
Pochi elementi di base e tanti risultati straordinari: Ecologia profonda, Piante Selvatiche, Economia del Dono, Facilitazione, Condivisione e Divertimento.
Mettete insieme tutte queste parole chiave e avrete un’immagine nitida del weekend che si è appena concluso nei pressi di Siracusa, a casa di Alessia a cui ha dato il nome di Le Piante Selvatiche. Una casa antica, dai soffitti alti e le volte decorate, arredata di colori e di ogni dettaglio per fare sentire le persone accolte e benvenute ad usare spazi e accessori per sentirsi a proprio agio. Intorno un grande giardino, popolato da cani e gatti docili e affettuosi che non fanno sentire nessuno solo.
È proprio qui infatti che si è svolto il laboratorio di Ecologia Profonda proposto da Marco Matera, facilitatore d’eccellenza nel proporre teoria e pratica di una disciplina nata negli anni ’70 da filosofi ed attivisti come Arne Naess e Joanna Macy.

In quegli anni infatti qualcuno si è iniziato a rendere profondamente conto del distanziamento che l’uomo ha intrapreso nei confronti della natura, un distanziamento così forte che non solo ha provocato una crisi ambientale e a livello di risorse planetarie, ma anche e soprattutto una crisi interiore, personale e relazionale. Le persone si sentono distanti anche tra di loro, non trovano più un senso di profonda pace.
È da questa consapevolezza che nasce la progettazione della Grande Svolta attraverso il Lavoro che Riconnette (WTR – Work That Reconnects), un insieme di azioni e pratiche per passare da una “civiltà industriale della crescita” ad una “civiltà che sostiene la vita”.
Il gruppo che si è incontrato a Siracusa è così passato fisicamente attraverso le quattro fasi di questo percorso: dall’ Apertura alla Gratitudine (1), all’ Accoglienza del dolore del mondo (2), per Guardare con occhi nuovi (3) e poi Andare avanti (4) tutti insieme.
Un workshop esperienziale che ha messo le persone a contatto tra di loro attraverso momenti di condivisione, ascolto profondo, esplorazione del sentire interiore e collettivo, canti e danze tradizionali per sentirsi ancora più uniti in un percorso comune.
Un mix che ha funzionato molto bene, in un’atmosfera informale, leggera e profonda allo stesso tempo.
L’economia del dono è stata la cornice di questa proposta, valida sia per il workshop che per l’ospitalità e l’accoglienza di Alessia e delle Piante Selvatiche; un’opzione che ha sicuramente permesso a molti di sperimentarsi in un modo nuovo di concepire il valore dei soldi e dello scambio, un ulteriore elemento di sfida per guardare con occhi diversi il mondo in cui viviamo.