente di quello competitivo.

Si tratta di coltivare la speranza in un futuro migliore del presente che abbiamo ereditato.

Si tratta di promuovere nuovi stili di vita e cambi di direzione alla società in cui viviamo attraverso progetti concreti in cui i membri Ferment Academy si impegnano, insieme alle amministrazioni locali, all’associazionismo, alle fondazioni, nella produzione di risorse sostenibili, nello smaltimento autogestito dei rifiuti organici, nella depurazione e bioremediation in situ, nella conversione dei reflui, il tutto attraverso il sostegno prezioso dei Microrganismi.

Ferment Academy ha di recente lanciato un crowfunding. Domanda scomoda: perché dare il proprio contributo a Ferment Academy?

Perché la Ferment Academy siamo in fondo tutti noi, desiderosi di portare un contributo positivo e costruttivo sulla strada del cambiamento.

Perché la Ferment Academy lavora per il bene comune e per la felicità di tutti gli esseri viventi in una prospettiva ecosofica, ecocentrica ed antigerarchica.

Perché la Ferment Academy Settore Ricerca si impegna a trovare soluzioni concrete e a basso costo per affrontare le sfide quotidiane.
E soprattutto perché pubblica gratuitamente i risultati delle ricerche e tutti possono beneficiarne. E per continuare a farlo ho bisogno del sostegno di tutti.

Nel “Fiore della Permacultura” David Holmgren individua nel petalo “Salute e Benessere Spirituale” la medicina olistica e le cure preventive due punti importanti che contribuiscono alla creazione di un paradiso naturale, pieno di vita e di abbondanza. Senti il tuo lavoro abbia a che fare con tutto ciò?

Assolutamente si! Non si può pensare di progettare un villaggio che trascuri il benessere delle persone che lo abitano. La medicina olistica e le cure preventive sono perni cruciali di una comunità umana efficiente e felice.

Né si può concepire una medicina che sia indipendente dalle oasi-paradisi naturali pieni di vita e abbondanza perché un corpo sano si sviluppa in un ambiente sano.

Credo fortemente nel principio di non-dualità tra uomo e ambiente, Echo-funi in giapponese.

Una o più canzoni che hai in mente in questi giorni? E perché?

In questo periodo mi piace ascoltare “A muso duro” di Pietrangeli perché rispecchia la mia tenacia e la mia ostinazione nel perseguire i miei obiettivi, nella fedeltà ai miei principi etici, nello scrivere ciò che penso e sento senza piegarmi ai “dosaggi esatti degli esperti”, nella determinazione che non mi fa indietreggiare di fronte alle richieste/ordini di chi vorrebbe impormi una condotta precisa o tapparmi la bocca, anche se questo può tradursi in svantaggi economici o nella perdita di “prestigio”.

In generale sono affezionata alle canzoni di protesta, ai cantautori che hanno incarnato lo spirito ribelle ed anticonformista degli anni settanta traducendo in musica e parole i progetti e le speranze, le delusioni e le sconfitte di una generazione che investì tutto nel sogno rivoluzionario.
De Andrè, Manfredi, Guccini per citarne alcuni, ma anche tanti altri meno conosciuti.

A noi piace ridere e scherzare. Molte delle nostre interviste avvengono a cena in una situazione molto gioiosa. Ma proprio quando siamo piegati in due ci scappa la domanda a trabocchetto: secondo te “insieme possiamo farcela”?

Assolutamente si! Non tutto è perduto!
Attraverseremo tempi e prove durissimi, catastrofi naturali e disastri ambientali provocati dall’uomo, ma insieme possiamo superare tutto!
Sta a noi la scelta: imparare a cooperare subito o perire. Ed io credo ancora nell’immenso potere del lato luminoso della forza.

Ok domanda “political incorrect”, lo ammetto. Le nostre interviste sono spesso sui generis e crediamo nel mutuo scambio. Ti va di fare una domanda a Permacultura & Transizione? Risponderemo sinceramente ovviamente.

Cosa pensate dell’introduzione incontrollata di specie alloctone nel nostro territorio?

La Risposta di P&T:

Bella domanda a cui è difficile rispondere in maniera semplice senza prestare il fianco alle critiche.

Ci proviamo: l’introduzione di specie alloctone esiste nel bacino Mediterraneo sin da quando sono cominciati gli scambi commerciali fra le antiche civiltà, si pensi alla viticoltura che fu introdotta in Sicilia dai coloni greci. Inoltre se pensiamo ai Romani con le loro strade hanno facilitato la dispersione di piante via terra lungo tutti i territori dell’Impero Romano. Nell’epoca imperiale l’esotismo botanico fu una vera passione, nelle ville patrizie vennero piantumate specie esotiche ornamentali e commestibili per arricchire i loro banchetti. Con la diffusione del cristianesimo nel Medioevo, i monaci erano alla ricerca di nuove piante per le loro proprietà officinali, fino agli orti botanici del Rinascimento sorti come vivai per le piante con proprietà medicinali.

