Anna Bartoli ed Enrico Marulli intervistano Narsanna Koppula

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Narsanna Koppula Permacultura India

Enrico: Vorremmo chiederti, dove pensi che la Permacultura dovrebbe andare, o sta andando?

Dove dovrebbe andare? Cosa intendi? Dovrebbe andare cosa significa?

Enrico: …in che direzione, pensi stia andando o dovrebbe andare…

Ah certo. Dovrebbe andare. Personalmente, penso, sento..OK, ne parlerò’ domani nella cerimonia di chiusura. Vorrei dare una direzione diversa all’IPC. Dove le persone lo richiedono, dove c’e bisogno di questi concetti. Nelle aree in cui e’ richiesto questo tipo di approccio. Penso abbiano bisogno diversamente di questi tipi di attività, in quei paesi.

Ma io credo, un pochino, ci siano diverse idee di IPC. Molto fondamentalmente, gli IPC, le sfide…e le souzioni sono necessarie. Quali sono le sfide in quei paesi? Come le soluzioni della permacultura siano richieste? Hanno bisogno di soluzioni per i loro specifici paesi. Quali sono le soluzioni? Come possiamo risolverle? Come possiamo migliorare le cose, attraverso i concetti della Permacultura?

Quali sono tali paesi? Quelle aree? Le persone che credo adottino pratiche molto simili, aree di regioni agro-climatiche simili e le abitudini e i modelli di coltura (“cropping patterns”), e la stessa lingua. Io credo che questo sia molto importante, piuttosto che il livello internazionale. Se ci sono connessioni più forti che a livello internazionale, il regionalismo e’ molto più forte. Io credo sia meglio che si mettano insieme tutte le regioni, lavorando sulle stesse linee, stesse lingue, e quello che vogliono le stesse persone.

Io guardo all’IPC nel seno che il regionalismo è più forte del nazionalismo e dell’internazionalismo. Perché a livello internazionale, il modo è cosi grande che non e possibile incontrarsi ogni due anni, discutere e poi tornare indietro verso i propri paesi.

Come è applicabile? Ma c’e un principio e quindi le cose sono le stesse, ma è l’applicazione che è importante. Come vengono applicati in quei paesi. Devi sforzarti e lottare, devi fare, devi applicarli e vedere se sono fattibili o meno. Io credo quella sia la direzione che volevamo.

La direzione degli IPC dovrebbe essere molto chiara. Quali paesi ne hanno bisogno. C’e qualcosa di grosso in quel momento e costruire sullo slancio che esiste in quei paesi usando questi concetti. E dobbiamo tenere gli IPC in quei paesi. Dobbiamo renderli consci di quello che sta succedendo nel mondo. Perché queste zone non stanno adottando la permacultura, credo.

O no ci sono gruppi al lavoro, o la gente della Permacultura non e’ molto coinvolta nel lavoro comunitario, o da soli, o nelle comunità o nelle istituzioni, nelle scuole. Come possono convergere tutti questi tipi di dipartimenti, tutti questi tipi di persone. Credo che noi dobbiamo lavorare sodo attraverso la loro direzione, e allora potremo estendere il nostro slancio verso gli angoli di tutto il mondo. Io penso sia quello che ci stiamo aspettando.

Credo che la direzione sia di essere più coinvolti nelle comunità. Cosa vogliono, cosa vuoi, come vuoi portarli, e come possiamo cercare una nuova società dove la gente è felice e in pace e ha abbastanza cibo? E dove è più visionaria per la prossima generazione.

Come facciamo a farli sentire felici per la prossima generazione? E quale forma stiamo passando alla nuove generazioni, quale forma vogliamo dare, una forma migliore. E’ arrivato il tempo di decidere quale tipo di momento volevi e come la permacultura sarà parte di questo inter-problema. Io credo sia questa la direzione, verso più differenza, verso una direzione diversa.

Fino ad ora è successa una cosa molto monotona in tutti i paesi, alle stesse convergenze, conferenze, tour e dibattiti. Ciò che succede e’ che nel giro di due anni non abbiamo moti dati, molte informazioni. Come quello che e’ successo tra l’Inghilterra (IPC2015) e l’India.

Credo che abbiamo bisogno di più informazioni. Quanto si sta diffondendo la permacultura? In quanti paesi la stanno praticando? Dove stanno lavorando le persone? Dove sono i network? Come possiamo cambiarli, come possiamo creare più abbondanza e produzione ed allo stesso tempo il sistema di valori adottato dalla Permacultura?

Quindi questa e’ la direzione che vorrei prendere. Non solo incontrarsi e stare insieme ogni due anni, e parlare e poi succedono un sacco di cose, e non so quanto di tutto ciò’ possiamo assorbire. Più’ limitato sarebbe meglio di troppa abbondanza di cose che poi non puoi assorbire. E tutta questa gente che si incontra nello stesso posto… quello che succede a volte e’ molto caotico, a volte e’ molto chiaro. Come puoi farli convergere, come puoi scioglierli insieme, quale immagine volevi vedere. Credo che ogni persona in permacultura dovrebbe pensare a queste cose se vogliamo prendere una direzione diversa, che sarebbe meglio per il futuro.

Anna: Grazie tante. Vorrei chiedere anche un’altra cosa: hai un messaggio speciale per i permacultori italiani?

Si, in realtà ho sentito che c’e stata una convergenza nazionale. Sono molto contento di sapere che avete ospitato una convergenza nazionale. Penso che le cose che succedano a livello nazionale e regionale siano più importanti, se ti concentri a livello di regione puoi fare più rete, essere più rilevante di un evento internazionale. Ogni paese, ogni Stato, ogni città; tutti hanno le proprie ragioni. Io sento che se ci si mette insieme differentemente si veda il mondo nuovo, dove tutti hanno bisogno di quello che volevano avere, attraverso questi concetti e filosofia della permacultura. In modo diverso le cose si muoveranno in modo migliore. In modo diverso tutti saranno felici di quello che stiamo facendo e faremo meglio per le generazioni future.

Anna: Grazie davvero tanto

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PhD, fisico teorico, iridologo- naturopata di professione, erborista ed insegnante, nel marzo 2009 si è avvicinata alla Permacultura frequentando il Corso di Progettazione in Permacultura 72 ore con Stefano Soldati. Successivamente ha consolidato le proprie conoscenze ed esperienze partecipando al Teachers’ Training Course con Rosemary Morrow organizzato dall’Accademia di Permacultura Austriaca nel 2011 e conseguendo il Diploma in Permacultura Applicata con l’Accademia Italiana di Permacultura nell’aprile 2012 sviluppando un progetto personale a Riale di Zola Predosa. Dal 2010 è segretaria dell’Accademia Italiana di Permacultura. Partecipa attivamente alla diffusione della permacultura attraverso i Corsi 72 ore e la partecipazione al Progetto Leonardo per l’insegnamento della Permacultura con altri 14 paesi europei.