
Bruce Charles “Bill” Mollison (nato nel 1928 a Stanley, Tasmania, Australia, è morto il 24 settembre 2016 a Sisters Creek, Tasmania).
Nascono poche persone che sono veri eroi per chi li conosce e perfetti sconosciuti per la grande maggioranza, finché un giorno la loro innegabile influenza è tale da non poter essere oscurata. Col tempo i nomi di tali personaggi diventano di uso comune, familiari.
Tale era Bill Mollison: abitante dei boschi, accademico, narratore, amante e per molti semplicemente “Zio Bill”, tutto questo e molto di più ma in modo singolare. Il suo lascito è un movimento globale di eccezionale resilienza. Ci ha lasciato molte informazioni utili e non poche parole di guida ed incoraggiamento per coloro a cui mancherà di più.
I primi anni li ha vissuti a Stanley, Tasmania, lasciò la scuola a quindici anni per aiutare nel lavoro del forno di famiglia e prima di compiere ventisei anni aveva già percorso varie vite come pescatore di squali, marinaio (trasportando, dopo la guerra, rottami di imbarcazioni militari verso porti meridionali), boscaiolo, mugnaio, cacciatore, trattorista e naturalista.
La sua mancanza di istruzione formale gli diede molte opportunità per comprendere in modo libero come funzionava davvero il mondo.
Bill entrò a fra parte del CSIRO (Sezione di controllo della fauna selvatica) nel 1954 e conseguì notevoli conoscenze nel campo della ricerca. Il suo tempo trascorso nelle foreste pluviali della Tasmania gli diede le basi per quella che divenne la passione di una vita: la permacultura. L’idea che potessimo consapevolmente progettare sistemi sostenibili che permettessero all’umanità di soddisfare i propri bisogni e al contempo far sì che la natura potesse prosperare con noi.
Un periodo come curatore presso il Museo della Tasmania, un ritorno alla ricerca in campo presso la Commissione della pesca interna, lo portarono ad iscriversi all’università nel 1966, mantenendosi con le sue doti di allevatore, buttafuori nelle balere, pescatore di squali, e insegnante supplente presso una esclusiva scuola femminile. Nel ricevere la sua laurea in Bio-geografia, rimase come docente all’Università della Tasmania dove successivamente sviluppò l’Istituto di Psicologia Ambientale. Durante la sua permanenza all’università (un periodo di dieci anni), Bill pubblicò in tre volumi il risultato di una ricerca condotta in modo indipendente sulla storia e genealogia degli Aborigeni della Tasmania.
Nel 1974, con David Holmgren, Bill cominciò a sviluppare il concetto di permacultura, base per la seguente pubblicazione di Permaculture One. Divenne ossessivo nel promuovere e provare ciò che vedeva come un concetto per rinnovare il mondo. Bill, nel lasciare l’università nel 1978 e un carriera accademica sicura all’età di cinquant’anni (una mossa alquanto inusuale), concentrò tutte le sue energie per promuovere il sistema della permacultura, e diffondere l’idea e i suoi principi a livello globale. Ha formato migliaia di studenti, contribuito a molti articoli, curricula, comunicazioni e consulenze per progetti agricoli, collettivi urbani e istituzioni amministrative locali.
Nel 1981, Bill Mollison ricevette il Right Livelihood Award (Premio al corretto sostentamento), a volte chiamato il Premio Nobel Alternativo, per il suo lavoro nella progettazione ambientale. Negli anni recenti, ha istituito una cassa di mutuo aiuto per aiutare insegnanti di permacultura a raggiungere comunità bisognose, particolarmente nei luoghi più poveri del mondo, con l’obiettivo di formare gruppi di insegnanti locali per proseguire il lavoro di formazione.
Nel ricordare Bill ci viene in soccorso la sua autobiografia del 1996, Travels in Dreams. Come al solito egli si prende gioco di sé stesso: “Questo libro è un lavoro di fantasia: la maggior parte di esso se non tutto sono bugie, e anche le bugie sono resoconti imprecisi di bugie di seconda mano.” Non era apprezzato universalmente. Una ragione forse è dovuta alla sua volontà di stroncare lo status quo di una gestione insensibile e sbagliata. “Prima sentite la paura, poi arrabbiatevi. Poi vivete la vostra vita lottando.” Era convinto della necessità di formare “combattenti” pacifici, come li chiamava, per sfidare la stupidità di un malgoverno su scala globale. Il suo timore di essere inefficace era errata: “Nessuno mi prende in considerazione e i miei stessi amici mi criticano.” In realtà suscitava un rispetto incredibile a livello mondiale, e questo perdurerà e crescerà con il lavoro da parte di altri della consistenza del suo pensiero.
L’apice della sua carriera per i suoi studenti fu la pubblicazione nel 1988 del libro: Permaculture – A designers manual, visto dai suoi devoti come la “bibbia della permacultura”. Se il termine devoti suggerisce falsamente una connotazione religiosa ciò è dovuto al fatto che Bill fu pioniere di un concetto di profondo rispetto per il pianeta e per comportamenti più corretti per viverci meglio: “Noi siamo a tutti gli effetti esploratori che trovano luoghi oggi per ciò che servirà domani.”
Bill domandava: “Siamo come il pubblico ci percepisce o come siamo in privato?” La verità è che sotto ogni aspetto siamo in tutti e due i modi. Percepito come una sfida, un immenso raccoglitore di grandi idee da tutto il mondo (non sempre citando le fonti), Bill era anche un uomo sensibile, un narratore eloquente, poeta, ed estimatore delle poesie di altri. Sapeva come spronare il prossimo all’azione, ma anche come farsi da parte e lasciare gli altri a continuare il lavoro. Parafrasava Lao Tzu: “Il vero cambiamento sta nel cambiare le cose di modo che sembri naturale a tutti, ma nessuno sappia chi abbia avuto l’idea.” E ancora: “Il nostro meglio non sarà il meglio dei nostri figli.”
Visto spesso come apertamente burbero e stimolante c’era realmente passione per tutto ciò che faceva.
Bill Mollison fondò il primo originale Istituto di Permacultura nel 1979 per insegnare a studenti da tutto il mondo la progettazione pratica di sistemi sostenibili che tenessero conto del suolo, l’acqua, le piante, questioni legali ed economiche. Il lascito di Bill è che centinaia di migliaia di studenti hanno dato vita a una rete globale per portare avanti il suo pensiero. Questo è un mondo in cui siamo lucidamente consapevoli dell’ambiente, delle sue capacità e dei suoi limiti, e progettiamo sistemi umani che ne rispettano la sostanza.
Bill ha passato i suoi ultimi anni a Sisters Creek, Tasmania. Le sue ultime parole hanno il tono di un’epigrafe:
“Se sentite che sono morto, ditegli che mentono.”
Traduzione di Lorenzo Costa
Fonte: https://www.permaculture.co.uk/news/14748871427497/bruce-charles-bill-mollison-1928-2016