Bill Mollison, irriverente, geniale, visionario

John Button, designer e insegnante australiano amico di Bill Mollison, condivide con noi la sua toccante e sincera testimonianza sull'uomo, l'insegnante e l'incallito provocatore che diede vita alla rivoluzione travestita da giardinaggio, nota come Permacultura.

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John Button e Bill Mollison. Stanley, Australia 2015
John Button e Bill Mollison. Stanley, Tasmania 2015

Vale Bill Mollison (1928 – 24/09/2016)

Il vecchio osso duro è morto; possa riposare in pace? Non esiste. Quella iena australiana non lo vorrebbe nemmeno, ne sono sicuro. Come molti altri, in questi giorni , ho versato molte lacrime in memoria di Bill Mollison.

Le polemiche hanno seguito Bill in ogni momento e, credetemi, non si fermeranno neanche adesso. Non era uno che potremmo definire sempre “gentile e simpatico”, anzi, semmai costantemente un rompiballe di primo ordine, che ti provocava e ti sfidava a considerare tutti i punti di vista e a non accettare nulla come sacro o scritto nella pietra.

Una volta ricordo ci stavamo ammazzando di fatica per sbarazzarci da un terreno dell’albero della canfora (Cinnamomum camphora), una specie non nativa giù in Australia, poi arrivò lui con i suoi modi gentili: “Voi hippies state perdendo tempo! Quell’albero sta lí da prima che nasceste; è li per restarci e voi dovreste piuttosto imparare come usarlo, e fare qualcosa di più utile là dove serve. La biomassa è più importante di una specie invasiva.” Ci aveva fatto capire che senza un aumento della biomassa, la biodiversità che credevamo di proteggere avrebbe avuto poche chance di sopravvivenza.

Il mio primo incontro con Bill Mollison

Lo incontrai per la prima volta nel 1979 in uno straordinario forest garden che si apriva in un oceano dilagante di lantana, a strapiombo sulla Queenland Gold Coast, in una proprietà chiamata – manco a dirlo – The Garden of Eden. Eravamo un gruppo di hippies, eccetto Bill, lui era solo un notevole pioniere dalle idee radicali. Il workshop, tenuto allora da Bill e Tony (Gilfedder) mi ispirò a imboccare il sentiero della Permacultura che tutt’ora seguo, prima di tutto creando il mio piccolo paradiso su un terreno vicino, degradato dal bestiame. Così tutto ebbe inizio.

A quanto pareva, ci prendeva gusto a provocare, a far storcere il naso ai conservatori inveterati. Un atteggiamento che a volte era controproducente. Una volta disse ai coltivatori locali di canna da zucchero che la loro produzione doveva essere vietata perché le loro monocolture occupavano le terre della foresta pluviale, guadagnavano poco, utilizzavano prodotti chimici eccessivi per proteggere la loro coltivazione di ‘morte bianca’. Lo odiarono tutti, ovviamente, per la sua arroganza, e con lui purtroppo la Permacultura. Non sarebbe stato meglio convincere gli agricoltori a convertire in maniera graduale i loro campi in forest garden molto più produttivi e redditizi? Senza dubbio, ma Bill non voleva essere diplomatico, era più forte di lui.

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Bill Mollison e le donne

Non si limitava a offendere i conservatori di qualsiasi genere, (“guerrilla plant all the roads and ornamental parks with food trees” piantare nottetempo alberi da frutta in tutti i viali e giardini ornamentali) ma anche coloro che altrimenti sarebbero stati dalla sua. Molti agricoltori e donne si offendevano per le sue provocazioni a briglia sciolta, e non sempre era facile comprendere i motivi delle sue gaffe pubbliche. Ad esempio, amava le donne, ma spesso si rivolgeva a loro senza alcun rispetto. Non aveva appreso le giuste lezioni di questa epoca. E questa indifferenza non gli procurò tanta simpatia. Non potrò mai dimenticare quella fatidica frase: “Le donne sono titolari di tutta la conoscenza; tutto ciò che un uomo sa, lo ha rubato da una donna“.

Bill incoraggiava i nuovi convinti partecipanti di un Corso di Design in Permacultura ad uscire e diffondere i concetti per il mondo. Molti di noi si domandavano se fosse corretto lasciare libera una massa di Permies ecologisti in situazioni di cui non avevano alcuna esperienza fisica o culturale. Bill rimase inamovibile, fissato sulla sua missione.

Dai canguri in Australia alle ostriche in Tasmania

Essendo un uomo della Grande Depressione, era estremamente frugale, comprava solo ciò che non poteva barattare o coltivare da sé. Non avrebbe mai saltato un buon pasto a base di un animale investito per strada. L’Australia è tutta un pullulare di bestie selvatiche che attraversano le strade, quindi inevitabilmente ci sono grandi quantitativi di canguri e altri animali che pagano pedaggio al traffico. Lui si fermava, controllava che non ci fossero dei cuccioli da salvare e un attimo dopo dava un passaggio al canguro fino alla pentola. Bill era uno chef sopraffino, di stufati di vittime della strada.

Abbiamo passato nottate intere a parlare, quante volte ci è capitato di litigare e di infilarci in dispute senza fine. Mai con ostilità, anche se aveva una lingua da vipera!

L’ultima volta che l’ho visto fu l’anno scorso, quando con Franci (la mia compagna di vita) siamo andati a trovarlo in Tasmania. Lo abbiamo letteralmente ‘rapito’ (una breve tregua per Lisa, sua moglie, che lo accudiva da tempo ) e siamo andati giù a Stanley, un piccolo villaggio di pescatori dove sia lui che mia madre sono nati nel 1928. Abbiamo fatto un giro e pranzato al pub dove era solito andare da 87 anni. Si è letteralmente fatto fuori un vassoio di ostriche.

Nonostante la sua mobilità dipendesse da un deambulatore, era in piena e magnifica vena di racconti con mio padre novantenne come spalla. Un fiume di ricordi. Anche se era un narratore più gentile di un tempo. Noi avevamo rapito lui e lui aveva rapito noi con le sue storie, complice un temporale della selvaggia costa occidentale, che, quando cercammo di uscire, ci spinse indietro nel pub.

Ti voglio bene Bill

Non era un bravo insegnante, nel senso didattico del termine, ma tesseva racconti e ricamava pattern come nessuno altro, era un genio quando si trattava di leggere i sistemi. Lui e David Holmgren erano la coppia perfetta, ognuno ha giocato un ruolo fondamentale nella nascita della Permacultura.

Nessuno può negare che abbiamo avuto un personaggio eccentrico, irascibile, che ha offeso almeno tante persone quante ne ha convinte.

Bill ha vissuto 88 anni, e riempito ognuno di essi con racconti, reali e intensi. Non ha mai approfittato finanziariamente della sua genialità, ma lascia uno straordinario patrimonio al mondo: la Permacultura, riconosciuta forse come il sistema di progettazione migliore per la creazione di sistemi umani integrati e produttivi.

Mio caro irriverente, geniale, visionario. Buon viaggio, vecchio amico, e grazie per lo straordinario viaggio. Grazie Bill Mollison, per la scintilla che ha preso fuoco, e che continua a bruciare, in tutti noi.