Calogero e la fabbrica di fertilità

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Calogero compost Sicilia
Foto di Edite, Il giro del cappero

Calogero vive sulle Madonie.
Da qualche anno, in un’antica casa che era quella della sua maestra elementare, poi diventata sua, ha cominciato ad interessarsi al miglioramento e alla produzione di terreno fertile, partendo da un semplice dato di fatto.

L’agricoltura tradizionale oggi usa concimi chimici solo per nutrire le piante, senza pensare minimamente al suolo, da cui tutto ha origine.
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Foto di Edite, Il giro del cappero

Ma chi nutre il suolo?

Il terreno, che è la base dell’agricoltura, non gode di alcuna attenzione, non si fa niente per arricchirlo. I tre minerali (potassio, azoto e carbonio) rilasciati in quantità eccessive dai concimi chimici, non fanno altro che deteriorare il suolo, che lentamente dilava, si mineralizza e, perdendo ogni sostanza organica, muore.

Le varie forme di agricoltura naturale hanno viceversa in comune un rinnovato rispetto per il suolo, e l’obiettivo di arricchirlo costantemente anziché depauperarlo.

Calogero sta iniziando a persuadere semplici cittadini a utilizzare tecniche e dei metodi di coltura che producano suolo fertile. In questo modo s’inverte la spirale erosiva tipica dell’agricoltura intensiva e industriale.

Per introdurci alla sua fabbrica di fertilità, ci fa l’esempio del bosco.

Nel bosco cresce un gran numero di piante, che pur prelevando nutrienti dal suolo, contemporaneamente ne cedono molti altri (biomassa composta da foglie, radici in decomposizione…) in un ciclo continuo che coinvolge la comunità dei trasformatori biologici presenti nella terra (batteri, funghi, animaletti, rodilegno, etc). In questo modo il suolo è sempre fertile, perché l’organico è trasformato dalla comunità biologica in terreno vivente.

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Foto di Edite, Il giro del cappero

L’idea, quindi, è quella di creare una ricchezza di piante e una ricchezza di biologia del suolo, che consenta, come nel bosco, la crescita rigogliosa delle piante e una maggiore fertilità del suolo. In questo modo tra dieci anni il suolo sarà migliore, ci vorranno meno concimi e nel frattempo ci saremo nutriti bene.

Calogero osserva che quello al sole e zappato è un terreno disabitato, privo di batteri, che hanno bisogno di umidità e qualcosa di organico da mangiare, e di animaletti, che non trovano residui di cui nutrirsi.

Bisogna, quindi, mettere nel terreno quello che occorre per fondare una colonia, come se in un deserto si dovesse creare una comunità. Per farlo devi rendere il luogo vivibile per tutti i nuovi abitatori.

Partendo da questa consapevolezza Calogero ha creato la sua fabbrica di fertilità

Il compost, da lui progettato e realizzato, è un’entità fornita di abitazioni/cibo (l’organico) e i abitanti (batteri, funghi, vermi), che si trovano finalmente nella casa giusta, iniziando a nutrirsi. Questa situazione attira altra popolazione che va a formare con la precedente una colonia dove c’è cibo e casa per tutti.

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Foto di Edite, Il giro del cappero

Alla fine della trasformazione, il materiale organico (foglie, pezzi di legno, carta etc) è diventato terra fertile con tutti i nutrienti ,e la stessa colonia, che è capace di trasformare, da quel momento in poi, tutto l’organico che le arriva. Questa colonia diventa così una fabbrica di fertilità continua.

Una volta che arricchisci il terreno in questo modo, non lo zappi più, perchè rompere il terreno significa distruggere la comunità che vi abita, col risultato che l’anno seguente non ci sarà più niente.

La centrale di produzione di fertilità di Calogero permette di trasformare in risorsa anche commerciale il costo dello smaltimento di tanta materia organica, perché si parte dagli scarti, che non avendo nessun valore diventano solo costi per aziende e privati.

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Foto di Edite, Il giro del cappero

Con il suo compost Calogero ha realizzato in pochi mesi aiuole sul cemento, perché bastano trenta centimetri di terreno fertile per coltivare. Su un prato bellissimo, realizzato con questa tecnica, ci corichiamo, facendoci delle foto. Accanto troviamo un cumulo di materia organica che i batteri stanno trasformando ad una velocità 600 volte superiore a un bosco.

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Foto di Edite, Il giro del cappero

Intorno a noi, un trionfo di piante e verde, vicino alla sua casa dei salici, aperta all’ospitalità turistica.

E’ partito dagli scarti questo signore e ora produce valore. ma forse non c’è mai scarto quando pensi bene e agisci con amore.

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