Intervista ad Antonio Graziano

Marco Matera intervista Antonio Graziano, educatore, facilitatore e fondatore del Teatro della Tenerezza.

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Antonio Graziano Teatro della tenerezza
Antonio Graziano fondatore del Teatro della Tenerezza

Ciao Antonio. La prima domanda che mi sento di rivolgerti è “chi sei”?

Sono un ricercatore spirituale. Tanti anni fa sono partito per l’America latina perché volevo cambiare il mondo. Ma allo stesso tempo mi sono avvicinato all’Educazione Popolare di Paulo Freire, al Teatro dell’Oppresso di Agusto Boal e al teatro sociale.

Poi ho iniziato un cammino di ricerca interiore, di crescita personale. Dopo 10 anni in America Latina ho capito che l’unica cosa che posso fare in questo mondo è salvare me stesso. E così ho deciso di tornare, di tornare in Italia. Ho lasciato un lavoro importante, una carriera di successo, e ho deciso di cominciare dall’inizio.

Cosa rispondi quando la gente ti chiede “Che lavoro fai”?

Divido il mio tempo lavorativo tra la scuola (sono insegnante) ed il Teatro della Tenerezza.

Mi ha incuriosito molto Teatro della Tenerezza, il tuo progetto di divulgazione del Teatro per l’Educazione creativa e l’Azione sociale. Ce ne vuoi parlare? Da dove viene questo nome?

Ho inventato il Teatro della Tenerezza alcuni anni fa durante un ritiro spirituale in Sud America. Per 10 giorni ho vissuto in un eco-villaggio completamente costruito in paglia e terra. Durante il ritiro ho contribuito alla costruzione dell’eco-villaggio partecipando al lavoro collettivo.

Antonio Graziano Teatro sociale

Mentre modellavamo la materia, il fango, la terra, stavamo anche modellando i nostri Cuori. Così ho scoperto che la Tenerezza è quel sentimento che si trova a metà strada tra la solitudine e l’Amore, quel sentimento che può fare da ponte per vivere il dolore, entrare nel dolore  e trasformare il dolore in luce, scoprendo i nostri talenti e le nostre passioni.

Ho scelto di usare il teatro  perché la vita è un teatro. Nella vita quotidiana interpretiamo molti ruoli, molti dei quali non vengono scelti da noi. Ci vengono insegnati attraverso la famiglia, l’educazione e nel corso della vita quotidiana in società.

Questi ruoli ci entrano nella testa, ci obbligano ad assumere determinati programmi e a fare nostri sogni e desideri che non ci appartengono. Il teatro è uno strumento per scoprire quali sono i nostri veri sogni, le nostre passioni, i nostri desideri, ciò che davvero ci fa felici. È uno strumento per toglierci le scorze che non ci appartengono, le maschere, i personaggi che vogliamo lasciar andare e riscoprire la Tenerezza presente nel nostro Cuore, sentire ciò che ci scalda il petto.

Di recente hai aperto il gruppo Facebook “Pedagogia della Tenerezza”. Di cosa si tratta?

È un gruppo che vuole contribuire ad arricchire il dibattito sull’educazione. Con il termine educazione possiamo intendere qualsiasi relazione umana finalizzata alla trasformazione di chi è parte di quella relazione. Possiamo fare educazione non solo a scuola, non solo in famiglia con i nostri figli ma anche tra pari, all’interno della coppia, con amici, colleghi o conoscenti.

Teatro della tenerezza Antonio Graziano

Nel Movimento della Permacultura e della Transizione si usano spesso parole affascinanti, che fanno presa, ma che spesso pochi conoscono il significato. Una di queste è “resilienza”. Ci vuoi dire cosa significa per te “resilienza”? Ci puoi fare degli esempi concreti?

Resilienza è renderci conto che nella vita niente è permanente, e che possiamo accettare ogni situazione, anche quelle più dolorose, renderci conto che il dolore è parte della vita ma che se accettiamo di entrare nel dolore saremo anche in grado di uscirne trasformati, di uscirne migliorati.

