La Rivoluzione del Filo di Paglia in Sicilia!

La Rivoluzione del Filo di Paglia in Sicilia! La storia di una famiglia siciliana che ha deciso di coltivare il proprio cibo con l'orto sinergico e i principi di permacultura.

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Il filo di paglia comiso sicilia
Lucia Buscema, Giovanni Occhipinti, Giancarlo Occhipinti, Vincenzo Occhipinti de Il filo di paglia. Comiso (RG). Foto di Edite, Il giro del cappero.

In provincia di Ragusa si trova quello che fino a qualche anno fa era il più grande mercato ortofrutticolo d’Europa.

Da lì una distesa interminabile di serre accompagna fin quasi alla casa di Lucia e Giancarlo. Appena arrivati da loro, ad accoglierti, però, è una sorpresa.

Si sono ritagliati mezzo ettaro di orto naturale radioso, nel bel mezzo di uno stato di guerra che da anni si manifesta sempre nella stessa maniera.

Ai lati le serre dei vicini, che coltivano veleni di ogni tipo, ai quali si dà la forma finale di ortaggi.

Davanti, un terreno aperto di un altro vicino, nel quale ogni minuto un cannone, alimentato da una bombola a gas, spara i suoi colpi a salve per allontanare uccelli e insetti di ogni tipo.

Lucia, per anni, ha lavorato presso un consulente, preparando le dichiarazioni dei redditi senza comprendere a cosa servisse questo lavoro.

Poi, con Giancarlo, ha gestito una concessionaria di auto, che andava pure bene.
Negli anni della crisi, però, non capiva perché la gente firmasse mutui di tanti anni, per comprare macchine che dopo poco tempo perdevano il loro valore. Anzi lei, in cuor suo, sperava sempre che, al momento della vendita, queste persone potessero avere un ripensamento finale, rinunciando al mutuo e, quindi, all’acquisto della macchina.

Stanca di questa vita, è ritornata a casa.

Ha iniziato, per prima cosa, a farsi il pane col suo lievito madre, nel forno in pietra davanti la casa. Si, proprio lì, sotto i colpi a salve di cannone del vicino e in mezzo alle serre che sanno di lager.

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Serre nel ragusano. Foto di Edite, il giro del cappero

In questa casa grande con tante stanze, suo padre aveva desiderato che potessero, un giorno, essere accolte tante persone.

In una camera, adesso, è ospite da qualche giorno Isa, una giovanissima italiana che vive in Spagna.

Isa partecipa ad un torneo di golf nel vicino resort di Donnafugata. E’ accompagnata da un istruttore inglese, messole a disposizione dalla sua ricchissima famiglia.

Il contrasto fra lei e questa semplice famiglia balza agli occhi in modo evidente ma non invadente.

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L’hotel per insetti de Il filo di paglia, Comiso (RG). Foto di Edite, il giro del cappero

Qualche anno fa Giancarlo e Lucia hanno collocato su un albero del loro terreno una casetta degli insetti, per ospitarli durante la stagione fredda e visto che il loro terreno non aveva il cannone, anche gli uccelli che scappavano dal vicino si sono rifugiati in questo avamposto di quiete.

Poco tempo dopo, è toccato alle galline raspare in libertà in questo posto, dando alla famiglia le uova e la carne necessarie al loro fabbisogno e un surplus che ha cominciato ad essere venduto ai locali.

Lucia Buscema filo paglia sicilia
Lucia Buscema, de Il filo di paglia. Foto di Edite, il giro del cappero

“La svolta, però, l’abbiamo avuta un anno fa” ci dice raggiante Lucia, dopo la partecipazione ad un corso per la realizzazione di un orto sinergico, dal quale rimangono folgorati.
Per la prima volta capiscono di potere fare qualcosa che è nelle loro corde.

Quando hanno preparato i cumuli di terra, i vicini hanno cominciato a chiedersi che cosa stessero facendo. A loro che ridevano Giancarlo rispondeva: “Una risata vi seppellirà”.

In un solo anno è accaduto, allora, che gli insetti, cacciati dai veleni delle serre e dai boati delle cannonate, hanno impollinato i fiori del loro terreno.

Giancarlo Occhipinti filo paglia comiso
Giancarlo Occhipinti, il filo paglia comiso. Foto di Edite, Il giro del cappero

Senza insetti, a questo punto, i parassiti delle lattughe del vicino si sono sentiti imbattibili.

