Maria Antonietta e Angelo vivono nelle campagna di San Salvo, in Abruzzo.
Coltivano 10 ettari di terra, tirando fuori periodicamente un racconto dei loro prodotti durante delle cene che organizzano in casa.
Nella credenza della loro stanza da pranzo trovi le boccette dei loro prodotti, sistemati con l’ordine delle nostre nonne. Le guardo in silenzio, perchè il garbo della semplicità è un metro per capire chi hai di fronte.
Angelo, ad un certo punto, si avvicina e tira fuori un barattolone di carciofi all’acqua.
A differenza dei carciofini sott’olio, che non possono essere usati in cucina, quelli all’acqua hanno avuto una sola cottura, senza subirne una preventiva.
Angelo li ha inseriti crudi lì dentro e li ha messi a cuocere una sola volta. Me li apre e sperimento per la prima volta quello che lui stesso mi ha candidamente detto un attimo prima.
Sono croccanti e conservano il sapore del carciofo fresco. Sembrava appena raccolto dalla loro carciofaia.
Col farro che producono fanno la pasta e una formidabile focaccia, condita con semi di canapa. Il farro ha un’altissima digeribilità. Dove passa il farro, ogni stomaco riposa, addormentandosi quasi.
Maria Antonietta e Angelo sanno di combattere una battaglia per la tutela della salute dell’umanità, e non si tirano indietro.
I loro prodotti contengono solo quello che è scritto in etichetta. Nulla di più e nulla di meno.
Leggi, così, che il patè di olive contiene le olive, l’olio di oliva extravergine e il sale. E sorridi, perchè la semplicità della verità è sempre disarmante.
Arriva sera e ci sediamo a tavola. Ceci e rape, baccalà e patate, peperoni secchi croccanti come patatine. Sembrava un convivio di settant’anni fa.
Sarebbe impossibile realizzarlo se non ci fosse la garbata semplicità di due grandissimi appassionati. Grazie.