Una o più canzoni che hai in mente in questi giorni? E perché?

Spesso mi piace far ascoltare alla mia bambina canzoni in spagnolo per metterla in connessione con la terra che mi ha accolto per un periodo

importante della mia vita. Una canzone che stiamo ascoltando in questo periodo si chiama “De la Tierra” di Nahual, un cantautore uruguaiano. Questa canzone parla di come, se riusciamo ad entrare in connessione con ciò che è dentro di noi, con il nostro Cuore, potremo entrare in connessione con Madre Terra. È anche la canzone che ho scelto da sottofondo a questo video.

A noi piace ridere e scherzare. Molte delle nostre interviste avvengono a cena in una situazione molto gioiosa. Ma proprio quando siamo piegati in due ci scappa la domanda a trabocchetto: secondo te “insieme possiamo farcela”?

Secondo me INSIEME è l’unica maniera per andare avanti. Solo insieme possiamo cambiare il mondo, solo insieme possiamo salvarci, solo insieme possiamo intraprendere cammini di trasformazione individuale e collettiva. Non esiste un’altra maniera, per me, di vivere e di camminare, che non sia mano per mano.

Perché scegliere la metodologia del Teatro della Tenerezza?

Perché il Teatro della Tenerezza è finalizzato alla giustizia sociale ed alla crescita personale. Perché da importanza all’esperienza collettiva ma anche all’esperienza individuale. Ho lavorato in carcere, in centri di accoglienza per rifugiati, con i senza tetto, a scuola.

Teatro della tenerezza metodologia

Cambiare il mondo non è tanto diverso da cambiare la nostra coscienza, dall’assumere la consapevolezza che ciascuno di noi ha il potere personale per cambiare la propria vita.

Nei miei laboratori utilizzo vari strumenti: il teatro, la meditazione, i rituali e le costellazioni.

Ok domanda “political incorrect”, lo ammetto. Le nostre interviste sono spesso sui generis e crediamo nel mutuo scambio. Ti va di fare una domanda a Permacultura & Transizione? Risponderemo sinceramente ovviamente.

Cari amici di Permacultura & Transizione, se doveste fare una richiesta alla Madre Terra, una cosa che per voi è davvero importante, cosa le chiedereste?

La risposta di P&T:
La richiesta che mi sento di fare a Madre Terra è quella di perdonarci per tutte le spirali di erosioni che l’umanità sta inarcando negli ultimi anni. Inoltre, chiederei di aiutarci a guarirci e a guarirla: Todo cura, todo sana, todo tiene medicina dentro.

Madre terra ecologia profonda

Qualcuno dei nostri lettori ci rimprovera che il termine “sostenibilità” sia desueto e che presto occorre sbarazzarcene al più presto. Piccoli passi: da dove cominciamo?

Per cambiare il mondo dobbiamo iniziare dal linguaggio. Non solo cambiarlo, ma piuttosto ri-significare il linguaggio. Dobbiamo chiederci se sostenibilità sia ancora una parola che ci invita alla presa di responsabilità personale per portare il nostro contributo al mondo. Se la risposta è sì, sostenibilità è un termine che potrà ancora guidare le nostre scelte e il cambiamento che vogliamo vedere nel mondo.

Noi di Permacultura & Transizione sogniamo che dopo ogni articolo, dopo ogni intervista pubblicata si avvii in Italia un piccolo processo di cambiamento o un piccola rivoluzione. Ti va di sognare con noi? Cosa avverrà dopo la pubblicazione di questa intervista?

Quando finirete questo video, vi alzerete ed andrete ad abbracciare una persona per almeno 10 secondi. Vi assicuro che, se lo farete, questo abbraccio vi cambierà la vita.

Per trasformare i conflitti, per costruire la pace nel mondo dobbiamo trovare la pace nel nostro Cuore!

Antonio Graziano Permacultura e transizione

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