A furia di importare piante e sementi alloctone per i vari scopi (alimentari, ornamentali, officinali, frangivento, fibra, manifatturiere etc), direi che in Italia ci abbiamo preso un po’ la mano (secondo degli studi recenti le piante alloctone rappresentano il 13,4% della flora vascolare italiana), tanto che molti dei nostri paesaggi sono oggi caratterizzati da alcune di queste piante. Pensate ai cipressi in Toscana o al fico d’india nella “tipica” cartolina siciliana o al pomodoro come simbolo delle regioni del sud italia per non parlare delle patate, melanzane, peperoni che sono gli elementi fondanti della cucina mediterranea ma che sono state introdotte dopo la scoperta dell’America. E che dire dei “grani antichi siciliani” la cui origine è la Mezza Luna Fertile fra il Tigri e l’Eufrate? O degli agrumi che provengono originariamente dall’India e dall’Estremo Oriente?
Il discorso si complica se poi andiamo a vedere il grado di naturalizzazione e di invasività di queste piante. 

In breve, non è affatto facile dare una risposta esaustiva se poi consideriamo i cambiamenti climatici che introducono un’ulteriore elemento di complessità.

E’ ovvio che qualsiasi introduzione incontrollata genera degli scompensi all’ecosistema rubando nicchie di biodiversità agli endemismi tipici della flora spontanea locale. 

Noi di Permacultura & Transizione sogniamo che dopo ogni articolo, dopo ogni intervista pubblicata si avvii in Italia un piccolo processo di cambiamento o un piccola rivoluzione. Ti va di sognare con noi? Cosa avverrà dopo la pubblicazione di questa intervista?

Quando gli esseri umani si incontrano sulla base delle loro affinità, scoprendo passioni e percorsi condivisi, comprendendo che le reciproche competenze possono essere messe al servizio di un bene comune e superiore alle tendenze egoiche dei singoli, dimostrando nella pratica che un Sistema manifesta sempre proprietà emergenti che travalicano la semplice somma delle parti, allora la Cooperazione diviene una scelta automatica.

Cosa avverrà ? Le “Relazioni” tra i nostri reciproci mondi si intensificheranno, così come i progetti che ci vedranno collaborare. Ci renderemo conto sempre più dell’importanza di fare Rete aldilà delle specializzazioni e delle etichette.

Sogno la nascita di Comunità umane ispirate ai principi dell’Ecosofia che guardano al Regno delle Monere come modello esistenziale capace di coniugare i bisogni individuali alle necessità collettive.

Sogno che sempre più permacultori comprendano attraverso le fermentazioni Spontanee che i Microrganismi sono come i Midichlorian degli Jedi.

E cosa succederà dopo il tuo prossimo laboratorio?

Il mio prossimo laboratorio si terrà all’Ecovillaggio Tempo di Vivere. Spero che ciò contribuisca non solo alla diffusione di pratiche importanti sulla via dell’autosufficienza ma soprattutto alla nascita di un sodalizio duraturo tra le Monere (il mondo delle fermentazioni ma anche la filosofia che lo sussume) e le comunità intenzionali.

E poi Salina, con il nostro Taking Root, un momento importante per la Ferment Academy in cui presenteremo il progetto in itinere per gli anni a venire.

Un evento che racchiude in tre giorni tutto ciò di cui ho parlato in questa intervista.

Per ulteriori info su Ferment Academy:
Sito web: http://www.fermentacademy.com
Pagina Facebook: https://www.facebook.com/fermentacademy
Gruppo Facebook: https://www.facebook.com/groups/719381345119781/

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Nel bel mezzo della sua sfavillante carriera manageriale all'estero, fatta di viaggi in business class e meeting internazionali per conto di una delle peggiori multinazionali che l'umanità abbia mai potuto produrre, Marco scopre la Permacultura, se ne innamora, lascia il suo lavoro e decide cominciare la sua transizione interiore. Nel suo nuovo viaggio incontra tante persone stupende fra le quali Aranya, che gli insegna la Permacultura e gli dà una bella certificazione, poi Dave col quale impara la Permacultura urbana in una città dedita all'alienazione e al consumismo sfrenato, poi Naresh col quale intrattiene delle lunghe conversazioni sulla Transizione e dulcis in fundo Flavio col quale ride tanto e si inventa un modo sostenibile di fare impresa. Il suo sogno è quello di diventare un insegnante di Permacultura e di trasformare il suo Paese d'origine in un paradiso tanto da riguadagnarsi l'appellativo di Bel...Paese! Che cosa gli succederà in futuro nessuno lo sa, chissà quante altre meravigliose creature incontrerà. Frattanto lasciatelo sognare e progettare. E di tanto in tanto date un'occhiata agli articoli che pubblicherà!