Il Playback Theatre è una delle mie passioni, spesso lo intreccio con la permacultura, tanto da averne scritto la dissertazione finale della scuola, che mi ha permesso di divenire conduttrice di gruppi attraverso i metodi attivi e performer (I quattro livelli del playback theatre e il rapporto dell’uomo con l’Ecosistema, analizzando il passaggio dall’ecologia di superficie alla Ecologia Profonda, la Deep Ecology).
Fare comunità attraverso il teatro di improvvisazione, raccogliere le narrazioni della gente e metterle in scena arricchite di significati simbolici, per arrivare al cuore delle storie narrate. Ho conosciuto il playback theatre e contemporaneamente il mondo degli eco-villaggi e dell’agricoltura sinergica, percependo a livello epidermico il bisogno di terra sotto i piedi e di una dimensione che era andata in apnea per diversi anni.
Le due cose, apparentemente distanti e differenti, si sono magicamente intrecciate e in una vedevo la traslazione dell’altra e infinite connessioni e parallelismi, confini sfumati, che divenivano margini sbavati, per integrarsi gli uni negli altri. Ho sentito che questo poteva essere uno strumento principe per creare una comunità responsabile; come è strana questa parola “ responsabile” nell’epoca del narcisismo e individualismo imperanti.
Che cosa fai te per il tuo quartiere? Che cambiamento attui dentro te e poi fuori di te?
L’essere umano ha giocato con Madre Terra, facendone il suo palcoscenico e di sé l’attore principale, eppure no, noi siamo parte integrante della coreografia, un telo colorato, un oggetto ma nulla più, il copione è già stato scritto, ma se vogliamo modificarlo è necessario imparare a sentire come pulsa il Cuore della Terra, non solo sentirlo ma essere quel cuore.
Nel Gathering culture e paesi diversi hanno condotto il Viaggio dell’Eroe per toccare nuovi lidi, senza la paura del diverso, anzi con la curiosità di nutrirsi e portare nuova linfa. Il vento del cambiamento in terre arse dal sole e dal sangue, il desiderio profondo, dal basso, della integrazione e di un linguaggio comune.
La Terra è la mia casa, forte risuona il senso del Sacro che rischia di perdersi, non dimentichiamo che Ecologia deriva dal greco oikos che significa casa, ebbene sì è ora di ritornare a Casa, alla connessione profonda. Spesso ci dimentichiamo di alzare lo sguardo al cielo o di sentire ben ancorati i piedi a terra, ma è nella esperienza che possiamo sentire, se no si rischia di fare mille discorsi che appaiono come un vademecum del buon ecologista e nulla più.
Il playback theatre è l’arte espressiva che più si avvicina al sentire profondo personale, permette alla comunità narrante, il pubblico, di entrare nell’argomento trattato in maniera graduale, a livello emotivo, spontaneo, e la storia del singolo diviene patrimonio della comunità, nella azione catartica del rispecchiamento. Ecco lì accade la trasmutazione e lì il teatro svolge l’azione politica nel senso semantico del termine.
Pachamama, Gea, Gaia, Madre Terra, per connettersi a lei abbiamo lavorato durante un workshop riscoprendo in cerchio sotto tre maestosi pini mediterranei la morbidezza della terra e la sua umidità attraverso i piedi nudi, immaginato a occhi chiusi con musica a 432 hertz il pulsare del cuore della Terra, la linfa che scorre, il vento… ci siamo cercati occhi negli occhi per un tempo lungo, scoperto nell’altro il vero me, le mille storie di generazioni passate e universi, cercato nel movimento condiviso l’equilibrio e il disequilibrio, perché solo nel trovare soluzioni reciproche si risolvono i problemi.
Bruciato foglie di alloro e distribuito simbolicamente semi, simbolo di vita, in potenza un singolo seme ha insito in sé un albero enorme… un meeting di questo genere è davvero un’occasione per diffondere cultura nuova, perché fare permacultura non è solo concretamente costruire, ma imbastire connessioni, far fluire energie nuove, seminare pensieri alternativi, condividere i problemi, scoprire che in alcuni paesi esiste già l’emergenza acqua e che spesso la sua mancanza sposta gli equilibri internazionali, perché porta intere masse di perone a spostarsi verso le città, innalzando le problematiche sociali e le tensioni, determinando ulteriori problemi e flussi migratori.
Il viaggio dell’Eroe cantato nell’Odissea, Ulisse, che varcava lidi diversi perché spinto dalla curiosità di sapere e avere occhi nuovi…. Ecco, il playback theatre e la permacultura mi hanno permesso di avere occhi nuovi per amare Madre Terra e per sentirla in ogni mia cellula.
Qualcuno al gathering mi ha detto, facendo riferimento al mio tatuaggio di Artemide, dea del bosco e della Luna, che io devo sentire la Dea dentro me!
Andare oltre la scissione tra uomo e natura. Riscoprire il valore delle civiltà matriarcali e della sacralità nel rapporto con Pachamama.