È all’estero che ho appreso le prime nozioni sulla permacultura. Ero in Inghilterra, a Londra, e sempre all’estero le ho coltivate, leggendo ininterrottamente per 3 anni, fino a quando non ho deciso di volare in Australia nel laghetto di Geoff Lawton per conoscerne la patria.
Dopo aver conosciuto Geoff, i circa 40 studenti che calpestavano il suolo di Zaytuna Farm (WWOOFers compresi), ed aver lavorato con Bill Mollison per 3 lunghi mesi, la decisione di occuparmi della traduzione del Manuale è stato come fare “2+2”.

Nelle lunghe chiacchierate con Bill mi sono reso conto dell’importanza di questo libro per i giovani, e contestualmente mi sono sorpreso che non ci fosse la versione italiana.
Detto tra noi, come si può parlare di permacultura e non avere chiaro l’approccio del fondatore del movimento? Può un prete professare senza aver mai letto la Bibbia?
Serve a me in prima persona (nonostante legga e parli Inglese), ma serve anche a tutti gli italiani che vogliono occuparsene in maniera professionale, compresi quelli che già se ne occupano da anni. Ne sono certo.
Ero lì nella sede della casa editrice “Tagari”, in Tasmania, Australia, un’azienda a conduzione famigliare, nel deposito, che spedivo pacchi di libri nel mondo e mi consultavo con Lisa Mollison (la moglie di Bill) su tutto ciò che era necessario per avviare un progetto del genere. Lo vedevo. Ho visto ciò che comporta. Un progetto impegnativo. Rischioso. Lungo. Articolato. Domanda: Posso mai farlo da solo? No way my friend.
Ho pensato: qui ci vuole un team di persone, di professionisti, di poliglotti.
Tornato in Italia, con la convinzione di aver trovato finalmente il suolo su cui coltivare il mio futuro e spendere tutte le mie risorse, continuo ad approfondire l’argomento organizzando PDCs (Permaculture Design Certificate courses), corsi di formazione della durata di 72 ore che portano al conseguimento delle conoscenze basilari di progettazione in permacultura. Questo quando il programma di studio è costituito dalla valida introduzione alla permacultura data dal Manuale concepito dal fondatore dello stesso movimento, Bill Mollison.
Il corso si basa, infatti, sul suo celebre lavoro intitolato “Permaculture A Designers’ Manual”, che fornisce tutti gli strumenti necessari per adottare una coscienza ecologica ed uno stile di vita sostenibile nell’ambito di una grande varietà di climi e paesaggi. Il Manuale spiega come applicare i principi della progettazione in permacultura alla produzione alimentare, alla progettazione delle abitazioni, alla conservazione e trasformazione dell’energia, esplorando strutture economiche alternative e strategie legali a supporto dell’autosufficienza regionale e delle singole comunità. Un programma vasto ed articolato che prevede inoltre sessioni pratiche di progettazione.
Ad oggi, con l’associazione che rappresento, abbiamo tre corsi di 72 ore all’attivo, di cui uno è disponibile gratuitamente on line sul canale youtube dell’associazione!
Organizzare corsi mi viene relativamente facile per cui continuo ad “acculturarmi” sul Manuale (570 pagine in lingua inglese) mentre con l’associazione continuo a formare nuove leve.
Perché, infatti, trovare volontari che siano professionisti, che abbiano una buona conoscenza dell’inglese e che sposino il progetto di traduzione del Manuale (farsi carico di questo onore ed onere al punto da dedicare circa 2 anni di tempo ad approfondire ciò che si rende necessario), non è affatto una cosa semplice.
Ma quanto tu chiedi qualcosa alla vita, e ci lavori su, le energie iniziano a convergere e, quel qualcosa, arriva.

Giuseppe Birardi, infatti, un corsista del corso di Marzo 2015 appena ha avuto in mano il Manuale al suo primo giorno di corso ha cominciato a tradurre il primo capitolo in completa autonomia, e mentre tutti gozzovigliavano tra una pausa e l’altra, lui continuava a tradurre.
Ora, sempre detto tra noi, non capita spesso di trovare persone così fortemente motivate.
Giuseppe durante il corso mi parla, è convinto di potercela fare, per cui mi spinge letteralmente in pista da ballo! Fino ad allora avevo la sola volontà di tradurre, ci stavo girando attorno mentre facevo dell’altro ma non avevo ancora fatto il primo vero passo. Mi stavo organizzando per il tour nel Mediterraneo in bicicletta! La sete di fare ricerca, esperienza era ancora tanta ed è sempre viva in tutti coloro che si occupano di Permacultura. Che mondo fantastico!
Ecco che mi chiedevo: come posso venir meno a così tanta volontà e determinazione da parte di Giuseppe? Come poter non considerare quel flusso energetico calato dal cielo?
La Permacultura è anche questo, capire quando è il momento di cambiare la programmazione.
Nel mio trascorso a Londra sono stato manager nel settore della ristorazione. Ho iniziato da lavapiatti sia chiaro, ma ho poi servito la famiglia Reale lavorando a lungo per il più giovane chef al mondo ad aver avuto le 3 stelle Michelin, Marco Pierre White (è lui che ha insegnato a Gordon Ramsey a cucinare), e quell’esperienza mi ha formato professionalmente.
Mi ha fatto ballare, non poco. Assumevo personale, gestivo sala, cucina, bar, lista da 700 vini e dovevo relazionarmi con la clientela tutta rigorosamente Inglese. Complainers (“lamentoni alla ricerca del servizio impeccabile”) per definirli in una parola.
Potrai chiederti: che cosa ha a che fare questo con il Manuale?
Beh, l’organizzazione di un ristorante è regolata dagli stessi principi di gestione di qualsiasi altra impresa. Metodologie e tecniche variano a seconda dei casi, ma in linea di massima si seguono gli stessi principi e lo staff, è sempre l’elemento chiave di ogni impresa, specialmente in un ristorante, dove si ha contatto diretto con il pubblico.
Questa impresa quindi, come tante altre, se vuole essere di successo ha bisogno di persone dotate di buon senso, affiatate, qualificate, preparate e motivate.
Quindi una volta spinto da Peppino a ballare, non mi è rimasto altro che mettere sul tavolo le conoscenze acquisite in anni di lavoro per applicarle finalmente a qualcosa in cui credevo davvero!
Prima cosa? La ricerca dei soci, la formazione della squadra, il team di traduzione, coloro che oggi sono i miei compagni di viaggio uniti nel MEDIPERlab, associazione di promozione sociale costituita ufficialmente l’8 Ottobre 2015.
Ho cercato e trovato subito, facendo pochi passi, i professionisti della traduzione. Li avevo attorno a me. Come la maggior parte delle risorse che a volte non ci accorgiamo di avere a causa della scarsa osservazione.

