Gautier è un giovane francese. Ha quasi trent’anni e vive a pochi chilometri da Acireale.
A tredici anni si è trasferito dalla Francia agli Stati Uniti con tutta la famiglia. L’adolescenza l’ha passata, mangiando la mattina a colazione latte iperpastorizzato e fiocchi di sterile mais OGM. Una roba che non nutre, come lui dice.
Tutte le mattine è andato a scuola con la nausea e la voglia di vomitare. Ad un certo punto è diventato vegetariano e poi vegano, per reazione. Ha spinto il suo corpo all’estremo facendo, secondo lui, del male e non poco allo stesso.
Terminato il liceo, quando non sai cosa fare, la massa sceglie l’università. Anche lui lo ha fatto. Si è iscritto a psicologia, per capire se stesso.
Al secondo anno ha lasciato per frequentare, per quasi quattro mesi, un corso sulla sostenibilità in un ecovillaggio in India. La sua mente, a quel punto, è andata in una nuova e forse attesa direzione.

Al ritorno in America, ha capito che non poteva più continuare a studiare psicologia. Aveva bisogno più tempo per capire la sua nuova strada. Allora si è preso un anno sabbatico, attraversando in bici gli Stati Uniti.
Durante questa incredibile esperienza, ha scoperto centinaia di chilometri di campi di mais e di soia col cartello Monsanto o Bayer e ha bevuto acqua di pozzo al gusto di pesticida per le zanzare.
“Ho visto in quel viaggio un mondo quasi mutante e persone che non sembrano quasi umane” ammette Gautier.
La bici ha proseguito, finendo la sua corsa nella costa Ovest degli Stati Uniti. Qui ha deciso di riprendere l’università, iscrivendosi ad un corso di agricoltura sostenibile. Dopo tre mesi, però, i professori gli hanno detto “vattene” e lui ha risposto “grazie”.
Aveva capito troppe cose sul potenziale dell’agricoltura e non si accontentava di studiare agricoltura biologica, anche se il nome del corso era “agricoltura sostenibile”.
Vedeva che i prodotti in biologico stavano sfruttando la terra, diminuendo il potenziale di vita del terreno sino a degradarlo, per produrre cibo biologico.
Gautier non si è accontentato di quella situazione, perchè ha visto che quello era già un modello superato di produzione che, anche se meno dannoso dell’agricoltura tradizionale, tende comunque ad impoverire i terreni.
Lui voleva studiare l’essenza del potenziale dell’agricoltura, che è totalmente naturale e integrata e in cui la risorsa di base e di vita non viene compromessa, favorendo un ciclo produttivo perpetuo.

“Allora questo era troppo innovativo per essere insegnato anche in un’università americana” riconosce lui stesso.
Da quel momento ha iniziato a studiare da solo, facendo poi esperienze sul campo in Australia, India, Malesia e Portogallo. Vedeva già allora la direzione verso la quale sta andando il mondo, un precipizio mortale.
Il precipizio è il monopolio del territorio, della produzione, della trasformazione, della distribuzione e della vendita. Il modello economico attuale consente a chi è grosso di diventarlo ancora di più, anche se le sue pratiche ambientali e sociali sono devastanti e degradanti. Ma questo non importa.
Per lui questo era ed è chiarissimo.
“L’attuale sistema ti chiede di buttare i soldi in favore di chi gira intorno a questo mondo di monopolio” ci dice Gautier. A livello di produzione, secondo lui, è importantissimo avere servizi dalla natura invece che dal petrolio.
Sostituire i lavori di tipo intensivo che l’uomo fa ad alti costi con processi naturali. Ecco la sfida che il nostro amico propone ai siciliani, lui che siciliano non è ma che ha scelto questa terra come la sua casa.
I processi naturali di cui parla sono le piante, i microrganismi, associazioni di piante sul campo, integrazioni di animali, strutture mobili, presenza di alberi sul terreno e uso di tecnologia alternativa, che permette di gestire gli animali come non era possibile un tempo.
Quando si dovevano recintare gli animali nel passato, si facevano cumuli di pietra e muri in legno oppure si usava la rete metallica. Oggi con un filo elettrico si possono fermare e gestire centinaia di mucche. Sono tecnologie oggi disponibili, che non potevamo sognarci di avere cinquant’anni fa, e che aiutano i processi naturali.

Gautier sta promuovendo pratiche agricole che consentano la vita in un orto familiare, in un vivaio, in un’azienda che fa orticoltura, in un frutteto o in un allevamento.
C’è una rete, ora, di produttori siciliani che sta capendo il potenziale dello sviluppo dell’agricoltura rigenerativa, per abbattere i costi, mantenere alta la produzione e avere una migliore qualità di piante, terreno, animali e prodotti.
Oggi la scienza della microbiologia e quella della fermentazione e della decomposizione sono passi fondamentali per cambiare il sistema di produzione nell’agricoltura. Il processo di compostaggio o decomposizione della materia organica, secondo Gautier, è un’arte fraintesa o dimenticata, perché sicuramente nel passato si sapeva fare.
La gestione corretta del compost con l’allevamento giusto di microrganismi è fondamentale per scatenare questo processo di vita nel suolo, che poi porterà fertilità, salute e produzione vegetale con ripercussioni anche sulla salute degli animali e degli uomini.
Gautier vuole lavorare sui terreni di altre persone e aiutare le aziende a svilupparsi secondo queste logiche.
Ha creato nel suo giardino le basi vegetative con gli impianti di alcune piante particolari, per sostenere la fertilità sempre, senza avere più la necessità d’importare dall’esterno alcun concimante. L’autonomia della fertilità…

Aiutare la gente a percepire la potenza e la generosità del mondo naturale è per lui il più grande regalo.
“Vedere nascere un mondo nel mezzo dell’Apocalisse“, ecco il suo sogno ad occhi aperti.
Ci lavora ogni giorno insieme ai sognatori, che lo stanno seguendo sempre più numerosi.
Noi ci mettiamo in fila, dietro, con la nostra capperina Fiat 500.
Fonte: https://www.facebook.com/ilgirodelcappero/posts/689661351188872