Questa primavera, durante una delle attività di Mutuo Aiuto della Rete Permacultura Sicilia, ho avuto la fortuna di conoscere Maria Rosaria Seminerio, donna dall’aria incredibilmente intelligente, attenta a costruire relazioni solide con le persone che la circondano.
Maria Rosaria riesce a dare una precisa e netta sensazione di sicurezza quando ti trovi a lavorare con lei.
Se dovessi utilizzare i principi di permacultura di David Holmgren per descriverla direi:
- Cattura e conserva le energie
- Usa soluzioni piccole e lente
- Usa e rispondi creativamente al cambiamento
Nonostante il suo carattere schivo e il suo voler tenere un profilo basso, personalmente credo che abbiamo a che fare con una pioniera della permacultura in Italia, un po’ come le piante pioniere dell’Etna, passano inosservate ma sono tenaci e grazie alla loro capacità di adattamento agli stravolgimenti del vulcano riescono a costruire le premesse per avere un climax.
Ebbene si, miei cari lettori, Maria Rosa è un perfetto esempio di resistenza e resilienza che rilascia perle di stabilità nell’ecosistema in cui si trova.
Lei ovviamente borbotterà qualcosa come “ma non dovevi” per via della descrizione sopra. Pazienza! Godiamoci il resto, le ho fatto alcune delle mie domandine facili facili ed ecco le sue risposte…
Ciao Maria Rosaria, ci vuoi parlare un po’ di te? Chi sei? Come sei approdata al mondo della permacultura?
É difficile superare la reticenza a parlare di me e pensare di avere delle cose interessanti da condividere. Non ho gesta eclatanti da raccontare, solo il mio personale percorso di crescita che mi ha condotta, quasi “per caso”, alla Permacultura.
Ero profondamente integrata nel tessuto sociale in cui mi trovavo a vivere. Manager della ristorazione, conducevo una vita “ai confini della realtà”! Orari di lavoro inverosimili, -non esistevano il giorno e la notte, festivi o feriali: io lavoravo sempre- ed un carico di responsabilità non indifferente.
Ad un certo punto il mio corpo, la parte non razionale che è in verità la nostra parte più intelligente, ha deciso per me che dovevo fermarmi. Avevo sviluppato un problema ad un occhio e l’unica che poteva curarlo ero io. Non c’erano cure poiché causato dal forte stress.
Questo fatto mi risuonò dentro come un grosso e fragoroso GONG! Che fare? Non vedevo quante strade, invece, si stavano aprendo davanti a me: erano infinite. Nel giro di qualche mese maturai la decisione di lasciare il lavoro e di concedermi del tempo. Cominciai delle ricerche e, non so come, ho scoperto che esisteva una cosa chiamata Permacultura.
Non conoscevo nessuno che la praticasse e non ne avevo mai sentito parlare. Cercai dei corsi e ne facevano giusto uno a Bagno di Romagna in Emilia tenuto da Anna Bartoli ed Elena Parmigiani. Avevo la paura di incappare in un contesto di “fricchettoni”, di “peace and love”, di “volémose bene” ma andai lo stesso.
È stata la mia rivoluzione copernicana! Mi si è aperto un universo, proprio quello che io stavo cercando. Ho seguito con un entusiasmo che non avevo da anni il PDC di Anna ed Elena. Mi hanno dato tutte le risposte che volevo ed il livello di scientificità altissimo ha fugato qualsiasi dubbio. Avevo trovato il mio posto. Volevo occuparmi di questo nella mia vita.
Mi ha incuriosito molto l’iniziativa che stai lanciando: “Permacultour”. Ce ne vuoi parlare? Cosa ha a che fare il turismo con la permacultura?
Ho fatto diverse esperienze come Wwoofer in Sicilia presso amici permacultori e mi sono subito resa conto che oltre il duro lavoro e la progettazione la vera ricchezza di questa rete sono le persone che costituiscono un grande patrimonio da scoprire.
Con Permacultour andremo proprio “a casa” loro per conoscere questo mondo dall’interno, partendo dalle opere, dai progetti sul campo. È un modo per andare dal particolare all’universale. Più che turismo tout court è una scoperta continua di luoghi, di idee e di persone. É un modo concreto per capire cos’è la Permacultura osservando i progetti.

