L’analisi della legge della massima potenza svolta nel Principio 3 dimostra. come i sistemi che più efficacemente utilizzano l’energia disponibile (più correttamente EMERGY) per sopravvivere tendano a prevalere sugli altri.
La sopravvivenza del più adatto opera, quindi, sia a livello di sistema che a livello individuale. In natura hanno uguale peso sia la diversità che l’energia e la produttività. L’insegnamento delle scienze ambientali e un tipo di cultura ambientale piuttosto diffuso tendono a ignorare questo aspetto delta natura, net tentativo di contrastare l’ossessionante predominio dei concetti di produttività e potere nella cultura dominante.
La diversità di elementi e funzioni e già stata indicata come una delle principali caratteristiche dei sistemi integrati (v. Principio 8). Proverbi come “Non mettere tutte le uova nella stessa cesta” e “il mondo è bello perché è vario” indicano chiaramente il valore della diversità.
La nota citazione dal conservazionista americano Aldo Leopold “La chiave per tentare di riparare qualcosa è conservare tutti i pezzi” ci ricorda che i problemi connessi alla perdita di biodiversità in natura derivano soprattutto dall’intervento umano. Occorre però un senso contestuale più ricco e profondo, perché il principio di diversità deve servire a contrastare e a bilanciare il principio di funzionalità, che spesso rischia di prevalere anche nel contesto della permacultura.
I Principi 2,3 e 4—in cui il tema del rapporto tra diversità e funzionalità e già accennato – si focalizzano sull’allargare la comprensione di ciò che è funzionale, produttivo o buono, superando il punto di vista dei ristretti e rigidi valori econometrici, fondamento logico essenziale del capitalismo basato sull’uso dei combustibili fossili.
Molti interpreteranno questi concetti come bieco funzionalismo, in cui tutto ciò che non dimostra di essere utile o produttivo dovrebbe essere eliminato. Per questa visuale è più corretto il termine razionalismo ecologico, in base al quale non si può accettare la meravigliosa abbondanza delle forme di vita senza misurarla con un metro stabilito da criteri fissi.
Per comprendere più in profondità e in senso olistico l’utilizzo della diversità, abbiamo bisogno di vederla in equilibrio dinamico, di considerarla una componente complementare o tensione insita in tutti i sistemi, a tutti i livelli.
Con ciò, dovremmo essere in posizione migliore per lavorare in accordo con la diversità e fame un principio guida della progettazione, invece di rispettare e venerare solo alcune categorie di biodiversità, ignorando o addirittura distruggendone altre.