I fiori, a loro volta, che non crescono più nelle serre e sotto i colpi di cannone del vicinato, hanno cominciato a proliferare tra gli ortaggi del campo di questa gioiosa famiglia, attirando i parassiti, che in tal modo non attaccano i loro ortaggi.

Le pecore e le galline con le loro deiezioni arricchiscono naturalmente il terreno, che senza il bombardamento di veleni è ricoperto da erbe spontanee e una vegetazione di fiori e ortaggi in salute e vivissimi.

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Foto di Edite, il giro del cappero

Quel mezzo ettaro di terreno ora è un’esplosione di verde, odori e ronzii d’insetti, in mezzo ad un paesaggio di morte, che le serre hanno determinato. E tutto questo in un solo anno appena.

Cos’è successo?

A tutti noi sarà capitato almeno una volta nella vita di vedere una ragnatela.
Questo ordinato intreccio di fili che diventa una rete è sorretto da alcune estremità. Basta staccarne una e la tela perde tensione, andando giù.

Ecco quello che è capitato con le cannonate nella terra del vicino e i veleni dei pesticidi dentro le serre.

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Foto di Edite, Il giro del cappero

Gli insetti, ossia una delle estremità che tengono in vita la delicata ragnatela della Natura, scomparendo, hanno fatta andare giù la ragnatela.

Scomparsi gli insetti, scompaiono i fiori, si annulla la diversità, restano i parassiti e muore piano piano la vita.

Le erbe spontanee, gli insetti e gli animali, aiutati da Lucia, Giancarlo e i loro due figli, hanno ricreato la ragnatela delicata della Natura nel loro terreno, tenendo ognuno per la sua parte un’estremità con un piccolo sforzo. Niente di più.

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Giovanni Occhipinti de Il filo di paglia. Foto di Edite, il giro del cappero.

Questa ragnatela, adesso, dà vita a tutti i suoi elementi, che hanno iniziato a produrre copiosamente.

Lucia e Giancarlo hanno creato, allora, un gruppo di acquisto solidale in cui scambiano il surplus dei loro prodotti con altri venti soci.

Lo hanno chiamato “Filo di paglia”.

I soci, ogni settimana, aspettano con entusiasmo il pane di lievito madre che Lucia sta allevando da anni.

Arrivata la sera, è il momento di cenare. Al tavolo si unisce anche Isa e il suo istruttore.
Lei dice di essere sempre in viaggio perché il suo sogno di diciassettenne è quello di diventare una giocatrice professionista di golf.

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Foto di Edite, il giro del cappero

“Andando in Australia, ho viaggiato in business class perché non c’era posto in economy class” racconta.

Vincenzo, il piccolo di casa di appena sei anni, pende dalle sue labbra. E’ evidente che si è innamorata di lei.

“E’ femminaro ma va bene così” mi sussurra all’orecchio la mamma.
Dopo avere ascoltato il lungo elenco dei posti che Isa ha visitato nel mondo, Vincenzo finalmente prende la parola.

”Io, invece, sono stato ad Augusta, vicino Siracusa, e a Ragusa ma una volta sola” ammette candidamente, scatenando il silenzio di tutti.

 

Ogni cosa sembra surreale. Ci sono due mondi paralleli a tavola ad una distanza siderale, ma non per questo l’uno migliore o peggiore dell’altro.

In quella ragnatela, però, per qualche arcano mistero Isa c’è arrivata e ha attecchito naturalmente.

Poteva avere l’albergo più bello in Sicilia, ma ha scelto la casa di questa famiglia sempre sorridente. Ce l’ha portata il suo istinto, come è successo agli insetti, agli uccelli, alle erbe spontanee e ai fiori di quell’orto giardino.

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Foto di Edite, Il giro del cappero

Come può essere politico un filo di paglia?” si è chiesto un signore giapponese qualche anno fa, dall’altra parte del mondo.

Lucia e Giancarlo, forse senza saperlo, hanno cominciato la loro rivoluzione in un territorio, che è già al punto di non ritorno, tra veleni di ogni tipo che stanno uccidendo il suolo.

Da loro, ora, c’è una bellissima ragnatela tenuta in piedi senza cannoneggiare i compagni di viaggio, che appoggiano con fiducia la vita di Isa a quella del piccolo Vincenzo.

Lucia Buscema permacultura sicilia
Foto di Edite, il giro del cappero.

Per saperne di più su Il filo di paglia di Comiso
https://www.facebook.com/ilfilodipaglia16/

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