Disegneremo degli itinerari tematici grazie ai quali si verrà a contatto con le diverse declinazioni del progettare in Permacultura. Permacultour è un’occasione unica per chi lo vive, perché le sinergie che vengono a crearsi nei gruppi sono sempre uniche e tutti siamo chiamati ad esserne protagonisti. È un’esperienza da vivere e da condividere.
Dietro Permacultour c’è un’associazione culturale “SemiNeri”, chi ci lavora?
SemiNeri è un’associazione formata da amici che si vogliono profondamente bene e che condividono l’amore per la terra, la Natura, valori quali la condivisione, lo scambio, l’altruismo, il dono, la musica, la bellezza delle cose, il buon cibo, il vino bianco e gli aperitivi! Abbiamo tutti competenze diverse e molta voglia di fare bene le cose.
Fondamentale è stato l’incontro con Silvia Cogo, brillante insegnante di Design presso l’Isia di Faenza e forza propulsiva di SemiNeri che mi ha consentito di capire quanto potesse essere interessante disegnare un progetto partecipativo legato alla Permacultura.

Vorremmo condurre alla sensibilizzazione del bello, della poesia che è dentro ogni cosa. Una delle missioni principali, comunque, rimane la diffusione di una sensibilità ecologica soprattutto verso i più piccoli. È fondamentale ricordare che il mondo che viviamo adesso non è nostro ma dei nostri figli e dei nostri nipoti, il cui destino futuro abita già in mezzo a noi.
Come avete cominciato?
Come spesso accade tra amici, intorno ad un tavolo, tra un concerto ed una passeggiata al mare. Lo sproloquio, a volte, aiuta! Cioè, volevo dire brainstorming.
A noi piace ridere e scherzare. Molte delle nostre interviste avvengono a cena in una situazione molto gioiosa. Ma proprio quando siamo piegati in due ci scappa la domanda a trabocchetto: secondo te è possibile progettare in permacultura con Permacultour?
Secondo me tutto può essere progettato in Permacultura. Sembra esagerato? Il Permacultour rispetta le tre etiche: ha cura delle persone perché le fa stare bene, le coccola; ha cura della Natura perché divulga l’ecologia e perché conoscere questi posti può portare a replicare delle scelte rispettose e sane; avviene una equa condivisione perché chi riceve in visita conosce nuove persone e nuove energie, mentre chi visita vede bei posti e belle persone; ed io ho un’altra buona occasione per stare bene.
Noi di Permacultura & Transizione sogniamo che dopo ogni articolo, dopo ogni intervista pubblicata si avvii in Italia un piccolo processo di cambiamento o una piccola rivoluzione. Ti va di sognare con noi? Cosa avverrà dopo la pubblicazione di questa intervista?
Spero di avere trasmesso la curiosità e la voglia di conoscere la Permacultura facendo un Tour con noi; di ricevere tante adesioni e di poter organizzare belle occasioni di scambio; spero di avere aperto un piccolo spiraglio di luce in qualche cuore che pensa di trovarsi al buio con un messaggio di speranza: la Vita è fatta di tante piccole cose belle, di luoghi, di profumi, di doni, di relazioni che arricchiscono mente e corpo. Dobbiamo solo cercarle e magari le troviamo proprio dietro l’angolo.

E cosa succederà dopo un tour organizzato da Permacultour?
Succederà che ne organizzeremo un altro e poi un altro ancora e che il livello del FIL (Felicità Interna Lorda) aumenterà sempre di più. La nostra vita è ciò che noi facciamo di essa.