Aranya risponde: Cosa è la Permacultura?

Aranya, desinger di permacultura, insegnante e autore, risponde alla domanda "che cos'è la permacultura?". Questo è il primo di una serie di brevi video dal titolo "Ask Aranya".

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Aranya che cosa è la permacultura
Aranya desinger di permacultura, insegnante e autore. Credits: https://www.youtube.com/watch?v=LpvLAlIxOzI&t=4s

Ciao a tutti la domanda di oggi è forse a prima vista molto semplice ma
che è l’epitome di cosa stiamo cercando di fare e la domanda è:

“Cosa è la permacultura”

Ora, quando tu chiedi in giro a persone che hanno una certa familiarità con la permacultura di solito la risposta è Mmm!

Effettivamente è una domanda difficile. C’è un motivo di fondo perché quando stiamo facendo Permacultura, essenzialmente stiamo cercando di imitare la facilità con quale natura soddisfa i propri bisogni se volete.

Quindi se guardiamo tutta la vita intorno a noi siamo infatti circondati da permacultura in azione. La permacultura è ciò che tutti gli esseri viventi stanno facendo da quando la vita si è evoluta sulla terra.

Questo pare che sia successo tre miliardi e mezzo di anni fa. Quindi perché occorre concentrarci su questo aspetto se la natura sta facendo il suo corso al meglio?

Guarda il video di Aranya con i sottotitoli in italiano. Buona visione 🙂

Il fatto è che negli ultimi cento anni abbiamo preso delle decisioni che ci hanno disconnesso un po’ dalla natura e questo ci ha dato molti doni, come sicuramente la telecamera dalla quale vi sto parlando ora, il microfono che mi sta registrando e internet attraverso il quale stanno viaggiando queste informazioni.

Tutte queste cose le abbiamo per via di quelle disconnessioni, quelle decisioni prese dai nostri antenati. Non stiamo qui a incolparli, stiamo solo dicendo: ok, abbiamo creato tutta questa roba incredibile ed eccoci qui.

In realtà se facciamo un passo indietro e guardiamo alcune delle cose che abbiamo fatto, vediamo che sono geniali ma che presentano degli elementi di vulnerabilità. E così la permacultura è guardare il nostro paesaggio e vedere come soddisfiamo i nostri bisogni individuando dove sono i punti di
vulnerabilità, per poterne migliorare in punti di debolezza.

In questo quadro, ci sono un paio di aspetti significativi che ci hanno fatto
disconnettere dalla natura.

Il primo è stato quello di diventare stanziali.
La maggior parte della storia umana e gran parte del resto della natura, se ci fate caso, sono continuamente in movimento e così la maggior parte dei nostri gli antenati lo erano in pratica fino a poche migliaia di anni fa.

I nostri antenati erano nomadi e si spostavano da un posto all’altro, poi si radunavano e cacciavano a seconda di dove si trovavano a vivere.
Ad un certo punto nella storia appare l’agricoltura e la gente ha iniziato a coltivare cibo e restare in un posto per prendersi cura di quelle colture perché quando si comincia a coltivare gli elementi del paesaggio diventano attraenti per altri elementi.

Quindi i nostri antenati stanziali hanno cominciato a mettere sotto pressione le persone nomadi perché la soluzione era o spostarsi da qualche altra parte o entrare in conflitto o diventare stanziali come loro.

E così oggi viviamo in un mondo che è principalmente stanziale e viviamo in piccole scatole, dove abbiamo definito i confini, dove qualcuno ha un po’ più spazio degli altri, ma in sostanza restiamo tutti in un posto e usiamo molta energia per cercare di fermare tutto il resto della vita del pianeta.

Quindi anche se vuoi preservare un tipo di natura troverai persone che
cercano di mantenere il loro posto creando un tipo di habitat e per far questo occorre impedire alla natura di fare il suo “corso naturale delle cose”.

D’altro canto, la natura è sempre in movimento e se lasciata stare cambierà il loro habitat in qualcosa altro come ad esempio trasformare la brughiera in un bosco e se la brughiera è per noi un habitat importante per la coltivazione allora cercheremo di disboscare e tutto ciò richiede un enorme
quantità di energia e siamo stati in grado di farlo fin quando avevamo il petrolio a basso prezzo.

