Riceviamo e divulghiamo.
La difficoltà più grande nella gestione di un’emergenza come quella del terremoto che ha colpito il centro Italia nell’estate 2016 è preservare il tessuto sociale e relazionale delle comunità locali, messo a rischio non solo dal disastro del sisma ma anche dal modello attuale delle tendopoli costruite dalla Protezione Civile. È lo stesso modello che ha fallito all’Aquila sradicando di fatto la società civile.

Cerchiamo invece di sostenere le persone che restano a presidiare le loro comunità, garantendogli il sostegno che altrimenti non riuscirebbero ad avere. La ricostruzione dovrà passare attraverso processi partecipati e dal basso, un piccolo modello di gestione dal basso dell’emergenza, ha già preso corpo grazie alle esperienze delle transition town e della permacultura.
Il primo intervento
La RESEDA con alcuni volontari si è recata lo stesso giorno del sisma, con un suo mezzo ed attrezzature di soccorso, ad Amatrice. Il viaggio e l’ingresso nella zona di intervento è stato coordinato con la Brigata volontaria SVS di Roma. Una volta arrivati sul posto ci si è messi a disposizione dell’UCL, Unità di Comando Locale dei Vigili del Fuoco.
Nella ricerca di persone disperse, per la possibile presenza in campo di un considerevole numero di enti ed organizzazioni, l’UCL rappresenta il naturale punto di contatto tra gli stessi, essendo disponibili in questo ambito una serie di informazioni che possono consentire la pianificazione e la successiva gestione delle operazioni di soccorso. Questo anche perché non era ancora attivo il COM, Centro Operativo Misto, struttura operativa che coordina i servizi di emergenza a livello provinciale.
Il COM deve essere collocato in strutture antisismiche realizzate secondo le normative vigenti, non vulnerabili a qualsiasi tipo di rischio non presenti in zona. La UCL ci indicava tre località di intervento: le frazioni di casale e San Lorenzo e Via Roma nel centro di Amatrice.
Per difficoltà di viabilità entriamo subito in azione al centro di Amatrice tra via Roma e il centro del paese affiancando le squadre dei VVF e delle USAR, Unità Search and Rescue dei Vigili del Fuoco. Principalmente la nostra squadra ha aiutato la ricerca di persone disperse lungo il corso principale di Amatrice e via limitrofe. I principali siti di intervento sono stati tre, più altri piccoli interventi svolti episodicamente.

Il lavoro svolto è stato di scavo, liberazione dalle macerie, supporto ai VVF, utilizzo di una termocamera per l’individuazione di eventuali sopravvissuti. Abbiamo anche distribuito guanti e mascherine al personale di soccorso e ai VVF. Inoltre abbiamo portato cibo e acqua al punto di distribuzione della Croce Rossa. La nostra squadra era autonoma sia per il cibo sia per l’alloggio e utilizzava il furgone RESEDA come base.
Il sostegno alle comunità locali post-sisma
E’ intenzione della RESEDA, come già realizzato per il terremoto del 2009 all’Aquila, dare un sostegno alla popolazione per la ricostruzione e il dopo sisma. In particolare già durante il primo intervento sia Transition Italia sia l’Istituto italiano di Permacultura ci davano il loro appoggio. Anche alcune ditte private ci fornivano appoggio e materiali.

Attualmente il progetto è delineato in questo modo, prevedendo le seguenti azioni:
- supporto tecnico e impianti solari per le aziende agricole montane colpite dal sisma;
- supporto tecnico per il design in permacultura delle aziende agricole montane e per i paesi colpiti dal sisma;
- supporto sociale per la cittadinanza per sostenere le capacità di resilienza, di collaborazione e di azioni collettive (metodo Transition Town);
- supporto tecnico alla ricostruzione ecologica degli edifici.
Uno degli strumenti con cui intendiamo agire localmente è il Transition Van, un furgone adibito al soccorso e al sostegno delle comunità locali. Tecnici dell’Istituto Italiano Permacultura ci affiancheranno nell’opera di supporto alle aziende agricole. E facilitatori delle Transition Town ci daranno una mano per quanto riguarda il supporto alle comunità locali.
Cercheremo come già fatto per l’Aquila delle aziende di produzione di pannelli solari che ci donino materiali e aziende termoidrauliche che ci aiutino nella loro installazione. Ci sarà comunque bisogno di denaro per l’acquisto dei materiali necessari, per le spese vive del progetto e l’acquisto di attrezzature.
Come puoi dare il tuo contributo?
Oltre all’intervento della nostra squadra nei primi tre giorni del terremoto a supporto dei VVF, della protezione civile e dell’esercito vogliamo aiutare la popolazione, come già fatto per l’Aquila.

Donazioni
Puoi effettuare donazioni e detrarle dalle tasse se sei un privato o un’azienda. Puoi fare un versamento intestato a RESEDA onlus: IBAN IT87J0895138900000000101153
Le donazioni saranno utilizzate per:
1. riacquistare il materiale che abbiamo usato per il primo soccorso;
2. potenziare le attrezzature della squadra di intervento;
3. energia solare per le tendopoli e per la ricostruzione.
il 5X1000
C’è un modo di contribuire alle attività di RESEDA che non ti costa nulla: devolvere il 5 per mille della tua dichiarazione dei redditi. Compila la scheda CUD, il modello 730 o il modello Unico; Firma nel riquadro indicato come “Sostegno del volontariato…“; Indica nel riquadro il codice fiscale: 05865331002.
Sensibilizzazione e promozione dei progetti
Puoi aiutarci facendo conoscere le nostre attività, organizzando eventi come convegni, incontri, raccolte fondi. Puoi coinvolgere la tua azienda o la tua associazione. Puoi parlare di quello che realizziamo e promuovere il sostegno alle azioni di solidarietà.
Partecipare come volontario
Puoi mettere le tue capacità a servizio dei progetti di solidarietà, il tuo tempo, la tua professionalità, creare un gruppo di appoggio.
Contatti
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