Intervista a Grazia Cacciola

Intervista a Grazia Cacciola, autrice, esperta di agricoltura eco-sostenibile, autoproduzione e permacultura. Un racconto che parla del blog Erbaviola, downshifting dell'editoria in Italia e della sua ultima avventura: l'autoproduzione del libro "L'autoproduzione è la vera rivoluzione."

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Grazia Cacciola Permacultura
Grazia Cacciola, giornalista e saggista, fondatrice del sito erbaviola.com. Credits: http://www.erbaviola.com/

Ciao Grazia, ci vuoi parlare un po’ di te? Chi sei? Come sei approdata al mondo della permacultura?

Sono una persona libera, un’autrice, qualche volta una giornalista e part time il product manager di una web company. Sono nata e cresciuta a Milano, ho girato un po’ di mondo prima per studiare e poi per staccare da lavori a ritmi infernali. Finché non ho deciso che mi stavo perdendo la vita, consumandola senza andare da nessuna parte. Molti anni fa, nel pieno della carriera ma praticamente priva di vita vera, mentre spendevo tutto quello che guadagnavo per poter continuare a guadagnare e spendere, ho lasciato Milano, la grande città che sentivo ormai soffocante. Dopo anni di spostamenti alla ricerca di un luogo bello in cui vivere, oggi abito in un piccolo borgo in mezzo a un bosco sull’Appennino Tosco-emiliano, una parte del mondo che amo profondamente. Sono più o meno a metà strada tra Bologna e Firenze.

Il percorso è iniziato lentamente, più o meno nel 1999, stesso anno in cui ho aperto il sito erbaviola.com, allora dedicato solo alle piante innovative come stevia, canapa, perilla ecc., le piante boicottate dalle multinazionali ma dalle innumerevoli potenzialità produttive, curative ed energetiche.

Da allora sono passate tante scelte: il downshifting ovvero lavorare meno e vivere meglio in frugalità, poi la decrescita, l’alimentazione etica, la coltivazione naturale, l’autoproduzione di molto di cui abbiamo bisogno, la semplicità e la frugalità … e il piacere di condividere queste esperienze con chi comincia, chi lo sta ancora sognando e chi può ancora insegnarmi tanto.

grazia cacciola autoproduzione
Credits: http://www.erbaviola.com/

Io all’inizio ho cercato di capire cosa mi piaceva davvero e ho cambiato vita a poco a poco, ridimensionando il lavoro, imparando a fare molte cose per conto mio, senza comprarle, sono partita da un piccolo orto sul balcone in un minuscolo terrazzino a Cesano Maderno, affacciato sul Parco delle Groane. Ho iniziato a vivere fuori dalla città, prima in Brianza, poi nella campagna della Lomellina e ora finalmente sul meraviglioso Appennino Tosco-Emiliano, che, citando Goethe, è “un pezzo meraviglioso del creato”.

Mi ha incuriosito molto l’erbaviola, il tuo diario di permacultura. Ce ne vuoi parlare? Da dove viene questo nome?

Il nome è quello di due piante che amo allo stesso modo e che sono state e sono ancora in parte piante boicottate: la Blueberry Cannabis, una varietà di cannabis dalle foglie viola e gusto fruttato, resistentissima, che risale agli anni ‘70 e la Perilla Frutescens, una pianta viola dalle mille virtù che è l’unica rappresentante della specie Perilla, una curiosità della natura. Entrambe in italiano sono state tradotte come ‘erbaviola’, anche se oggi si usano più appropriatamente i nomi Perilla e Blueberry Cannabis.

Il mio approccio alla permacultura, iniziato a fine anni 90, è stato più orientato verso discorsi di bioregionalismo e di costruzione di economie solidali locali, derivata dalle teorie di Berg, Dasmann e dalla necessità di una nuova forma di economia che vada oltre il capitalismo, come proposto da Georgescu-Roegen.

Solo in seguito ho incontrato i lati più pratici, arrivando anche a studiare la permacultura alla Permaculture Academy di Mollison. Nei primissimi post dell’orto sul mio blog, mi si vede preparare aiuole pelatissime, ordinatissime, con le insalate tutte in fila! La strada da lì è stata lunga e molto interessante.

