Un giorno di autunno ricevo un messaggio che fa così: “Ciao Marco Matera! Mi chiamo Emanuela e vivo in un posto rurale in provincia di Palermo. Avrei bisogno di una breve consulenza per questioni riguardanti facilitazione e dinamiche di comunità, a cui, eventualmente far seguire una proposta…”
Da lì un lungo scambio di email, di telefonate, qualche incontro face-to-face un bel corso di Sociocrazia insieme, tante riflessioni, tanta comunicazione, tanto lavoro e sensibilità.
Emanuela D’Agostino ha una capacità comunicativa fortissima. E’ un’atropologa con un Master in Progettazione di Comunità, un diploma in Naturopatia, tanta esperienza da Wwoofer all’estero e un bel progetto per le mani. Scopriamolo insieme.
Ciao Emanuela, ci vuoi parlare un po’ di te? Chi sei? Come sei approdata al mondo della permacultura?
Questa è una domanda che mi lascia sempre un po’ interdetta…chi sono? Che sarebbe un po’ come dire: in chi/che cosa mi identifico (deformazione professionale!!!)?! Dunque, innanzitutto posso dire che ho 34 anni e sono nata a Palermo. Da bambina e adolescente sono sempre stata appassionata di danza e teatro, motivo per il quale, a 19 anni mi sono trasferita a Torino, dove ho studiato Antropologia e ho lavorato nel campo del sociale (per un po’ ho coordinato alcune attività della Banca del Tempo di San Salvario), dell’arte e del teatro e della danza. Ho anche praticato tanto yoga e meditazione. Ad un certo punto mi sono incominciata ad interessare a quella branca dell’Antropologia che prende il nome di Etnobotanica: è stato proprio a quel punto che ho deciso di incominciare a studiare le piante officinali e i rimedi naturali.
Contemporaneamente si è sviluppata in me l’esigenza. sempre più forte, di vivere in un luogo immerso nella natura e così mi sono avvicinata al mondo degli ecovillaggi e delle comunità rurali. Nel 2010, dopo aver terminato un Master in Teatro Sociale e di Comunità, incentrato sulla Gestione di Dinamiche di Gruppo tramite gli strumenti del teatro, della danza e della comunicazione non violenta, ho intrapreso un viaggio in Brasile come Wwofer, alla scoperta di comunità rurali legate in qualche modo al mondo delle piante officinali e dei rimedi tradizionali locali.
Così, in parallelo, sono approdata anche al mondo della permacultura. Al mio rientro in Italia, ho deciso di riconnettermi con le mie radici e perciò di trasferirmi nuovamente nella mia terra di origine, la Sicilia, per lavorare nel campo degli stili di vita sostenibili e del benessere (ho organizzato festival, eventi e gestito aree dedicate alla tematica) ed intraprendere un percorso a stretto contatto con la natura.
Così sono diventata naturopata, ho incominciato a lavorare con le piante officinali e con le discipline olistiche e bioenergetiche e attualmente posseggo 3 ettari di terreno a Polizzi Generosa, nel cuore del Parco delle Madonie, luogo in cui vivo e gestisco, insieme al mio compagno Raffaele Di Benedetto, il centro Pura Vita: un giardino alchemico per la diffusione di buone pratiche di sostenibilità ambientale e di benessere psicofisico.
Insomma, attualmente sono una giovane donna che impara ogni giorno dalla natura in cui ha scelto di immergersi e soprattutto, mi identifico in un ponte.
Cosa rispondi quando la gente ti chiede “Che lavoro fai”?
Lavoro con la natura e per la natura. Coltivo e raccolgo piante officinali e con queste produco rimedi artigianali naturali. Gestisco un centro sperimentale per la diffusione di pratiche sostenibili e di benessere. Organizzo e promuovo eventi. Mi metto a servizio della rete. Osservo, progetto, coltivo, creo, collaboro, coinvolgo, ricerco, diffondo, sensibilizzo.
Mi ha incuriosito il tuo progetto “Pura Vita” un Centro per la Diffusione di Pratiche Sostenibili. Ce ne vuoi parlare?
Il Progetto Pura Vita nasce nel 2016 a partire dal progetto La Libella, creato nel 2013 da me e il mio compagno con lo scopo di diffondere la cultura delle piante officinali, del benessere e dell’alimentazione consapevole. Ad oggi, La Libella è diventato il marchio dei nostri prodotti e il progetto si è evoluto in qualcosa di più organico: un Centro per la Diffusione di Pratiche Sostenibili e dello Stile di Vita Naturopatico.
