Il mio nome è Barbara, sono imprenditrice agricola e mamma e dopo una vita interessante ma anche travagliata, affronto il mio futuro a mani nude. Con la collaborazione di Lorenzo, il mio ex marito, coltivo lavanda e, per conto mio, vivo con due gatti, due cani e otto galline vicino a un bosco sul Monte delle Piume, una collina che si trova nell’ultimo zoccolo a sud-ovest dei Colli Berici, nel Comune di Orgiano in provincia di Vicenza.
È proprio qui che faremo il nostro primo corso di permacultura, e siamo molto emozionati. Lo terrà Marco Pianalto dell’Accademia Italiana di Permacultura dal 12 al 24 maggio. Dettagli e programma li potete trovare al link: https://www.facebook.com/events/293638444493099/317195162137427/.
Vi chiederete: E cosa c’entra la grande truffa e la Sharing Economy con tutto ciò? Adesso ci arriviamo.
Qui, al Poggio delle Piume, con i miei figli, Costanza (27) e Rinaldo (24), nel 2012, abbiamo deciso di investire nel nostro futuro acquistando circa 7 ettari di terreno collinare con due edifici agricoli, splendidamente isolati, uno accanto al bosco e l’altro sopra la collina che gode di un panorama che accoglie alba e tramonto potando la gioia nel cuore.
Tutto molto bello fin qui.
Purtroppo però, due anni fa siamo stati investiti, come centinaia di altre famiglie, da uno tsunami finanziario ad opera di un’importante banca del territorio che ha messo in ginocchio l’intera provincia di Vicenza e una parte della Regione del Veneto. La banca adesso non esiste più, è stata comprata per 1€ da una Banca molto più importante.
Si sono portati via tutti i nostri soldi rimanendo, ad oggi, impuniti.
La mia famiglia ed io siamo caduti un po’ in depressione ed abbiamo più volte pensato di vendere tutto. Dovevo ogni giorno combattere contro una forza negativa che dentro di me diceva: lascia perdere, lascia l’Italia, trasferisciti dove la vita è meno complicata e faticosa.
Ho anche perso l’amore…
Cadiamo… e ci rialziamo
Ma resistere a tutte le difficoltà quotidiane mentre i figli cercavano lavoro altrove, stava diventando un’abitudine e nello stesso tempo stava prendendo forma un concetto sempre più forte nella mia mente, che però non riuscivo ancora a definire bene. Fino a quando non mi sono fatta ispirare da un film molto carino che raccontava una storia di resilienza.
E quindi resilienza fu.
Ho trovato un altro tipo di amore. Quello universale e incondizionato assieme al richiamo della Madre Terra che si faceva sempre più forte; c’era sempre qualcosa che mi legava al questo posto, ogni giorno di più.
L’arrivo degli amici sconosciuti
Ma da sola non sarei arrivata da nessuna parte. Così finalmente ho deciso di giocare l’ultima carta che pensavo di avere a disposizione. Mi sono iscritta a due siti internazionali – Workaway e HelpX – che mettono in contatto la domanda con l’offerta nel campo del turismo, anzi di una nuova forma di turismo. Sto parlando di turismo consapevole, sto parlando di viaggiatori, persone curiose che vogliono conoscere il mondo con gli occhi di chi lo abita, senza spendere un capitale, vivendo semplicemente, e di hosts, gente ospitale che mette a disposizione dei viaggiatori un tetto, un letto e del cibo in cambio di aiuto in casa, in giardino, in orto o in campo per una parte della giornata.
Sto parlando di Sharing Economy
Cercavo aiuto e ho trovato lo scambio culturale che mi piace, idee, voglia di fare.
Al Poggio delle Piume sono approdati giovani che provenivano dall’America, dall’Australia, dal Brasile, dall’Inghilterra, dalla Francia, dalla Bielorussia, dall’Irlanda, dalla Germania. Con quasi tutti loro abbiamo stretto un rapporto autentico di reciproca stima. Tutti i valori che volevo quando ho iniziato l’avventura, li sto raccogliendo da sei mesi, giorno dopo giorno, in abbondanza.
La rinascita del progetto Poggio delle Piume
Da allora la vita al Poggio è cambita arricchendosi di gioventù, creatività, crescita personale, progettualità e allegria assieme alle competenze tra le più svariate al servizio della nostra resilienza e della rinascita del nostro progetto.
L’obiettivo dell’azienda adesso è duplice.
Vogliamo riuscire sia ad arricchire una cultura locale della Madre Terra, mediante buone pratiche agricole e iniziative di formazione appropriate, che a diversificare i tipi di coltura (rigenerativa) e di investimento nel medio e nel lungo termine; in modo tale da renderla sostenibile fin dai primi anni di vita utilizzando e valorizzando il bosco, ricco di varietà autoctone da preservare.
Ma cosa fare e soprattutto come?
Grazie all’esperienza e all’intuizione di Taz, un amico australiano di origine libanese, ho scoperto che il Poggio potrebbe essere il posto ideale per lo svolgimento di corsi di Permacultura o agricoltura e cultura permanente: un ecosistema agricolo completo, un metodo per progettare e gestire paesaggi antropizzati in modo che siano in grado di soddisfare bisogni della popolazione quali cibo, fibre ed energia e al contempo presentino la resilienza, ovvero la ricchezza e la stabilità di ecosistemi naturali.
Il significato di permacultura, finora quasi sconosciuto alla mia mente neofita, ha cominciato a farsi strada nella mia testa e si è incrociato con l’istinto del cuore e l’anelito primario della mia anima: lasciare alle generazioni che seguiranno un mondo migliore.
Il nostro corso di permacultura di 72 ore a maggio 2018
Ho quindi contattato un docente di permacultura, Marco Pianalto. Ci siamo trovati e abbiamo messo in agenda un corso di 12 giorni, il corso di progettazione in permacultura di 72 ore, aperto a tutti coloro che vogliono affacciarsi a questo metodo di gestione del territorio e della propria vita. Il corso si terrà dal 12 al 24 maggio 2018 appunto con Marco Pianalto e come docente internazionale siamo felici di accogliere Dr Compost, il nostro amico inglese Nicky Scott.
E per il futuro del Poggio?
I vecchi del paese dove abitiamo mi raccontano che i nostri terreni inselvatichiti ed impoveriti dalle piogge e dalla siccità una volta ospitavano un grande giardino agricolo. Io desidero ridistribuire la sostanza organica del terreno e nutro la visione che questa proprietà ritorni ad essere un giardino capace di far convergere l’autenticità di saperi e sapori, la gioia e la bellezza. Vedremo cosa riusciremo a fare, insieme.