Intervista a Nicoletta Limongelli

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Nicoletta Limongelli manuale permacultura
Nicoletta Limongelli , traduttrice di “Permaculture – A Designers’ Manual” di Bill Mollison

Buona resilienza!

Se dovessi spiegare cos’è la permacultura ad un bambino, utilizzerei una semplice e sola parola: “sorpresa”!
Già! …è quella cosa che all’improvviso ti sorprende. Sia quando si presenta a te e sia mentre la vivi. Come dire, è sorpresa nella sorpresa!

Ma, per far sì che sia davvero sorpresa, è necessario un pizzico di “creatività”. E dov’è di casa la creatività, se non nella “diversità”?!

Ed è questo il punto di forza della permacultura

Qui, la diversità è intesa come “risorsa e ricchezza” del presente e radice nascente per il futuro. Ma mantenendo sempre quel contatto con il passato, che sa di sostegno come terreno fertile sul quale nuovamente seminare. E’ concedere e concedersi la “libertà di essere”, per se stessi e per il mondo circostante. Come ingrediente prezioso da integrare, che alimenta la creatività. Cosicché, di essa stessa ne fa “luogo da esplorare e da vivere”.

E’ tripudio di erbe, piante, fiori, ortaggi, frutti e alberi in un ortogiardino di permacultura. Qui, l’unione di piante diverse fra loro, contribuisce ad un migliore nutrimento con conseguente crescita delle stesse, grazie ai singoli principi presenti in ognuna di esse.

La natura lavora in “sinergia” e si nutre di diversità

L’uomo lavorando a stretto contatto con essa acquista quella “consapevolezza”, che lo porta ad applicare tale processo come “base del funzionamento di un ecosistema naturale”. La permacultura parla di principi che consentono di creare comunità di esseri umani, piante e animali, che cooperano e vivono in maniera armonica sostenendosi vicendevolmente. Ma c’è di più…

…la sinergia che c’è tra ogni essere vivente (persona, animale o pianta) esiste anche tra e con i posti che ci ospitano. La permacultura trasferisce tutto ciò anche con la “progettazione, la quale crea un “insieme sinergico” di elementi connessi fra loro per funzione, fabbisogno ed utilità. Pertanto, ogni elemento della progettazione dev’essere ubicato nel posto giusto. E’ fondamentale creare relazioni funzionali tra ogni elemento esistente, così che le esigenze dell’uno soddisfino la produzione dell’altro. E’ come trovare qualcosa in qualcos’altro. Un insieme di mondi, che danno vita ad un Universo.

Serra semenzaio a letto caldo, area giochi per bambini, area relax, cucina esterna, area falò, biotopo umido e secco, muro a secco, spirale e orto d’erbe aromatiche, orto per le verdure, frutteto e bosco, aiuole a cratere a terrazza, a buco di serratura, a cumulo e rialzate, arbusti selvatici e da frutto, siepi naturali, compostiera, stalle, ripari per gli insetti, pergola verde, rampicanti a muro, fiori selvatici, prato per farfalle…

…Tutto, appare come una vera e propria confusione agli occhi di chi si affaccia per la prima volta in un orto giardino di permacultura. Con quel tanto di roba che c’è, sembra di essere in un bosco – foresta abitato da folletti, ma a misura d’uomo. E più ci cammini e più “sorpresa nella sorpresa”, i tuoi piedi sentono il vibrare della sinergia che c’è tra ogni elemento, fino a “connettersi” con essa e il “Tutto”.

Ed è così, che oggi torno a presentarvi uno dei ragazzi del team di traduzione in italiano de: “Permacultura: Manuale di Progettazione” scritto da Bill Mollison, ma anche amico de “MEDIPERlab” e… folletto che sa sorprendere!

Già, proprio mentre sei lì tranquilla a gustare un piatto di orecchiette con le cime di rape, lei all’improvviso si presenta a te…

Chi sei, quanti anni hai, dove sei nata, dove vivi, interessi e passioni?

Sono Nicoletta, ho appena compiuto 29 anni e sono pugliese. Sono nata a Canosa di Puglia e cresciuta a Minervino Murge, un paese accanto al Castel del Monte, fino a 19 anni. Poi mi sono trasferita a Bari dove ho studiato, lavorato e coltivato le mie più grandi passioni: il teatro, la recitazione e la traduzione, che poi sarebbe il mio campo. Nel 2015 con altri amici abbiamo creato a Bari un gruppo di traduttori, ognuno specialista in una lingua. Attualmente vivo ad Avignone, in Francia

Ti piace viaggiare? Cosa porti sempre dai tuoi viaggi?

A chi non piace viaggiare! Se ho la possibilità scappo sempre qualche giorno fuori. Anche adesso, vado alla scoperta della Provenza che è una regione meravigliosa.
Dai miei viaggi porto sempre odori, colori, almeno un prodotto tipico e una calamita per il frigo dei miei genitori.