Grazia Cacciola ErbaViola
Credits http://www.erbaviola.com/

Oggi ho una vita che rientra per gran parte nell’idea di permacultura mollisoniana, dove la coltivazione, la biodiversità, il bioregionalismo e l’economia solidale fanno parte integrante della vita.
Il mio blog, ma forse di più i miei articoli sulla stampa, seguono entrambi gli aspetti: filosofia economica e pratica. Bisogna pensare ma anche sporcarsi le mani con la terra, studiare è necessario ma poi bisogna anche seminare, raccogliere e vivere in prima persona quel che si propone.

Downshifting, editoria e orticoltura sembrano essere i pilastri della tua vita. Adesso la tua nuova avventura “L’autoproduzione è la vera rivoluzione. Storie di decrescita, d’utopia e d’altre leggerezze”. Ti va di parlarcene?

E’ un libro che avevo in mente da un po’ perché mi chiedono spesso di raccontare la mia esperienza di decrescita da un punto di vista più personale, soprattutto chi sta facendo un percorso simile e trova stimoli in chi ha già compiuto un bel pezzo di strada. In realtà non è il primo libro di questo tipo, arriva dopo quasi dieci anni da Scappo dalla città, che era invece un manuale pratico sul come fare un cambiamento sostenibile dal punto di vista di lavoro, famiglia, abitazione, progettualità. Era il manuale che avrei voluto avere io dieci anni prima.

Questo libro invece è il libro-ispirazione che avrei voluto avere. La persona che parlava con me e mi raccontava come aveva fatto lei, senza filtri. E’ un libro che ripercorre gli ultimi 18 anni di vita parlando della mia di esperienza, che in Scappo dalla città invece mancava, mi è stato rimproverato non poche volte. Avevo preferito essere solo la penna che racconta le esperienze di molte persone che hanno fatto questa scelta. Ora racconto la mia.

L’autoproduzione è la vera rivoluzione” è uno slogan che inventai anni fa, il copywriting fa parte del mio lavoro e mi ha sempre divertita utilizzare queste competenze per divulgare sui temi della decrescita… una sorta di pubblicità no profit per la crescita del mondo invece che del profitto di un’azienda.

Autoproduzione Rivoluzione Grazia Cacciola
Copertina del libro L’autoproduzione è la vera rivoluzione.di Grazia Cacciola.

Non immaginatevi però che sia un lavaggio di coscienza: negli anni siamo riusciti a creare una situazione lavorativa in cui non solo siamo tutti impegnati su questi temi e persino tutti vegetariani/vegani, ma abbiamo anche solo clienti etici. E’ uno degli aspetti e delle scelte che racconto in questo libro, uno di quegli argomenti che ho sempre evitato sul blog, perché più spinosi e difficili da gestire online, sono argomenti che richiedono un dialogo più intimo e ponderato.

Il resto sono storie, tutte vere: causa delle mie scelte ho trascinato amici e famiglia tra decrescitori, animalisti, festival vegetariani e vegani, la tv, i miei esperimenti di orti con metodi a volte bislacchi (conta che tutti i metodi di cui ho scritto li ho sperimentati materialmente), cambi di casa rocamboleschi e personaggi degni della commedia dell’assurdo. Per ora siamo felicemente sopravvissuti a tutto.

Tu hai scritto molti libri per editori importanti, come mai hai scelto il crowfunding per la produzione di questo libro?

Due motivi con la stessa importanza. Uno è che mi sembrava coerente autoprodurre un libro che parla di autoproduzione. L’editoria è un sistema che funziona come la grande distribuzione: ci sono tanti passaggi tra l’autore e il lettore, spesso passaggi che fanno arrivare il libro a costi alti e che tagliano fuori autori validi a vantaggio di cretinetti raccomandati – è inutile che ci giriamo attorno, funziona così.

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L’autoproduzione è la vera rivoluzione di Grazia Cacciola.