Tutto è iniziato quando abbiamo deciso di acquistare 3 ettari di terreno nel cuore del Parco delle Madonie, in una valle incontaminata nel comune di Polizzi Generosa e di investire tutte le nostre energie nella coltivazione di piante officinali (ma anche ortaggi e alberi di ulivo e da frutto, tra cui anche antiche cultivar), nella raccolta e produzione artigianale con esse e nella creazione di spazi adibiti ad ospitare attività ed esperienze legate alla sostenibilità ambientale e al benessere psicofisico.
Contemporaneamente, nel 2017, ho preso il diploma da naturopata con una tesi sperimentale dal titolo “Giardini alchemici, giardini di cura”, incentrata proprio su Pura Vita in quanto primo esempio di giardino alchemico nel cuore delle Madonie.
Il “giardino alchemico” è un luogo immerso in natura in cui tutti gli elementi che ne fanno parte, da quelli naturali a quelli architettonici, contribuiscono a creare uno stato di benessere psicofisico (nell’uomo) ed ecosistemico (nell’ambiente circostante, inteso come insieme di flora, fauna ed elementi) e coesistono tra di loro in maniera armonica ed equilibrata; il luogo in cui siamo immersi, sia da un punto di vita geomorfologico che naturalistico (siamo protetti dall’Anfiteatro della Quacella e dalla cosiddetta Padella), si presta moltissimo a ricoprire questa funzione.
Oggi viviamo qui, in Contrada Santa Venera a Polizzi Generosa (PA), in un ex palmento che abbiamo ristrutturato ed ampliato in bioedilizia, coltiviamo la terra che ci circonda con metodi naturali ed ispirati alla permacultura e produciamo olio, frutta, ortaggi e piante officinali, per la nostra sussistenza e per creare prodotti artigianali.
Abbiamo investito le nostre risorse nella creazione di una Sala Polivalente esagonale di 70mq, sempre in bioedilizia, per ospitare attività, workshop, eventi legati ai temi della sostenibilità ambientale, delle medicine olistiche e alternative, della permacultura, dell’ecopsicologia, delle piante officinali e della sana alimentazione.
Contemporaneamente ci stiamo attivando per ospitare amanti della natura, dell’arte, della tradizione, del buon cibo, delle discipline olistiche e dell’autoproduzione, tramite percorsi di turismo wellness, esperienziale e relazionale. La nostra idea, che nasce dall’esigenza di far parte di un’economia circolare, infatti è anche quella di valorizzare la rete di cui facciamo parte, proponendo ad esempio, a chi decide di pernottare nella nostra casa vacanze o di campeggiare nel nostro giardino, la possibilità di vivere esperienze di autoproduzione, di godere del potere benefico dei boschi e dei paesaggi circostanti, di lavorare con le piante officinali, di visitare i meravigliosi borghi delle Madonie, coinvolgendo anche le realtà vicine che sono in sintonia con la nostra visione.
Da qualche anno, inoltre, distilliamo oli essenziali, la cui pratica ci sta avvicinando sempre di più al cuore dell’alchimia. Il nostro distillatore “nomade”, ci consente di poter distillare anche “a domicilio” presso realtà che dispongono di soddisfacenti quantitativi di piante e che vogliono ottenere il loro prodotto. Per questo servizio abbiamo scelto di non utilizzare denaro come mezzo di scambio, bensì di barattarlo con il 50% del prodotto ricavato. Questo, ancora una volta, ci permette di crescere sia in una prospettiva esperienziale, che relazionale e di onorare la natura che così generosamente ci offre la sua abbondanza.
Nel “Fiore della Permacultura” David Holmgren individua nel petalo “Salute e Benessere Spirituale” la medicina olistica e le cure preventive due punti importanti che contribuiscono alla creazione di un paradiso naturale, pieno di vita e di abbondanza. Senti il tuo lavoro abbia a che fare con tutto ciò?
Assolutamente si!
Una o più canzoni che hai in mente in questi giorni? E perché?
Innanzitutto ci sono due Bob a far sempre parte del mio scenario musicale: parlo di Dylan e Marley. Le canzoni di questi due autori che in questi giorni mi accompagnano di più sono: I Shall be released (Bob Dylan) e I know a place (Bob Marley).
La prima l’ho scelta perché mi sta capitando di sentirla spesso “casualmente” proprio in questi giorni. La canzone parla del fatto che tutti noi possiamo ottenere un riscatto dalla vita, che tutti possiamo cambiare e liberarci dalle gabbie mentali e dalle pene che crediamo di dover scontare per raggiungere la felicità e lo fa tramite la metafora del carcere (a parlare è un uomo imprigionato che dice di essere sicuro che presto verrà liberato).
