Oggi con una delle Associazioni di Reggio Emilia con cui collaboro, Gramigna, siamo andati a fare una gita a Bologna.
Obiettivo: visitare una delle poche cooperative in Italia che si occupano di produrre ortaggi “a ciclo chiuso” ovvero che producono e servono i propri soci, soddisfacendone i bisogni di verdure biologiche.
Arriviamo in una mattina brumosa, tipica di Ottobre, nella pianura emiliana. Non è ancora nebbia, ma c’è forte umidità nell’aria e freddo pungente. A Reggio Emilia, da dove siamo partiti, faceva leggermente più caldo e la campagna fa sentire la sua differenza di microclima.

Claudio è persona gentilissima che ci presenta subito il punto di accoglienza e di smistamento di Arvaia, un tunnel in tubo e telo che funge da spazio polivalente. Scopriamo subito che la cooperative non ha strutture se non alcune serre e due tunnel. Un problema che ci accomuna; anche Gramigna, come Arvaia, non ha accesso alla casa colonica in loco.
Arvaia ha nelle sue terre una splendida casa colonica con fienile annesso ed altri locali in completo stato di abbandono, con il tetto crollato. Noi a Gramigna possiamo dire che il basso comodo che “ci è stato assegnato” ha ancora un tetto, da cui però piove. Si può dire: mal comune, mezzo gaudio. Le speranze sono molte per poter accedere agli edifici, permettendo una destinazione d’uso anche sociale (sia ad Arvaia che a Gramigna) e finalmente una degna ristrutturazione di edifici storici trasandati e pericolanti.

Arvaia (che in dialetto bolognese significa Piselli ed è scritto arvajja) è il nome scelto dai fondatori della cooperativa nata nel 2013. Arvaia, che si ispira a GartenCoop di Friburgo, una CSA tedesca, conta ormai 324 soci, tra i quali molti sostenitori (che non prelevano cioè nessuna cassetta di verdura) che abitano anche fuori regione. La cooperativa si trova a Borgo Panigale, coltiva dal 2013 circa 3 ettari, estesi all’affitto degli attuali 47 nel 2014, grazie al Bando pubblico del comune “Progetto Parco Città-Campagna”.
Lo scopo della cooperativa è principalmente quello di coniugare il desiderio di “ritorno alla terra” con l’obbiettivo della “sovranità alimentare” in città, a KM 0, grazie al quale limitare il consumo di territorio, così presente a Bologna, città ancora vocata alla cultura contadina, ma proiettata in un paesaggio fortemente urbanizzato.
Arvaia è una cooperativa CSA.
Community Supported Agriculture, agricoltura supportata dalla comunità. I soci sostengono la cooperativa, sia con quote in denaro che con ore di lavoro (retribuite e non retribuite). In cambio della quota, Arvaia distribuisce frutta e verdura in cassetta ai soci. La quota deve servire a coprire le spese che sostiene la cooperativa. Al momento è possibile acquistare, sempre solo per i soci, sia cereali che tisane e prodotti della lavorazione di erbe officinali.
L’area è particolarmente portata all’Agricoltura Sociale, infatti, nello stesso luogo, Villa Bernaroli, sono presenti anche altre cooperative ed associazioni.

Claudio ci porta all’interno del tunnel e ci spiega il funzionamento della cooperativa. Al momento le produzioni di ortaggi autunnali sono 9 (che arrivano a 75 tipi nella bella stagione), qualche ortaggio estivo è a fine produzione (zucchine, pomodori, melanzane, peperoni, peperoncini), cereali (Arvaia aderisce a Miscugli di Ceccarelli e produce cereali antichi, che sono poi distribuiti in grani, farine, ecc ai soci con una quota extra rispetto alla CSA), miele e tre tipi di frutta: fragole, meloni ed angurie (ormai la stagione per questi è terminata).

Gli ortaggi vengono raccolti, lavati, preparati e posti in cassette in base al tipo. Il socio, al momento della distribuzione e consegna, pesa autonomamente il contenuto della verdura e della frutta che fan parte della sua quota e prepara la sua cassetta personale, assumendosi la responsabilità di non prendere più del dovuto. Le quote attualmente in distribuzione sono 200, con 30 quote destinate al mercato di Campi Aperti, di cui Arvaia è socia.

La pianificazione delle colture è fatta ogni sei mesi e presentata ai soci in Assemblea, i soci hanno la possibilità di chiedere la sospensione o l’aggiunta di coltivazioni in caso di evidenti surplus oppure se c’è forte richiesta di ortaggi al momento non coltivati.
La cooperative distribuisce ai soci tutte le produzioni, belle e brutte e si ispira a “La strategia del cetriolo storto”, sempre di GartenCoop. Nessun prodotto viene sprecato, anzi viene valorizzato come prodotto buono, genuino, locale.

