In realtà il nostro pianeta dovrebbe chiamarsi Acqua, e non Terra.
Questo liquido vitale ricopre circa il 70% del globo, ovvero 14 miliardi di kmq, ma ne possiamo usufruire solo in minima parte. Tutta l’acqua sulla superficie della Terra è salata, tranne il 3%, e tre quarti di questa piccola quantità di acqua dolce sono intrappolati nel ghiaccio. Ma non è finita qui.
Circa la metà della restante acqua dolce che non è sotto forma di ghiaccio si trova sottoterra, a più di 700 m di profondità e racchiusa nella roccia, e quindi in una situazione che non ne permette un’estrazione economica.
State seguendo queste cifre sempre più striminzite? L’acqua dolce disponibile nei laghi, nei fiumi, nelle falde freatiche e nell’atmosfera rappresenta solo un ottavo del 3% delle acque totali del pianeta (per chi con i numeri non è esattamente Einstein, questa quota equivale allo 0,375%).
L’acqua è una sostanza preziosa
I giardini sono tristemente noti per essere in grado di assorbire enormi quantità d’acqua. Nella maggior parte del continente americano, in estate gli importi delle bollette dell’acqua delle abitazioni private derivano per lo più dalle spese di irrigazione. Questo è dovuto al fatto che la progettazione convenzionale dei giardini non crea le condizioni per una distribuzione uniforme dell’umidità nel suolo.
Al contrario, si affida a pompe e impianti elettrici, a pozzi e cisterne, a sistemi di irrigazione dispendiosi in termini di risorse, e a un giardiniere attento che apra i rubinetti e trascini canne dell’acqua da una parte all’altra del giardino. Viene da chiedersi come facciano le foreste e le praterie a sopravvivere senza tutti questi strumenti, ma ancora una volta – e ormai dovreste aspettarvelo – troviamo le risposte nella natura.
In un giardino a base ecologica, l’acqua non è un evento prodotto dall’esterno, ma fa parte del progetto, è automaticamente presente e naturalmente abbondante.
Nel giardino ecologico la condizione di default è l’abbondanza d’acqua, non la siccità. Un giardino ben progettato non ha bisogno di essere accudito e aiutato per vivere in salute, ma tende spontaneamente a una crescita lussureggiante e rigogliosa, anche quando il giardiniere è assente e in cielo non c’è neppure una nuvola. Come vedremo in questo capitolo, la progettazione ecologica ci permette di creare orti e giardini in grado di sopravvivere ai capricci del clima senza le nostre cure costanti.

Un progetto attento all’acqua non fa risparmiare solo fatica e frustrazione, ma preserva anche le risorse.
Azionando un irrigatore consumiamo, energia e acqua che potrebbero essere economizzate con una buona progettazione. Inoltre, la fonte dell’acqua del rubinetto e spesso un bacino formato da una diga che blocca la migrazione dei pesci e sommerge terreni che prima erano allo stato naturale. Oppure l’acqua può essere pompata da un pozzo la cui sorgente è ignota e quindi inaffidabile. Ii pozzo può attingere da una vecchia falda acquifera, una fonte di acqua fossile che un giorno non lontano si esaurirà. Un giardiniere responsabile dal punto di vista ecologico è consapevole dei limiti delle nostre scorte di acqua e dell’energia necessaria per utilizzarle.

Questo capitolo descrive alcuni modi per dipendere di meno da fonti idriche lontane, inaffidabili e dispendiose. Non a caso, i metodi per raggiungere questo obiettivo arricchiscono la rete di connessioni fra i vari componenti del giardino. Il risultato non è solo una minore necessità di irrigazione, ma anche un ecosistema più resiliente e sano nel proprio giardino.
Queste informazioni non sono solo ad uso e consumo di chi vive in zone aride. Anche se nella maggior parte degli Staff Uniti le precipitazioni annuali sono abbondanti, di rado arrivano al momento giusto e nelle dosi opportune. Le strategie illustrate qui di seguito – permettendo un miglior drenaggio, l’accumulo di acqua piovana per un utilizzo futuro e la collocazione dell’acqua laddove è più necessaria – aiuteranno il giardino a sopravvivere non solo alla siccità, ma anche ai periodi di umidità eccessiva.
Per imparare a progettare un giardino che sia naturalmente attento all’acqua, dobbiamo chiederci prima di tutto: “Come fa la natura a immagazzinare l’acqua?“. Oltre che nelle fonti evidenti, come laghi e stagni, la natura conserva l’acqua nelle piante, nell’aria e nel suolo. L’acqua viene depurata e riciclata nei terreni acquitrinosi, immessa nell’aria dagli alberi, raccolta e convogliata dalle vane morfologie del suolo. Possiamo servirci di tutte queste relazioni come base per un giardino dotato di un ciclo dell’acqua naturalmente sano.