Mia sorella Giorgia Schettini con una telefonata è la prima (avrà poi un bambino, Fulvio, e sarà fuori dai riflettori); Marilena Cassano, che già a Marzo 2015 durante il PDC era al mio fianco nella traduzione di Rhamis Kent, la seconda; e Nicoletta Limongelli, che nello stesso corso contribuiva per favorire lo scambio interculturale (avevamo corsisti da Slovenia, Germania, USA, Svizzera, Norvegia e da tutta Italia) è la terza. Ecco fatto il primo gruppo.

Possiamo iniziare.
A seguito di questo corso infatti sono partite le nostre prime riunioni, lo studio del libro, del contratto, dei tempi, delle professionalità che ci volevano. Passa l’estate e quello strumento che noi chiamiamo Manuale l’avevamo già fatto a pezzi. Smontato. Completamente. Per comprenderlo fino in fondo.

Ma siamo ancora pochi.
Non rientriamo nei tempi di traduzione. Ci siamo cronometrati e abbiamo fatto delle previsioni. Ci vogliono più persone.
Secondo round, via con il secondo corso. Ottobre 2015 in Salento. In spedizione andiamo io e Marilena e nostri ospiti qui ad insegnare Salah Hammad (braccio destro di Geoff Lawton) e Massimiliano Miatton con i quali avevo già trascorso un periodo a Zaytuna Farm nel 2014 mentre ero in Australia.
I corsisti qui manco a farlo apposta sono tutti tecnici. Agronomi, architetti, forestali, naturalisti che si mescolano in un folto gruppo, anche questa volta internazionale, con molti italiani che alle spalle hanno un trascorso all’estero.

Non potevo crederci. Da qui spuntano le rose Francesca Savio e Susanna Camerlengo e i due guerrieri Emiliano Mastragostino e lo stesso Massimiliano Miatton. Quest’ultimo farà inserire nel gruppo Berardo Da Schio, che nel frattempo fa l’agronomo in Giordania.

Si parla del libro, si articola il progetto, si passano le ore su skype e ci si scambia mail di gruppo. Giuseppe coordina tutto il gruppo di traduzione e ci mette tutti on line, in a cloud, so we can work on it mentre siamo ovunque nel mondo. La tecnologia, uno strumento a nostro supporto, Giuseppe incluso!

Non passa molto tempo che tutti insieme ci sottoponiamo ad una nuova e più completa prova di traduzione, per verificare non solo i tempi ma anche la bontà del tradotto.
Ora ci siamo. Tra tecnici e traduttori ci “complementiamo” a vicenda. Il prodotto di traduzione, così come il layout dello stampato, sono eccezionali.
Siamo pronti. Si fa richiesta alla Tagari per diventare APA (Approved Publishing Affiliate), allegando un business plan con una ricerca di mercato sulla permacultura in Italia. Apprendiamo poi di non essere i soli; qualcun altro fa richiesta di tradurre il Manuale mentre noi prepariamo il materiale da inviare.
Il progetto viene assegnato a noi, anche se ancora ufficiosamente, via mail, il 14 Gennaio 2016.
Noi, nel frattempo, eravamo già partiti con la traduzione, per guadagnare tempo prima della firma ufficiale (12 sono i mesi a disposizione per contratto e per ogni estensione di 3 mesi – max due – si paga una piccola mora).

Quando l’ufficializzazione arriva il 14 Giugno del 2016 noi avevamo già metà libro tradotto ed il video di crowdfunding pensato e girato. Il maestro Gabriele Gismondi si è occupato di questo. Un gioco da ragazzi per lui.
Et voilà!
Questa è la nostra storia
Questo è stato il dietro le quinte che molti ci hanno chiesto e continuano a chiedere.
Ciò che sin qui abbiamo messo a disposizione di tutti nel progetto sono l’iniziativa, le capacità e professionalità, il tempo e le risorse finanziarie disponibili. Speriamo davvero di aver fatto cosa gradita a tutta la comunità di permacultura italiana.
La raccolta fondi si chiude il 31 Gennaio ed è nostra intenzione portare avanti il progetto e realizzarlo. Pertanto, oltre ad occuparci – come da programma – della fase di revisione, ci stiamo organizzando per ridurre ulteriormente i costi di produzione e contemporaneamente vagliare altre fonti di finanziamento.
Ringraziamo tutti coloro che sino ad oggi hanno contribuito alla realizzazione del progetto diffondendo la notizia e finanziando il 50% del budget!
Un abbraccio da tutto il gruppo di traduzione
Con affetto,
Ignazio Schettini