Ma quando è arrivata la crisi petrolifera dell’OPEC gli anni ’70 due tizi australiani hanno iniziato a osservare e divulgare il fatto che siamo molto vulnerabili ai problemi relativi al petrolio. Se il petrolio si esaurisce o il prezzo sale o diventa piuttosto difficile gestire le conseguenze, cosa potrebbe succedere?

bill mollison david holmgren permacultura
Bill Mollison e David Holmgren, fondatori della permacultura. credit: http://www.permablitz.net/about-permablitz/what-is-permaculture/

E così la permacultura punta l’attenzione su questo aspetto e quindi cosa facciamo se non abbiamo così tanto petrolio in futuro?

Naturalmente arriva il mondo della tecnologia e ci dice: “niente paura abbiamo l’idrogeno”. Ma l’idrogeno è solo un modo per trasportare energia, di fatto
non genera energia. Qualcuno potrebbe dire: “abbiamo il nucleare”. Ma il nucleare ha dimostrato di non essere particolarmente sicuro e da un sacco di problemi.

Ho preso una laurea in fisica e già allora non ero ancora convinto sulla faccenda del nucleare nonostante avessi ricevuto una formazione decisamente pro nucleare.

Quindi il mondo della permacultura dice: il resto della natura segue le leggi della fisica come la gravità, la conduzione e la convezione dell’energia. Come possiamo andare nella sua stessa direzione, usando gli stessi materiali che la natura usa in modo da fornire cibo, acqua ed energia a noi stessi e riducendo quei punti di vulnerabilità?

La permacultura ci dice come possiamo migliorarli e così ci incoraggia a imparare dalla natura. Abbiamo un insieme di principi che provengono dallo studio della natura, sono principi guida che possono aiutarci a prendere delle decisioni su cosa fare e così via.

Ma essenzialmente ciò che la permacultura sta facendo è creare una permacultura umana in modo da soddisfare le nostre specifiche esigenze e ha molto a che fare col il luogo dove siamo. Ad esempio se vivo in Russia
c’è un clima molto diverso dall’equatore. Ci saranno delle condizioni molto diverse in termini di storia, aspetti culturali e il tipo di corporatura sarà molto diverso perché nel tempo si sarà adatto a vivere in questo luogo in cui si produrranno cibi molto diversi da altri posti.

E quindi anche la permacultura sarà diversa.

Non possiamo applicare la permacultura come se fosse una ricetta universale. 

Dobbiamo capire dove siamo e questo è solo l’inizio della permacultura.
Osserviamo cosa succede in quel posto e come possiamo inserire componenti ed elementi che funzionano bene insieme in quella determinata area in un modo da riuscire soddisfare i bisogni specifici di quel luogo.

E così essenzialmente quando rispondo alla domanda “Che cos’è la Permacultura” in pratica sto  dicendo quale permacultura riesce a soddisfare i miei bisogni nel mio territorio. Quindi sarà molto diversa
dalla permacultura che adotterai tu nel tuo luogo che risponde ai tuoi bisogni specifici ed è per questo che usiamo un processo di design che è descritto nel mio libro.

corso design permacultura
Permaculture Design, Aranya

Come facciamo progettazione in permacultura?

Si comincia dal “qui e ora” dei tuoi bisogni, per passare all’esplorazione delle cose necessarie, le cose che non sono sicure e quindi soggette a disastri
con le cose che mostrano una certa vulnerabilità, come ad esempio l’approvvigionamento idrico, di cibo e così via.

E quale percorso occorre fare per assicurarci una sicurezza alimentare
non solo per me a un livello individuale ma anche per la mia comunità nella provincia o nella regione in cui vivo.

Quindi, cos’è la permacultura?

Questa è davvero una domanda che tu devi chiederti in merito al posto in cui vivi. Però ci sono molti strumenti in permacultura che ti aiuteranno a rispondere a questa domanda.

Per questo, ti auguro tanto divertimento a trovare la giusta risposta.

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