Io ho avuto la fortuna di essere scoperta tramite il mio blog dall’editor di una casa editrice ma sono ben conscia di essere un’eccezione. Da lì in poi ho lavorato con editori grandi e piccoli, a volte felicemente e a volte con problemi non da poco, con un paio ho dovuto subire anche lo stress e i costi di un iter legale per tutelare il mio lavoro. Alla fine, anche quando l’esperienza è felice, l’autore guadagna solo dal 6 all’10% del prezzo di copertina scorporato dell’iva e non prima di un anno dalla pubblicazione. Sostanzialmente, per molti libri, vuol dire un migliaio di euro scarsi per mesi e mesi di lavoro e competenze, senza contare le spese di libri, trasferte, le ore di studio e ricerca nelle biblioteche, gli esperimenti portati avanti per mesi ecc.

Il mercato editoriale è peggio della grande distribuzione, l’autore vale meno del contadino, anche nella situazione più rosea e con il migliore editore, deve mettere in campo molte più competenze ma finisce per guadagnare meno di un raccoglitore di pomodori in nero. Io stessa dopo una decina di libri e diverse collaborazioni stabili con riviste a tiratura nazionale, devo fare un altro lavoro per vivere. Scrivere è un hobby costosissimo in Italia. Per una volta, ho deciso di uscire da questo sistema e anche di raccontarlo, anche perché altri possano evitare certi editori che si ammantano di etica e poi sono i peggiori furfanti.

Il secondo motivo, non meno importante, è che per una volta volevo che il libro fosse fatto dall’inizio alla fine da professionisti competenti che partecipano attivamente alla decrescita, non dal grafico qualunque o dal correttore di bozze che non sa la differenza tra transizione e resilienza ma vuole comunque metter mano ai testi. Questo è invece un lavoro corale di persone che praticano tutte la decrescita nella vita e sono anche ottimi professionisti.

Pubblicare un libro da sola è un progetto impegnativo. Ma stai facendo proprio tutto da sola?

No, assolutamente, da sola non l’avrei mai fatto. Conosco i libri e la loro produzione molto a fondo, non potrei mai pensare di fare tutto da sola sebbene sia capace, tecnicamente, di fare un’illustrazione, di impaginare o di correggere delle bozze. Ma non credo nel self-publishing dell’improvvisazione, credo invece che gli autori devano fare solo gli autori e che oggi abbiano tutti gli strumenti per fare ottimi prodotti anche senza gli editori, ingaggiando personalmente i migliori professionisti.

Per questo libro io mi sono occupata solo della scrittura e del book design, ovvero ho ideato il libro come prodotto, quello che faccio per lavoro con i siti web. Poi è intervenuta la correzione delle bozze con Giovanna Rivella di Wizard Italy che è una delle copywriter più rigorose con cui ho collaborato e con la quale sono ancora in corso le ultime schermaglie sulla revisione finale: è un confronto eccezionale. Nel frattempo, Matteo Avallone, un bravissimo web strategist (greensamsara.com), si è occupato del website e della presentazione su Produzioni dal Basso, la piattaforma di crowdfunding che ospita il progetto. Isabella Giorgini, una giovane e talentuosa illustratrice che mi stupisce sempre per la capacità di interpretare i progetti con stili diversi, ha realizzato le copertine e sta realizzando l’impaginazione con il suo tocco speciale.
Non ultima per importanza, Elisa Bianchi che si sta occupando di tutta la parte di segreteria, risposte alle email, preventivi di tipografie, spedizionieri ecc.: in questi progetti sono una parte burocratica non indifferente.

Autoproduzione vera rivoluzione Grazia Cacciola
L’autoproduzione è la vera rivoluzione. Storie di decrescita, d’utopia e d’altre leggerezze di Grazia Cacciola.

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Pagata tipografia e spedizioni, i compensi verranno divisi equamente tra autrice e collaboratori a cui però ho personalmente garantito pagamento base, anche se il progetto non raccogliesse la cifra minima necessaria. Se tutto andrà bene – speriamo! – dimostreremo che pur facendo un prodotto di ottima qualità con un prezzo di copertina sotto la media (12 euro), tutti quelli che ci avranno lavorato avranno comunque un compenso adeguato alla loro professionalità e avranno anche prodotto qualcosa di bello, di cui essere fieri.

Domanda cattiva: perché acquistare proprio questo libro?

Ma non è cattiva, sai. Mi piace. Intanto perché è un libro fatto con il cuore, con esperienze vere e scritto da mani che praticano quotidianamente la terra.
E’ stampato in Italia, da una tipografia italiana (molti editori oggi stampano all’estero per alzare i propri margini di guadagno, facendo morire la tipografia nazionale).

