Come si crea una microfattoria

A dieci anni dall'inizio di un cambiamento di vita insieme alla compagna Noemi Zago, Nicola Savio ci parla del suo progetto di permacultura iniziato nel 2006. OrtodiCarta è una micro-fattoria sperimentale che cerca di migliorare l’ecosistema e la fertilità del suolo, aumentando la biodiversità all’insegna delle tre etiche della permacultura: cura della terra, cura delle persone, equa condivisione.

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Microfarm OrtodiCarta di Noemi Zago e Nicola Savio
Microfarm OrtodiCarta di Noemi Zago e Nicola Savio

A Lessolo, Piemonte, sorge la microfattoria di Nicola Savio e Noemi Zago, esempio vivente di progettazione in permacultura e – aspetto non secondario – permacultura vissuta con personalità.

Nicola e Noemi sono agricoltori di generazione zero

Questo vuol dire zero parenti contadini, zero terreni in eredità e zero competenze di partenza.

Ciò che colpisce l’immaginazione e che li rende simpatici a tanti è che sono “due come noi”, che lo stanno facendo sul serio, da 14 anni non hanno un lavoro eppure sono ancora vivi e vivono su un pezzo di terra con cui hanno stabilito un rapporto di proficua collaborazione. Sul suo ettaro di terra, la coppia ha costruito una abitazione in paglia, coltiva ortaggi, è assediata da una quantità di animali da cortile e conduce una esistenza che, vista da lontano, fa pensare alla casa nella prateria.

Ma la storia è un po’ diversa

Nicola e Noemi vengono da retroterra professionali moderni, alla moda. Lui dai servizi sociali e, poi dalla ristorazione, lei dal design e dalla comunicazione. Come ogni occupazione moderna, anche le loro sono entrate in crisi, qualche anno fa. La vita li ha gentilmente spinti fuori bordo e loro hanno, anziché cercare di tornare sulla nave che affondava, hanno deciso di cominciare a nuotare.

cassetta ortodicarta permacultura
Cassetta di Ferragosto presso Ortodicarta. Foto: Nicola Savio

Si sono così avvicinati alla coltivazione. Lo hanno fatto a mente sgombra, ma soprattutto con una curiosità sistematica e vorace che negli anni li ha portati a diventare due autentici nerd dell’agricoltura naturale e rigenerativa.

Su Facebook Nicola Savio è prodigo di consigli verso chiunque si interessi di permacultura e orticoltura e il progetto OrtodiCarta è un bell’esempio di integrazione fra agricoltura naturale e comunicazione efficace online, con la firma di Noemi.

olivia ortodicarta permacultura
Olivia abitante della microfarm OrtodiCarta

Abbiamo conosciuto Nicola Savio a Bolsena lo scorso settembre, ma prima ancora gli avevamo rivolto alcune domande via email. Nicola e Noemi ci hanno risposto a modo loro, con un video esauriente e spettacolare. Ve lo proponiamo sicuri che farà sognare anche voi.
Nel video scoprirete che questa coppia di coltivatori postmoderni sta realizzando una microfarm, ossia “un modulo completo di tecniche, tecnologie e strumenti per la progettazione, programmazione e gestione di una piccola realtà agricola locale e sostenibile da reddito.”

Che dia quindi la possibilità a chi vi abita di vivere e prosperare.

Il progetto della microfarm coinvolge una estesa serie di competenze tecniche

Ma ci appare chiaro che non sarebbe possibile senza la volontà e l’abilità dei suoi protagonisti di progettare un modo diverso di vivere la vita nel suo complesso e se stessi all’interno di questa visione.

La progettazione messa in atto da Nicola e Noemi coinvolge quindi livelli visibili e invisibili, esterni e interiori. La sua efficacia risiede in un equilibrio di elementi che interagiscono formando un sistema complesso e ben armonizzato: natura, economia, società, famiglia, rapporti, ecc.

Ambiti che meriterebbero una trattazione a parte, anche se non è detto che Nicola e Noemi abbiano tempo o voglia di parlarne, se non davanti a una birra e un bel po’ di ironico pragmatismo, a patto di aver finito i lavori nell’orto.

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Flavio ha un retroterra familiare contadino, brutalmente ignorato per la prima metà della sua vita, mentre, come l'Italia intera, inseguiva la nobilitazione sociale attraverso le professioni del terziario avanzato. Ama riflettere e stare in buona compagnia, quindi passa tanto tempo da solo, spesso scrivendo. Finora si è mantenuto allineando parole scritte per quasi tutta la sua carriera-patchwork: tutto pur di convertire in opportunità il suo lieve disadattamento sociale. Oggi sforna libri per sé e per clienti che seleziona con cura. Se hanno qualcosa di geniale da dire, li aiuta a dirlo in modo geniale, se no va fuori, spacca la legna, pianta alberi o scrive i propri articoli o libri. Ha sempre tentato di non diventare uno scrittore, ma poi ha pubblicato negli Oscar Mondadori un libro sulle scelte di vita: “Lascia tutto e seguiti”, in cui per la prima volta in Italia, introduce il tema della permacultura al pubblico mainstream. Pensa sempre alla stessa cosa: come realizzarsi in questa era di trasformazioni epocali. A forza di cercare e formulare soluzioni, si è imbattuto nella Permacultura, che ha studiato presso l'Istituto Italiano di Permacultura con Pietro Zucchetti. Per suo tramite ha conosciuto Marco Matera e vi si è consociato naturalmente per realizzare questo magazine, mentre insieme partecipavano a conversazioni con Naresh Giangrande, da Totnes, la prima Città in Transizione del mondo. Studia e applica la permacultura intensivamente, evita le grandi città, ha strani amici ed è convinto che non ci sia fonte di saggezza più grande della Natura.