Ad Aprile di quest’anno mi è capitato di scoprire il Bosco di Ogigia, il diario di permacultura di Francesca Della Giovampaola e Filippo Bellantoni, due giornalisti con la passione per la permacultura.
Francesca è una donna dinamica, divertente, intelligente. Filippo si definisce un nerd anni 80, sta dietro le quinte e fa si che le perle di comunicazione del Bosco di Ogigia siano veicolate nel migliore dei modi.
Ragazzi qui abbiamo a che fare con gente del mestiere e si vede! I loro video raccontano il meraviglioso mondo della permacultura in Italia con leggerezza e spunti di riflessione, la loro pagina Facebook riceve ogni giorno una valanga di consensi e il canale Youtube del Bosco di Ogigia è strutturato in categorie che vanno dai viaggi, al fai da te e alle clessidre: cinque minuti per rispondere alle domande dei lettori.
Beh, lo confesso io li corteggio già da un po’ e alla fine l’ho spuntata: Francesca ha risposto alle mie domande in cinque minuti…o quasi!
Ciao Francesca, ci vuoi parlare un po’ di te? Chi sei? Come sei approdata al mondo della permacultura?
Di mestiere sarei una giornalista, sono iscritta all’albo professionale da molti anni e ho lavorato soprattutto in tv. Per esprimere meglio chi sono direi “una ragazza di campagna, trasferita in città”. Ho sempre amato stare a contatto con la natura e anche stare in compagnia e imparare dalle esperienze degli altri, perché nella vita non si può fare tutto.
Alla permacultura ci sono arrivata per caso, che non è poi mai un caso. Una tempo andavo a trovare mia nonna in campagna, quando lei non c’è stata più ho deciso di cercare un angoletto per sentirmi ancora a casa tra la terra. Quando un mio amico mi ha parlato della permacultura è stato un crescendo. E con il corso di 72 ore, che ho fatto nel 2015, ho capito che non avrei potuto più farne a meno.

Mi ha incuriosito molto il Bosco di Ogigia, il tuo diario di permacultura. Ce ne vuoi parlare? Da dove viene questo nome?
L’idea del nome è venuta fuori durante il primo corso per imparare a progettare una food forest. Ogigia è l’isola di Calipso dove approda Ulisse. Vi sono giardini naturali, un bosco sacro con grandi alberi e sorgenti. Si stava così bene che Ulisse rimase là sette anni!
Da subito ho pensato che mi sarebbe piaciuto raccontare la mia esperienza di riconquista dell’uso della zappa dopo una vita con la penna in mano. Andando avanti ho capito che parlare di queste cose per me è più importante che riferire fatti di cronaca o di politica. È più costruttivo parlare di soluzioni che di problemi.
Come avete cominciato? Quali sono le esperienze che vi sono rimaste nel cuore? Quali quelle difficili ma che vi hanno insegnato qualcosa?
Per far funzionare il progetto di comunicazione mi ha aiutato Filippo Bellantoni, giornalista anche lui e più esperto di me con le tecnologie. Il suo aiuto è determinante. Insieme abbiamo iniziato a fare video che sono lo strumento di comunicazione più efficace in questa epoca in cui si va di fretta. Con un racconto per immagini si riescono a comunicare più cose in minor tempo.
Questa estate siamo stati in Sicilia e Sardegna, due terre ricchissime di permacultura e di tante altre cose belle, dove speriamo di tornare presto.
Il difficile arriva adesso. Finora il progetto di comunicazione lo abbiamo finanziato da soli. Vorremmo tanto trovare un modo per reperire risorse per proseguire questo percorso a tempo pieno.