Claudio, a cui si unisce Roberto, uno dei soci fondatori, ci porta nei campi. I campi sono lavorati. Gli ammendanti utilizzati sono stati compost (all’inizio soprattutto), sovesci (favino, orzo, veccia, ecc), EM. Il letame è pochissimo e quindi viene integrato quando si fa il compost. L’utilizzo dei sovesci è la fonte della stragrande maggioranza dei nutrienti per le coltivazioni. Il cippato viene usato nei passaggi tra le file di fragole. Nel gestire i campi vengono ricreate le centuriazioni, con lotti di circa 2000 mq ogni “campetto”. Tra i campi sono presenti filari di alberi da frutto (le vecchie piantate con la vite) e le siepi. Sono presenti dei polytunnel dove vengono coltivati, meloni, fragole ed ortaggi come pomodori e melanzane.

È presente anche una vasta area dedicata ai cereali. Molti dei campi sono stati lavorati, in attesa della semina del favino. Le rotazioni sono molto curate e nel sito è presente anche un piano colturale in PDF del 2014 da cui prendere spunto ed avere un’idea delle coltivazioni durante l’arco dell’anno nella pianura emiliana. È stato interessante constatare quanto la cooperativa riesca a produrre durante tutti i mesi, incluso Dicembre. Le settimane in cui volontariamente sospende la distribuzione sono quelle di Natale e Pasqua, mentre il vero e proprio calo di produzione (ma non fermo totale) è tra marzo ed aprile. Un intervallo di circa due settimane, in cui la cassetta di verdure è integrata con erbe di campo. In questo modo il socio è invitato a comprendere l’andamento naturale della produzione. Il raccolto è sempre di stagione, anche se ci sono dei tunnel (ad esempio, la produzione di pomodori a casa mia a Reggio Emilia è ancora presente, anche se non ho serre o simili, e finirà naturalmente in Novembre.)

Nella vita della cooperativa sono inserite inoltre iniziative dei singoli soci, come la giornata di riconoscimento di erbe spontanee, le giornate dedicate alle visite guidate, i picnic ecc. “Il cibo, la relazione” dice una socia di Arvaia. Ecco, è proprio così.
Arvaia mi è sembrato un buon esempio da seguire di agricoltura biologica che avvicina i cittadini ai campi ed alla natura. Una gita molto carina, che consiglio vivamente a chi voglia imparare a creare la propria CSA: Claudio e gli altri soci sono molto disponibili in questo senso, e si sono offerti di supportare anche noi di Gramigna in un eventuale progetto a Reggio Emilia, grazie, Arvaia!
Chi ho incontrato:
Claudio Domini
Storico della fotografia
Docente universitario a tempo perso (in tutti i sensi), grafico editoriale. Emigrato a Bologna dall’estremo, cupo Nord Est ha incontrato subito Arvaia e la vita ha ricominciato a sorridergli. Passato con entusiasmo e senza il minimo rimpianto dalla Cultura alla Coltura, aspira nel futuro a lavorare e vivere a distanza di sicurezza da strumenti elettronici. Oggi bracciante, spera in un radioso futuro da frutticoltore.
Roberto Risi
Contadino
Ha lavorato in ambito elettronico informatico da quando è uscito dall’istituto tecnico con il diploma in elettronica industriale.
Ha vissuto tutta l’evoluzione dei computer, dai piu’ grandi ai piu’ piccoli. Occupandosi di assistenza tecnica in ambito industrie metallurgiche e produzione plastica, negli ultimi anni ha viaggiato per mezzo mondo visitando zone industriali nei posti piu’ sperduti e degradati prendendo coscienza del grado di distruzione ambientale a cui il nostro stile di vita ci ha portati. Nel contempo, visitando anche luoghi in cui uno stile vita sostenibile e’ stato adottato, ha deciso che doveva “fare qualcosa”, quindi ha deciso di dare il suo piccolo contributo e nel 2009 ha iniziato a coltivare un piccolo appezzamento prestatogli da un amico destinando i prodotti (biologici) a piccoli gruppi d’acquisto, vicini e mercatini. Negli anni ha abbandonato il suo vecchio impiego e si e’ dato totalmente all’agricoltura biologica. L’incontro con la realta’ di Villa Bernaroli e i CSA ha segnato il punto di svolta e ora e’ …ARVAIA!
Per ulteriori informazioni:
Arvaia
http://www.arvaia.it
Pagina Facebook di Arvaia
https://www.facebook.com/Arvaia-528603317172239/
Gramigna
https://ilgiardinodigabrina.wordpress.com/
GartenCoop
http://www.gartencoop.org/tunsel/
Campi Aperti
http://www.campiaperti.org/