E’ stampato su carta FSC, garantita non proveniente da foreste primarie (la nostra in particolare la fanno a Fabriano con la cellulosa di alberi nazionali, ripiantati continuamente per questo scopo). I collaboratori sono tutti impegnati in pratiche di permacultura, decrescita e hanno un forte impegno nell’ecologia personale.
Non è un libro da vetrina alla Feltrinelli fatto confezionare agli zappatori da tastiera o alle signore dell’autoproduzione in tv. Non è un libro sull’autoproduzione stampato in quadricromia in Polonia o in Indonesia e non si potrà trovare negli scaffali del supermercato. E’ un progetto piccolo, vero, autentico per persone che credono davvero nella possibilità di un cambiamento.

Noi di Permacultura & Transizione sogniamo che dopo ogni articolo, dopo ogni intervista pubblicata si avvii in Italia un piccolo processo di cambiamento o una piccola rivoluzione. Ti va di sognare con noi? Cosa avverrà dopo la pubblicazione di questa intervista?

Volentieri! Spero che le persone comincino ad aprire i libri e leggere dove sono stati stampati, da chi, quale carta è stata utilizzata, come lavora l’editore. Che comincino a chiedersi, magari, se un libro sulla permacultura in carta cloro-sbiancata patinata lucida abbia senso o non sia una contraddizione. Che si chiedano se chi ha lavorato al libro ha ricevuto un equo compenso – e in genere la risposta è no.
Ci vorrebbe un Fair Trade per l’editoria italiana!

Foto: Grazia Cacciola

Spero che l’autoproduzione di un libro sull’autoproduzione sia un innesco per capire che bisogna chiedere coerenza e competenza agli autori così come agli editori. Anni fa ho incontrato in giro per Bologna un ragazzo che vendeva il suo libro autoprodotto, l’ho acquistato e mi è piaciuto. L’ho fatto vedere a diversi editori e non ne hanno colto l’essenza. Quando poi finalmente è stato stampato, è finito nel cumulo dei libri sull’autoproduzione, scritti da gente che ne sa poco o nulla, ed è sparito sotto la pila degli improvvisati. Un po’ come se i nostri pomodori da semi antichi, coltivati con amore con metodi naturali e rispetto dell’ambiente, li mettessimo nella cassa dei pomodori con pesticidi del supermercato.

Un vero permacultore direbbe: metti un cartello davanti all’orto e vendili così a chi passa. Vendi ai GAS! Vendi alle cooperative sociali!
Ecco, vorrei che passasse questo messaggio: a volte i prodotti migliori li devi cercare e non stanno al supermercato. Vale per i pomodori come per i libri.

E cosa succederà dopo l’uscita del tuo libro?

Non lo so, non lo sappiamo! Il libro per ora verrà inviato a tutti coloro che hanno partecipato. Poi vedremo. Stiamo valutando varie strade. Una è quella di collaborare con una casa editrice etica per la distribuzione nazionale e ne stiamo considerando alcune, per fortuna esistono e sono realtà toste. Io sono anche molto tentata di chiudere l’esperimento così e lasciarlo come pubblicazione limitata a chi ha partecipato e a chi lo troverà ad alcune presentazioni che stiamo organizzando e in alcune biblioteche a cui verrà donato. Ci saremo per esempio a Fà la cosa giusta. Ma mi rendo conto che chi ha partecipato magari l’ha fatto per veder arrivare il libro un po’ più lontano e ispirare altre persone al cambiamento. Quindi alla fine credo che come soluzione per decidere cosa ne sarà del libro, adotteremo quella di far votare i partecipanti al crowdfunding perché in questo caso sono loro, a tutti gli effetti, l’editore. E l’editore decide la distribuzione.

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Per ulteriori info:
Sito Web: http://www.erbaviola.com
Crowfunding: https://www.produzionidalbasso.com/project/l-autoproduzione-e-la-vera-rivoluzione/

Facebook: https://www.facebook.com/grazia.cacciola.erbaviola
Youtube: https://www.youtube.com/user/erbaviola/videos

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