Che lavoro desideravi fare da bambino?

Da piccola ero confusa: sono passata dalla parrucchiera alla giornalista televisiva, all’attrice.

E ora che lavoro fai?

Oltre ad occuparmi di piccole traduzioni, per adesso insegno italiano nelle scuole, qui in Provenza, ma non oso dire sia il mio lavoro definitivo.

Quando ha fatto capolino nella tua vita la Permacultura?

La prima volta che ho sentito parlare di Permacultura è stato nel 2014. Conoscevo già Ignazio e sapevo che sarebbe partito per l’Australia alla scoperta di questa Permacultura ma non ne sapevo niente di più. Io ero già volontaria in un’associazione ambientalista; avevo amici che cominciavano a parlare di orti urbani, orti sociali, vi partecipavo. Credo che tutte queste cose insieme, l’attenzione per l’ambiente, le iniziative per gli orti sociali, uno stile di vita “alternativo” che cercavo di avere, in fin dei conti gravitavano intorno alla Permacultura, solo che allora non me ne rendevo conto.

Com’è nata l’avventura del sogno di traduzione: “Permacultura: Manuale di Progettazione” di Bill Mollison?

Quest’avventura – perché in effetti non c’è altra parola per definirla- è nata ad agosto 2015. A Marzo dello stesso anno avevo partecipato al PDC di Ignazio e Rhamis Kent ad Altamura. Ignazio già aveva “stressato” me, sua sorella e altri traduttori con questa storia del manuale in italiano, ma fino a quando non abbiamo conosciuto Giuseppe, proprio nel PDC di Altamura, era rimasto tutto per aria. Giuseppe era più concreto di me, ecco perché lui e Ignazio si sono intesi subito e andavano molto più veloce di me nel pensare questo progetto. Ad agosto 2015 ci siamo ritrovati ad inviare la nostra “prova di traduzione” alla casa editrice australiana, che ci avrebbe valutato ma avevamo già cominciato a tradurre ancor prima, perché eravamo sicuri di farcela.

Cosa ti ha spinto ad essere parte di tale sogno?

Io avevo poca dimestichezza con le traduzioni specialistiche, avendo un’impronta più letteraria. Mi rendevo conto, però, che se davvero fossimo riusciti a tradurre questo manuale, avremmo fatto qualcosa di grandioso. Da traduttrice freelance, non potevo non accogliere questa sfida, da ragazza curiosa volevo entrare più a fondo nel mondo della Permacultura. Traducendola, la fai tua, la studi, la approfondisci, almeno i capitoli che ti competono!

Un momento o un aneddoto di questi mesi di lavoro con i tuoi amici d’avventura?

Dopo quasi due anni di lavoro con il gruppo, ci sono tanti aneddoti divertenti da raccontare. Mi viene in mente un momento a Bolsena, all’EUPC dello scorso Settembre. Io sono stata l’ultima del gruppo ad arrivare e al mio arrivo, di sera, ho trovato una grande tavolata fuori, con tanta gente che non conoscevo. Quella sera ho conosciuto Pandora Thomas, che è stata spesso con noi durante la settimana dell’EUPC. Mi sono resa conto che nemmeno gli altri conoscevano tutti gli “invitati” alla cena. In realtà, la gente passava, chiedevamo loro se si volevano unire con un bicchiere di vino e restavano con noi! Occupammo tutta la strada! Questa era l’atmosfera che ci rendeva bellissimi agli occhi di tutti.

Ignazio Schettini, Giuseppe Birardi, i ragazzi del Mediperlab, Pandora Thomas, John Button

Se tu fossi una persona qualunque, che sente parlare per la prima volta di permacultura, quale sarebbe la scintilla che ti porterebbe a contribuire e a dire: “Si, anch’io voglio essere parte di tale sogno!”?

Bè, io da persona qualunque che ha sentito parlare per la prima volta di Permacultura, quando ho visto i video di Jeoff Lawton, o di altri permacultori che hanno messo fine alla siccità nei loro terrirori, dal Senegal alla Giordania, mi sono detta che davvero un altro mondo è possibile. Vedere i giardini, gli orti o interi siti progettati in Permacultura sempre fiorenti come il giardino dell’Eden, mi ha fatto pensare che anche io voglio contribuire a rendere il nostro mondo più Eden.

Ben saprai, che il Manuale di Progettazione in Permacultura di Bill Mollison è considerato “La Bibbia dei Permacultori”, perciò qual è la parola o la frase che è stata una scoperta per te e che senti particolarmente tua?