Quali altri progetti stai seguendo in questo periodo?
Io mi divido a metà tra il Bosco di Ogigia e la permacultura urbana con il gruppo PURO, che si riunisce a Roma. Siamo un gruppo di persone che si interessano di permacultura che si incontrano molto spesso per mettere in pratica tutte le cose interessanti che si imparano studiando permacultura. Chiunque passi dalla capitale è il benvenuto. Per informazioni vi rimando alla pagina facebook PURO, Permacultura a Roma.
Permacultura è una parola che non viene riconosciuta neanche dal correttore di qualsiasi editor di video scrittura (Word, Libre Writer, OpenOffice Writer ecc) sembra che occorre lavorare tanto sul linguaggio eh?
La parola permacultura, che a me è tanto familiare, in Italia sembra non la conosca nessuno. O la si ama o non la si conosce affatto. Sarà perché è una parola composta, ma per farla capire a volte serve di fare lo spelling. Secondo me, se insistiamo, prima o poi la mettono anche sul correttore. Il linguaggio per parlare di permacultura deve essere semplice, ma questo vale sempre, per qualsiasi argomento. E cosa dice Bill Mollison infatti? “Nonostante i problemi del mondo siano sempre più complessi, le soluzioni restano di una semplicità imbarazzante.” Quindi seguiamo le indicazioni del maestro e siamo semplici anche nel linguaggio.
Qualcuno dei nostri lettori ci rimprovera che la permacultura “non è per tutti”. Troppi termini anglosassoni difficili da ricordare, troppi principi, troppa fatica nella fase della progettazione e soprattutto troppa responsabilità da prendere che non fa dormire la notte, la paura del cambiamento. Come replicheresti con video-risposta?
Anche secondo me tenere conto di tante variabili per prendere una decisione è faticoso. La soluzione è lavora insieme agli altri, mettere sempre in moto l’intelligenza collettiva. Per questo sono così contenta di far parte del gruppo PURO. Insieme agli amici si superano tante paure.
Una o più canzoni che hai in mente in questi giorni? E perché?
Questa è la domanda più difficile. Ho la testa che mi scoppia di tutti i motivetti che utilizziamo per i video del Bosco di Ogigia.
A noi piace ridere e scherzare. Molte delle nostre interviste avvengono a cena in una situazione molto gioiosa. Ma proprio quando siamo piegati in due ci scappa la domanda seria: Riusciremo a ispirare gli “itagliani” con i nostri piccoli mezzi di comunicazione?
Penso di sì, perché è tale il disagio che c’è in giro che le persone sono in cerca di alternative alle cose che non funzionano. Dobbiamo dare messaggi positivi, far vedere che abbiamo tutti il potere di cambiare le cose, che non siamo in una trappola senza via di uscita.

Ok domanda difficile, lo ammetto. Le nostre interviste sono spesso sui generis e crediamo nel mutuo scambio. Ti va di fare una domanda a Permacultura & Transizione? Risponderemo sinceramente ovviamente.
La prima domanda per Permacultura & Transizione è: quando posso farvi una video intervista? Marco non puoi sfuggire.
R: Ok ok non sfuggirò promesso! A voi la scelta del luogo, tipo di intervista etc.
Seconda domanda: Le galline salveranno il mondo?
R: Si! Le galline felici salveranno il mondo. Come dicono loro …INTIMAMENTE: i nostri destini sono legati intimamente e non si salva nessuno se non ci salviamo tutti.
Noi di Permacultura & Transizione sogniamo che dopo ogni articolo, dopo ogni intervista pubblicata si avvii in Italia un piccolo processo di cambiamento o un piccola rivoluzione. Ti va di sognare con noi? Cosa avverrà dopo la pubblicazione di questa intervista?
Il ministero dell’agricoltura ci convoca entrambi e ci fa progettare il prossimo Piano di Sviluppo rurale nazionale.
E cosa succederà dopo la visione di uno dei magnifici video de Il bosco di Ogigia?
Sogno tanti piccoli boschi di Ogigia che nascono ovunque. Alla fine saranno così tanti che si toccheranno e Ogigia da isola che era diventerà più grande di un continente.