La seconda invece l’ho scelta perché ha un filo conduttore con la prima, visto che parla di un posto in cui si possono risolvere tutti i problemi e andare avanti, con amore e unione. Io credo che questo posto si trovi nella mente e nel cuore di ognuno di noi e nell’incontro autentico con l’altro. A questa coppia, unisco un terzo pilastro della mia playlist, ovvero Franco Battiato e la canzone in particolare è Stranizza d’amuri…il perché va da sé!
A noi piace ridere e scherzare. Molte delle nostre interviste avvengono a cena in una situazione molto gioiosa. Ma proprio quando siamo piegati in due ci scappa la domanda a trabocchetto: secondo te “insieme possiamo farcela”?
Yes! Io credo fermamente nella teoria che sostiene che “la somma di tutti i membri di un gruppo è di gran lunga più efficace del membro più efficiente del gruppo stesso”. E credo che questo non valga soltanto in termini di efficacia o di efficienza. D’altronde è stato scientificamente dimostrato che la natura (flora e alcuni tipi di animali, come gli uccelli, le api e le formiche) si organizza tramite modalità di interazione semplici, basate sulla ripetitività (tradotto in termini umani, il rituale), sulla divisione compartimentale dei ruoli e sull’azione collettiva organica, condotte in assenza di un potere centralizzato.
Le piante, ad esempio, come sottolinea il professor Stefano Mancuso nel suo libro Plant Revolution, sono organismi in grado di servirsi delle proprietà emergenti dalle interazioni tra gruppi per rispondere ai problemi e adottare soluzioni anche molto complesse. Le strutture gerarchiche, quindi, in natura non funzionano bene, mentre le organizzazioni cooperative prive di centri di controllo sono le prescelte per garantire all’organismo il miglior funzionamento possibile.
E’ dunque, proprio dall’osservazione della natura che possiamo concludere che l’Intelligenza collettiva, intesa come la capacità dei gruppi di conseguire risultati superiori rispetto a quelli ottenibili mediante decisioni individuali (specie nel caso di problemi complessi), in assenza di un potere centralizzato, è la risposta migliore in qualsiasi situazione.

Anche l’isolamento, così come la gerarchia, può essere soltanto una condizione momentanea, passeggera, se si tiene alla sopravvivenza (propria e della specie). Soltanto la cooperazione, in natura, garantisce la sopravvivenza e genera l’abbondanza, che garantisce una prospettiva molto migliore rispetto alla semplice sopravvivenza: la Vita con la V maiuscola!!! Basta osservare la natura con nuovi occhi per rendersi conto di come tutte le risposte che cerchiamo siano già insite in essa (e a questo punto facciamo partire Natural Mystic di Bob Marley!!!).
Perché supportare Pura Vita?
Perché solo insieme possiamo farcela!
Ok domanda “political incorrect”, lo ammetto. Le nostre interviste sono spesso sui generis e crediamo nel mutuo scambio. Ti va di fare una domanda a Permacultura & Transizione? Risponderemo sinceramente ovviamente.
Hai mai desiderato di avere il potere di riconnettere le persone alla natura, tipo la protagonista del film “Il pianeta verde” (Coline Serreau)?!
La risposta di P&T:
Il pianeta verde che bellezza! Tutte le volte che lo sento nominare avvicino i pollici alle orecchie e mi viene di immergere i piedi nell’acqua. Sono gesti semplici, che tutti siamo in grado di fare. Per rispondere alla tua domanda, credo che tutti abbiamo questo potere, basta cominciare da piccoli gesti, facili da fare come immergere i piedi nell’acqua e mettere i pollici alle orecchie. Il mio desiderio, o meglio la missione che porto avanti con P&T è quella di dare soluzioni semplici, per risvegliare il potere che ha ognuno di noi di riconnettersi alla natura. Siamo semplicemente disconnessi, ma ciò non vuol dire che ci manca il potere di riconnetterci con la terra, con la nostra natura profonda e con quella altrui. Possiamo cominciare tutti nel tempo libero con delle passeggiate, oppure imparando qualche passo di fitoalimurgia e l’erboristeria individuale e familiare. Oppure ancora facendo orticultura con gli altri. Abbiamo un enorme carnet di soluzioni che la permacultura ci offre dall’orto sociale alle comunità in transizione, passando per l’ecologia profonda. Si può fare, cominciamo con un semplice gesto di riconnessone, il resto verrà da sé e sarà molto divertente.
Noi di Permacultura & Transizione sogniamo che dopo ogni articolo, dopo ogni intervista pubblicata si avvii in Italia un piccolo processo di cambiamento o un piccola rivoluzione. Ti va di sognare con noi? Cosa avverrà dopo la pubblicazione di questa intervista?
Che tante persone possano riflettere sulla loro connessione con la natura, risvegliarsi, ritrovarsi e passare all’azione.
E cosa succederà dopo il prossimo laboratorio che organizzerete?
Alchimia.