Nell’estate del 2012 un gruppo di persone scoprì di avere riflettuto separatamente sull’idea di sviluppare un corso che mettesse insieme la permacultura e la Transizione. Tale corso avrebbe dovuto:
- fare una introduzione alla permacultura per chi era coinvolto nelle Transition Towns
- esplorare metodi di applicazione delle etiche della permacultura, dei principi e dei metodi di design nelle Iniziative di Transizione.
In una sessione Open Space alla Conferenza Internazionale di Transizione a Londra nel settembre di quell’anno, si aggiunsero altri temi. Quando la maggior parte di quelli che prendevano parte alla discussione si spostò in altri gruppi per la seconda sessione dell’Open Space, noi restammo dove eravamo. Da un brainstorm e un sacco di scarabocchi su un grande foglio di carta venne fuori la struttura di un corso di due giorni.
Come nata l’idea?
I legami fra la permacultura e la transizione sono evidenti. Rob Hopkins, fondatore del Transition movement, è un insegnante di permacultura. Il concetto di Transizione nacque quando, nel 2005, lui e i suoi studenti a Kinsale, Irlanda, misero insieme un visione dettagliata per una città a basse emissioni di carbonio e basata su una economia locale: il Kinsale Energy Descent Action Plan. Ciò che crearono fu una design di permacultura per una città sostenibile, un processo che è la base stessa di tutto il concetto di Transizione.
Nel Manuale di Transizione, Rob afferma che la permacultura è “una delle fondamenta principali del concetto di Transizione”, e dichiara che:
“La ragione per cui chi ha un retroterra di permacultura tende a capire il concetto di Transizione prima degli altri è che esso si basa sui principi del design di permacultura.”
Quando un gruppo registra la propria Transition Initiative nel Transition Network, si raccomanda che almeno uno segua o abbia seguito un corso di design in permacultura. In ogni caso, quando l’iniziativa cresce e si evolvono più gruppi, quelli con un background in permacultura possono andare avanti bene. Quelli che lavorano per allestire progetti o gruppi di lavoro e organizzare eventi non possono più avere “occhi permaculturali” ed essere ignari del legame concettuale.
Sentimmo che sarebbe stato utile la portare la permacultura alla piena attenzione di chi era coinvolto nella Transizione.
Sei persone, tutti trainer o insegnanti impegnati sia nella permacultura che nella Transizione, crearono i corsi: Stefan Geyer, Klaudia van Gool, Marina O’Connell, Ann Owen, Samantha Woods e Ros Bedlow. Dopo molte conference call e molti editing multicolori su Dropbox, il corso fu pronto per il primo lancio nel Giugno 2013.
Era stato approvato sia dal Transition Network che dall’Associazione Britannica di Permacultura. Da Andy Goldring, Chief Executive dell’Associazione:
“Sono lieto di vedere che il nuovo Corso di Permacultura per la Transizione sia pronto a partire. La permacultura e il Transition Movement sono due network complementari ed è vitale che continuiamo a lavorare insieme e vicini. Abbiamo entrambi molto da imparare dall’altro e altrettanto da dare. Questo corso aumenterà la consapevolezza di come il design di permacultura possa informare i progetti di transizione sia sul piano pratico che strategico.”
Decidemmo che il primo corso si sarebbe tenuto a Londra. Per diversi motivi, inclusa la difficoltà di trovare il posto adatto, i tanti impegni dei potenziali trainer, e probabilmente per una tendenza alla di procrastinazione, passarono 18 mesi prima che il corso venisse finalmente tenuto come open course da Samantha Woods e Ros Bedlow nel gennaio 2015, a Treadwell nel sud di Londra, con 10 partecipanti.
Da allora è stato perfezionato, condotto di nuovo in South London, riperfezionato e condotto per la terza volta a Llandrindod Wells nel Powys, come parte di un pacchetto di corsi offerti ai Transizionisti locali all’interno di un progetto finanziato dalla Lotteria.
Il corso di due giorni copre:
– Le etiche e i principi di permacultura e come possono essere applicati ai gruppi comunitari e ai progetti.
Per esempio: Osserva e interagisci.
Proprio come esamineresti attentamente un sito prima di progettare un giardino, allo stesso modo raccoglieresti informazioni più rilevanti possibili prima di lanciare un progetto di Transizione. Questo può includere il contattare gruppi locali e parlarci, cercare luoghi in cui radunarsi o fare eventi, scoprire quali attività che hai in mente stanno già avvenendo. Che attrezzature sono disponibili, quali competenze? Chi è interessato, chi prenderà un ruolo attivo? Più scrupolosamente è condotto questo lavoro sul campo, più probabilmente il progetto sarà adatto alla comunità, e procederà liscio.
– Il processo di design e la selezione degli strumenti di design
Come facciamo con i principi, usiamo progetti a base rurale ed ecosistemi come riferimento, perché sono più facili da visualizzare. Quindi applichiamo lo strumento di design chiamato SADIM al progetto comunitario, discutendo quali attività dovrebbero avere luogo in ogni fase. Prendiamo in considerazione anche le zone nel contesto del nostro personale coinvolgimento nella Transizione – su che cosa passiamo più tempo, ed è questo che vogliamo che avvenga?
Un ecosistema è resiliente in parte come risultato della sua complessità e della rete di relazioni benefiche all’interno del sistema stesso. Guardiamo a potenziali connessioni fra le organizzazioni e le persone che prendono parte al progetto di Transizione e a come il progetto possa essere rinforzato sviluppando queste relazioni.
– Cura delle persone in un gruppo di Transizione
Ci esercitiamo ad usare strumenti che ci assicurino che le persone nel nostro gruppo siano valorizzare e ascoltate.
– Problem-solving usando la permacultura
Abbiamo notato che le etiche e i principi di permacultura possono essere usati per aiutare ad anticipare e risolvere alcuni dei problemi che sorgono nei gruppi di Transizione. Chiediamo ai partecipanti di presentare al gruppo i problemi che hanno incontrato e discutiamo di come possa essere utile applicare i principi di permacultura.
I partecipanti hanno portato alla luce una varietà impressionante di questioni. Una di queste era il problema che derivava dalla perdita o partenza della persona che era vista come l’elemento chiave o il coordinatore nella Transition Initiative. Un suggerimento per evitare questo problema era basato sul principio: ogni funzione è supportata da elementi multipli. Se il ruolo di coordinatore (di una iniziativa o di un progetto) è portato avanti da diverse persone, costruiamo resilienza nel sistema, che non crollerà se un individuo non potrà più andare avanti.
– Un esercizio di design
Nei piccolo gruppi, chiediamo ai partecipanti di discutere come approccerebbero i primi stadi del design di permacultura per un progetto di Transizione, e di presentare le loro idee al gruppo più vasto.
Traduzione: Flavio Troisi
Fonte: https://www.permaculture.co.uk/articles/putting-permaculture-back-transition