Qunado leggo il Manuale, scopro sempre cose semplicissime e per questo me ne stupisco! Ci sono tantissime “massime” di Bill stupefacenti nella loro semplicità.Io ne ho almeno un paio, quindi adesso, scegli tu!
Though the problems of the world are increasingly complex, the solutions remain embarrassingly simple
«Work with the nature, not against it »

Cosa vorresti fare da grande?

Domanda successiva?

Ora, sei in un orto di permacultura e hai nelle tue mani un seme, chiamato sogno da realizzare. Quale sarebbe il tuo?

Dare la possibilità a tutti di conoscere la Permacultura, e tramite la traduzione in italiano del Manuale, è quello che stiamo facendo. Far capire a tutti che un’alternativa non solo è possibile, ma c’è.

Quale capitolo del manuale hai tradotto con cura?

Io mi sono occupata del capitolo 5, “I Fattori climatici”. Ci sono stati aspetti davvero tecnici – e non essendo un’amante delle cose tecniche o scientifiche- per me sono stati tosti da comprendere; altri aspetti del tutto nuovi, come per esempio, i circuiti di convezione, il calore da distribuire mentre si progetta il sito. Invece è stato bello scoprire i vari tipi di alberi frangivento, gli effetti del vento sui territori, studiare tutti i tipi di nuvole ecc. Per non parlare di quanto Bill sia sarcastico in certi punti del Manuale, con un linguaggio molto scorrevole, come se stesse parlando ai suoi amici a tavola con un bicchiere di vino!

Cosa diresti a te stessa in questo preciso momento?

Vai avanti con i tuoi progetti.

Ed io* posso dire qualcosa a te?

Grazie. È la sola parola di cui abbiamo bisogno. Credo che non la pronunciamo mai abbastanza.

😀 Naaa, mi hai anticipata?!

*”Grazie Nicoletta,
la tua cura è vento di rinnovamento per il nostro Pianeta!”.

io*: ogni persona, che crede in un mondo migliore!

Prendi in considerazione l’idea di donare 5, 20, 50 euro o quello che puoi, per proteggere e sostenere la diffusione della permacultura in Italia, per la nostra e le future generazioni.

http://buonacausa.org/cause/manuale

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Il mio nome è Sterpeta. Nome che deriva dagli sterpi: arbusti o rami di piante stentate o secche, solitamente utilizzate per accendere il fuoco. Il mio cognome è Fiore. Beh, qualsiasi fiore possiamo immaginare, sappiamo bene cos’è avendo tenuto tutti per piacere o anche per distrazione un fiore tra le dita. E sarà uno scherzo o un segno del destino, già nel mio nome e cognome c’è sempre stato un seme di Permacultura. Ma prima che potesse germogliare, altro ha preso vita ed è cresciuto sempre più in me ed intorno a me. Ma andiamo con ordine… Sono laureata in Pittura, presso l’Accademia di Belle Arti di Foggia. Nel corso degli anni ho esposto in diverse collettive, e concorsi artistici in Italia. E tra forme e colori ho dato libertà espressiva anche alla scrittura. Infatti, scrivo recensioni d’arte per diversi artisti ed in passato anche per la rivista “L’Altro” a cura della Fondazione Marina Sinigaglia di Melfi. Da anni sono socia e Referente in Puglia dell’A.I.M. Rare onlus, partecipe nell’intero territorio nazionale e talvolta anche internazionale. Ciò che ho acquisito grazie a tale associazione, mi ha vista in passato, parte attiva in altre associazioni impegnate nel sociale e nella cultura. Al di là dei vari eventi e dei tanti posti vissuti e visitati, ciò che mi ha dato tanto sono le relazioni umane, poiché attraverso lo scambio di vite e vissuti c’è vera condivisione, conoscenza e crescita. Ed io posso dire di aver imparato tanto grazie a tali incontri e da ogni persona conosciuta. Nel 2012 presso il Museo Statale Tattile di Ancona, ho partecipato a corsi formativi, dove il tatto permette di regalare un nuovo modo di sentire l’arte. Infatti, tale museo è modello di eccellenza nello scenario delle opportunità culturali per non vedenti e ipovedenti. Esperienza visibilmente toccante, potrei dire! Realizzo laboratori d’arte, tattili, sensoriali ed esperenziali per bambini, ragazzi e adulti. Laboratori tenuti nella natura. Poiché essa ci permette di ricollegarci alla parte creativa, che è presente in ognuno di noi, alimentando anche la nostra libertà d’essere. Il mio cammino nella Permacultura è iniziato nel 2015 con un PDC tenuto da Salah Hammad e Ignazio Schettini. E grazie all’intensità di tale esperienza, ho trovato una nuova dimensione d’essere. L’essenza del mio mondo, che piacevolmente incontra altri mondi. Ed ora anch’io faccio parte della bellissima famiglia “MEDIPERlab”.