Buona resilienza!
Mmm… vediamo un po’! Oggi, per presentarvi un altra amica de “MEDIPERlab”, e cioè uno dei ragazzi del team di traduzione in italiano de: “Permacultura: Manuale di Progettazione” scritto da Bill Mollison, voglio condurvi in atmosfere magiche ed incantate dove creature singolari ed originali ne fanno da padrone di casa.
Siete pronti? Venite con me!
Colori delicati e forme di varia grandezza e talvolta strani o impercettibili sono l’esprimersi libero e gaudio della Natura. Intreccio di grazia e semplicità in tutta la sua bellezza. Qui, tutto segue un suo ordine armonico secondo il principio dell’”essere” più che del fare. Poiché per quanto l’Uomo si sforzi d’inventare, la Natura sarà sempre più creativa dell’Uomo, ma non solo…
… essa è anche fonte di benessere come naturale terapia dell’anima per l’anima. E’ nel rispetto degli equilibri tra posto che ci accoglie e noi che lo abitiamo, che si crea quel rapporto di “cura” reciproca ed inscindibile e che porta l’uomo a considerare la natura stessa, fonte d’ispirazione dando poi vita ad altro. Cosicché, in quell’”armonia” si rende ogni essere vivente e posto piacevole da vivere. Lo sa bene lei, che come piccola creatura alata col suo solo esserci, così accurata, dolce, e leggiadra sa rendere tangibile e visibile il Tutto.
Non è bosco incantato o foresta magica dove insieme ci siamo incamminati. Ma in un orto-giardino di permacultura dove tutto vige secondo il rispetto degli equilibri della Natura. Ricordando il pensiero del padre della Permacultura Bill Mollison: “E’ l’integrazione armoniosa tra paesaggio e persone, le quali provvedono al loro riparo, cibo, energia ed altri bisogni materiali ed immateriali in modo sostenibile”.
Ah, lei è…. ciao, chi sei, quanti anni hai, dove sei nata, dove vivi, interessi e passioni?
Ciao cara Sterpeta, grazie di questa intervista!
Mi chiamo Mariachiara, ho 26 anni e sono nata a Bari, una bellissima città sul mare attraversata da molteplici culture nel suo passato ma con tanto cemento nel suo presente. Vivo a Palo del Colle, un paese di cui sono innamorata perché mi ha fatto scoprire e riscoprire tante cose. Mi piace moltissimo leggere, se potessi leggerei da mattina a sera, sotto un albero, con un gatto in braccio. Adoro gli esseri viventi, tra cui gli animali in modo particolare.
Ti piace viaggiare? Cosa porti sempre dai tuoi viaggi?
Mi piace viaggiare tanto quanto mi piace ritornare. Porto sempre tante fotografie e, se ne trovo, alimenti tipici del posto in cui sono stata o pietroline speciali, conchiglie, rametti belli…
Che lavoro desideravi fare da bambina?
Da bambina avrei voluto diventare veterinaria.
E ora che lavoro fai?
Lavoro in un doposcuola, ma soprattutto imparo tanto dai bimbi e dai ragazzi con cui lavoro.
Quando ha fatto capolino nella tua vita la Permacultura?
Questa domanda mi emoziona particolarmente. Mio marito non si è mai rassegnato a mettere veleni nella terra per coltivarla e un giorno, tramite varie coincidenze, ha scoperto questa cosa meravigliosa che si chiama Permacultura, coinvolgendo anche me! Quando abbiamo sentito di un certo PDC organizzato in una masseria di Altamura, ci siamo iscritti entrambi. E’ stata un’esperienza che ha cambiato la nostra vita, nella quale abbiamo incontrato parte della nostra futura famiglia del MEDIPERlab, insieme a tante altre persone giunte da ogni parte del mondo con un bagaglio di cambiamenti in atto e con tanta voglia di metterli in pratica.
Com’è nata l’avventura del sogno di traduzione: “Permacultura: Manuale di Progettazione” di Bill Mollison?
Mio marito Peppino, durante il secondo giorno di PDC, teneva in mano il libro e si chiedeva come fosse possibile che nessuno l’avesse ancora tradotto in italiano. La mattina dopo si svegliò prima dell’alba e cominciò a tradurre la prima pagina del primo capitolo. Io ero accanto a lui, preparavo un esame e lo vedevo immerso in quel librone misterioso e affascinante con quel serpente-uovo sulla copertina. Non sapeva ancora che Ignazio aveva lo stesso grande sogno, e quando le loro energie si sono incontrate è iniziato tutto.
Cosa ti ha spinto ad essere parte di tale sogno?
Amo questo sogno, amo le splendide persone che vi fanno parte e condivido con loro ogni principio della Permacultura.
Un momento o un aneddoto di questi mesi di lavoro con i tuoi amici d’avventura?
Una cena affollatissima nel salottino di un appartamento nella magica Bolsena. C’eravamo tutti, chi in pigiama (io), chi pronto per uscire dopo, eravamo finalmente di nuovo insieme dopo mesi di telefonate e skype e parlavamo di tutto e ridevamo assai.
Se tu fossi una persona qualunque, che sente parlare per la prima volta di permacultura, quale sarebbe la scintilla che ti porterebbe a contribuire e a dire: “Si, anch’io voglio essere parte di tale sogno!”?
Sono stata quella persona qualunque. Quella scintilla sarebbe la concretezza che l’applicazione dei principi della Permacultura dà ai nostri sogni più incredibili per salvaguardare questo nostro pianeta. Tutto è possibile se si è consapevoli: si sa cosa fare e quando farlo, e se non si sa come fare, non si ha paura di provare.
Ben saprai, che il Manuale di Progettazione in Permacultura di Bill Mollison è considerato “La Bibbia dei Permacultori”, perciò qual è la parola o la frase che è stata una scoperta per te e che senti particolarmente tua?
La leggenda aborigena del serpente arcobaleno.
Cosa vorresti fare da grande?
E’ una domanda molto complessa.
Con noi vivono due pesciolini rossi in un acquario, ci sono molto affezionata. Sono grandi più o meno come due savoiardi. So che potrebbero crescere molto di più, se potessero. Ed ecco, una delle cose che vorrei fare da grande è vederli nuotare grandi il triplo nel laghetto che ci sarà vicino alla casa dove vivrò.
Ora, sei in un orto di permacultura e hai nelle tue mani un seme, chiamato sogno da realizzare. Quale sarebbe il tuo?
Il rispetto profondo e la tutela della biodiversità.
Qual è stata la tua cura in questo progetto?
Niente di preciso, ho cercato di aiutare dove era necessario!
Cosa diresti a te stessa in questo preciso momento?
(mano sulla spalla) Cara Mary, beviamoci un tè!
Ed io* posso dire qualcosa a te?
Tutto ciò che vuoi!
*Grazie Mariachiara,
quel tuo niente di preciso è cura per un nuovo Tutto!